Lombardia, sorpresa Brianza

Altro che nebbia e “fabbrichette”: a due passi da Milano c’è una piccola regione verde, ricca di parchi e di laghi, di piste ciclabili e di storia, di ville e palazzi. E sapori inaspettati

 

Spesso si pensa male della Brianza. Chissà perché, vengono in mente solo fabbriche, un paesaggio industriale spesso avvolto dalla nebbia, casette anonime in un’altrettanto anonima pianura. Tutti cliché che si sono ancorati, abbastanza misteriosamente tra l’altro, nel pensiero comune. Oggi è difficile incontrare qualcuno che con l’aria felice ci dica «Ho prenotato una settimana di vacanza in Brianza!». Ed è un vero peccato. Perché appena ci si addentra in questa antica e piccola microregione italiana, allontanandosi dai pregiudizi ascoltati così tante volte, ci si ritrova davanti agli occhi una piccola perla che chiede soltanto di essere scoperta ed esplorata.
La storia della Brianza è la prima testimonianza della necessità di archiviare i miti negativi. Infatti il nome della regione viene dal celtico brig che significa proprio “collina”, come se gli antichi abitanti avessero scelto, a simbolo della loro terra, quelle piccole alture che sono in effetti sparse ovunque nel territorio brianzolo. Dopo la partenza dei Celti, la Brianza divenne parte integrante dell’Impero romano prima e del Sacro Romano Impero poi. Proprio a Cassano Brianza si dice che Sant’Agostino sia stato convertito al cristianesimo. Nel medioevo assistiamo al passaggio dei Longobardi, dei Franchi e di tanti altri popoli, fino all’inizio dell’epoca forse più gloriosa per questa regione, quella del Ducato di Milano, quando, dal XVI secolo in poi, furono costruiti sontuosi palazzi e magnifiche ville. La Brianza fu poi dominata (con la vicina Milano) da Francesi, Spagnoli e Asburgo, fino a essere integrata al Regno d’Italia con l’Unità nel 1861. Ma soprattutto, la Brianza era storicamente il luogo designato a ospitare le cosiddette “ville di delizia” della nobiltà milanese.

Il leit-motiv di un viaggio in Brianza è davvero la sorpresa. La sorpresa di scoprire una delle zone turisticamente meno frequentate d’Italia. La sorpresa di passeggiare nel parco di una straordinaria villa neoclassica di cui non avevamo mai sentito parlare (come villa Cusani Tittoni Traversi a Desio, progettata dal Piermarini nel Settecento e poi rimaneggiata nell’Ottocento da Pelagio Palagi). La sorpresa dell’incontro con produttori di straordinari formaggi (e yogurt, come in cascina Bagaggera), la sorpresa di ritrovarsi in un piccolo borgo medievale dopo aver percorso in auto stradine secondarie. La sorpresa di un territorio preservato, con grandi parchi e oasi naturali ben conservate. Dove l’eccellenza brianzola in fatto di cura del bene pubblico ben si sposa con l’accoglienza dei suoi abitanti.
Arrivando da Milano con la tangenziale Est e poi con la strada provinciale 342, in meno di mezz’ora si raggiunge Merate, la prima tappa del nostro tour che privilegia, va detto, la Brianza orientale (per questo non parliamo di Monza, che storicamente è la capitale della Brianza). Piccola cittadina ricchissima di storia, Merate è nota soprattutto per l’alta torre di palazzo Prinetti, costruito nel XVII secolo sulle rovine di un antico castello, ma le meraviglie che custodisce sono inversamente proporzionali alle sue ridotte dimensioni. Si contano infatti otto sontuose dimore nobiliari, tra cui la neoclassica villa Belgiojoso Brivio Sforza dagli eleganti giardini e dalle armoniche architetture. Molte ville brianzole sono visitabili, bisogna soltanto accertarsi degli orari di visita, consultando il sito web del progetto Ville Aperte in Brianza (villeaperte.info).
Lasciata Merate si imbocca una piccola strada che si inerpica sulla prima collina del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. Una manciata di chilometri e si raggiunge la vetta dove sorge il bellissimo borgo di Montevecchia con il santuario della Beata Vergine del Carmelo, di origini medioevali, nel punto più alto del paese. Il borgo antico è molto piccolo e si sviluppa essenzialmente intorno alla piazza principale. Prendendo una stretta mulattiera dal lato nord della piazza e seguendo la costa del colle ricoperta di vigneti, dopo une breve camminata si raggiunge la rustica trattoria Al Galeazzino. Arrivare fino a qui vale davvero la pena, soprattutto al tramonto: è uno spettacolo indimenticabile. Se il cielo è limpido si vedono le luci di Milano, e con in mano un bicchiere di vino del posto, ci si concede di osservare i grattacieli della metropoli che si illuminano con il calar del sole.

