Star trekking. «Sveglia presto e...

D’estate le montagne del Trentino Alto-Adige sono palcoscenico per concerti all’alba e in alta quota

 

Un giorno andai a sentire i miei amici della Banda Osiris a Pinzolo (Tn). Facevano un concerto in seggiovia. Funzionava così: loro salivano uno alla volta sulla seggiovia del Doss del Sabbion diretti alla Busa di Grual. Insieme a loro salivano anche gli spettatori. Dagli altoparlanti dei piloni uscivano le note di Andante sospeso, una composizione originale «per impianti di risalita». Arrivati in cima, loro non scendevano e tornavano indietro, sempre sulla seggiovia, mentre gli spettatori scendevano lasciando il posto ad altri. E così tutti potevano assistere al concerto, tra i pini della montagna, sospesi a dieci metri dal suolo. Quelli della Banda Osiris sono quattro. Ma uno di loro soffriva le vertigini. E allora ce lo siamo visto sbucare in basso, tra un abete e un larice, con il suo trombone, quasi fosse un folletto che correva lungo i sentieri. Una bella giornata di musica e natura. Alla fine, ovviamente, indietro a piedi. La regola di questi concerti è una sola: si ascolta musica in quota, sotto al Catinaccio, alle Pale di San Martino, al rifugio Fuchiade, davanti ai forti dell’altopiano di Lavarone, sul Sassolungo, al passo del Lavazé. Ma ci si arriva a piedi. E non solo gli spettatori, anche i suonatori, con le loro chitarre e i loro clarinetti, anche i cantanti. Con un’unica eccezione, i pianoforti. E i concerti per impianti di risalita.

I concerti tra le montagne delle Dolomiti sono da anni un’abitudine sia in Trentino sia in Alto Adige e consentono di unire l’amore per la musica con la passione per le camminate in quota. Ho ascoltato in questi ultimi anni gruppi folk canadesi, Petra Magoni con la sua splendida voce, la tromba di Paolo Fresu (nella foto sopra), Mario Brunello con il suo violoncello, le suonate di Stefano Bollani. Jazz, folk, classica, musica africana, ma anche pop. Basta poco per trovare un piccolo anfiteatro naturale e allora tutti a sedere per terra, e se la giornata è bella i colori la fanno da padroni, e se ci sono anche le mucche anche i pezzi di musica classica vengono impreziositi da inaspettati suoni di campanacci. Tra giovani e meno giovani stravaccati sull’erba si aggirano curiosi, ma anche loro incantati, decine di cani e nessuno trova irriverente qualche sporadico abbaio, come nessuno si ritiene disturbato da un improvviso pianto di un bambino. Tutto è magico e niente può disturbare la magia. Una volta abbiamo risalito la valle Fiscalina (una valle trasversale della valle Pusteria) e siamo arrivati fin su al rifugio Comici. Una bella scarpinata ma ci aspettava una performance fantastica. Una cantante su una cima, il direttore su un’altra cima e una tromba su un’altra ancora. A centinaia di metri di distanza uno dall’altro. In mezzo, una folla di multicolori appassionati. Che non credevano alle loro orecchie.