di Mario Chiodetti
Il celebre “sciur” Giulio, raffinato compositore, giornalista ed editore di Verdi e Puccini, è tornato a sorridere a chi passa davanti al Teatro alla Scala. Dopo oltre mezzo secolo di oblio in un magazzino
Milano. Il sciur Giüli è tornato alla Scala, proprio davanti all’angolo dove suo nonno Giovanni, nel 1808, aprì lo storico negozio Ricordi, simbolo della cultura musicale italiana nel mondo. La statua dello scultore Luigi Secchi, un tempo davanti alla sede di via Berchet, è ora in largo Ghiringhelli, a sinistra della facciata del teatro, dopo oltre mezzo secolo di forzato invecchiamento nel magazzino della ditta, grazie all’interessamento del pronipote Claudio e al progetto di riqualificazione promosso dal Comune.
Giulio Ricordi è ritratto seduto con baffi, pizzetto e sorriso appena accennato, da uomo riservato e acuto, dai molteplici interessi. Quasi un figlio per Verdi e un padre per lo scapestrato Puccini, era editore, giornalista – diresse per anni la Gazzetta musicale della casa, poi diventata Musica e musicisti – acquarellista, ma soprattutto raffinato compositore di delicati pezzi per pianoforte e romanze da camera, un po’ sul modello dell’amico Paolo Tosti.
Per celebrarne il talento musicale e restituire pienamente alla città la sua figura di talent scout e animatore dei salotti culturali, il 16 maggio alle ore 20.30 l’orchestra sinfonica “laVerdi” di Milano, in collaborazione con la Civica scuola di musica Claudio Abbado, metterà in scena, in forma di concerto, l’operetta La secchia rapita, su libretto di Renato Simoni, che Giulio Ricordi compose nel 1910 con lo pseudonimo di Jules Burgmein e fu rappresentata con successo a Torino dalla compagnia di Gea Della Garisenda.