Dietro Montevecchia si apre la valle del Curone, parco naturale gelosamente preservato dai suoi abitanti. La valle è ampia e ospita al suo interno sporadiche case e alcune fattorie. Si può fare un salto in cascina Bagaggera per comprare – tra l’altro – il pane e la focaccia caldi, sfornati due volte al giorno.
Le stradine del parco del Curone salgono e scendono. È bello dimenticare la fretta e godersi il panorama di questo angolo di paradiso a pochissimi chilometri da Milano.
Nella parte nord del parco si trovano i vigneti de La Costa. Oltre a produrre vino, la famiglia Costa ha sviluppato diverse attività legate alle bellissime cascine che possiede: allevamento di cavalli, ospitalità nel b&b e ristorazione. Sembra di essere in Toscana, e invece... siamo in Brianza.
Andando verso Bergamo si arriva sulle sponde dell’Adda, ai confini della Brianza orientale. Il paesino di Brivio è un borgo medievale noto per le tecniche centenarie di pesca praticate dai suoi abitanti. Sul lungofiume ancora oggi è possibile incontrare ragazzi e adulti che qui vengono a catturare cavedani, lucci e trote. Nei dintorni del paese la campagna è lussureggiante e i campi cinti dalle Prealpi.
Qualche chilometro a sud di Brivio c’è poi il famoso traghetto di Leonardo, che collega Imbersago e Villa d’Adda. Una riproduzione fedele dell’imbarcazione che si vuole progettata dal genio vinciano permette infatti di attraversare il fiume senza motore, sfruttando la corrente. Vale la pena di portarsi una bicicletta e avventurarsi una volta sbarcati lungo le piste ciclabili che seguono il corso dell’Adda. Queste piste sono ben tenute e possono essere teatro di una straordinaria esperienza, soprattutto se percorse in una bella giornata primaverile.

Sull’altro versante del parco si apre la Brianza Occidentale caratterizzata dalla presenza di molti laghi piccoli e medi. Tra i più grandi c’è quello di Pusiano. Di fronte alla cittadina di Pusiano si trova una piccola isola: quella dei Cipressi. Un luogo magico, con una storia antichissima (sembra fosse abitato fin dal neolitico), oggi proprietà della famiglia Gavazzi, che ha costituito una fondazione. Nell’isola si trova una piccola casa che in passato ha ospitato le fughe d’amore di Eugène de Beauharnais, viceré d’Italia e figliastro di Napoleone Bonaparte. La parte più ampia dell’isola è rimasta verde: si tratta di un grande parco in cui vivono diverse specie di animali, anche esotici. Qui troviamo infatti tartarughe, wallaby, scoiattoli, cicogne, gru e pavoni. Simone Gavazzi, figlio di Gerolamo, ama raccontare ogni piccolo dettaglio di questo insolito e affascinante luogo, come la storia dell’hotel degli insetti ideato da Gerolamo. La proprietà organizza visite guidate, dietro prenotazione.
La Brianza è anche una terra di innovazione e d’arte. Un esempio di questa attenzione per la cultura è il Rossini Art Center che si trova nel paese di Briosco. Varcato il cancello, si entra in un museo a cielo aperto: grazie all’amore per l’arte dell’industriale e mecenate Alberto Rossini, si possono infatti ammirare le sculture dei grandi del Novecento da Pomodoro a Cascella, da Oppenheim a César, da Nagasawa ad Arman e molti altri. Oltre alla collezione permanente, la fondazione è impegnata nel sostegno della ricerca contemporanea e ospita giovani artisti di tutto il mondo.
In pieno svolgimento è poi il progetto Brianza da Scoprire, tre diversi itinerari di visita culturali e naturalistici realizzati da giovani tra i 18 e i 26 anni vincitori del Bando Giovani Ambasciatori del Territorio. Il calendario delle visite prosegue questo mese e a settembre (info, tel. 0341.286419).
Insomma, la Brianza è una piccola terra antica che guarda decisamente al futuro. La tradizione e l’innovazione formano un connubio riuscito che accoglie e sorprende il visitatore. Sorprendente Brianza, viene proprio da dire.

Fotografie di Nicola Bertasi