di Tino Mantarro
Nuova tappa del Grand Tour of Switzerland, partendo dalla capitale e facendo tappa a Lucerna, sul lago omonimo
Ogni viaggio in un Paese straniero inizia dalla capitale. Non è una regola assoluta, per carità, ma vuoi per comodità, vuoi per importanza relativa, la prima tappa che si pianifica è proprio il centro politico e culturale della nazione e da lì, di norma, si parte. La Svizzera è un’eccezione: non succede quasi mai che si inizi un viaggio da Berna. Neanche quando si intraprende il Grand Tour of Switzerland, il circuito di 1.600 chilometri che permette di scoprire una Svizzera che non si immaginava. La seconda tappa di un viaggio che proseguiamo muovendoci da Ginevra verso Zurigo toccando l’animata Basilea centro dell’arte contemporanea, ma anche La Chaux-de-Fonds e la valle degli orologi. Un viaggio su strada, il cui percorso è segnalato ovunque dagli appositi cartelli marroni Grand Tour of Switzerland.
Un viaggio che non è partito come da prassi dalla capitale. Forse questo accade perché il suo aeroporto è assai piccolo e chi vola nella Confederazione arriva a Zurigo. Forse perché Berna si trova quasi in mezzo, lontano dai confini, così viene più comodo partire da Basilea, da Lugano o da Ginevra. Sia come sia, Berna, sede del governo federale dal 1848, è ingiustamente trascurata. Certo, con 140mila abitanti Berna è solo la quarta città svizzera e come capitale è un po’ piccola. Vero. Però il suo centro storico, costituito da tre strade parallele contornate da palazzi e giardini, chiuso da un’ansa del fiume Aar, è minuto e perfetto, con chilometri e chilometri di arcate. Tanto perfetto da essere entrato nel 1983 nel Patrimonio Unesco. E comunque, per chi ama la Svizzera Berna dovrebbe essere una tappa obbligata: non fosse altro perché è la città del Toblerone, la piramide di cioccolato con mandorle, miele e uova inventata da Theodor Tobler nel 1908. Sarà l’aria, ma Berna è città di invenzioni. Albert Einstein visse qui per sei anni, tra il 1903 e il 1909. All’epoca lavorava come funzionario all’ufficio federale dei brevetti e di sera, nell’appartamento di 49 Kramgasse, arrivò a concepire la sua teoria della relatività. E chi va a Berna non può non andare al museo a lui dedicato.
Ma la capitale è solo una tappa tra le 45 previste dal Grand Tour of Switzerland, il viaggio lungo le strade della Svizzera alla scoperta di città vibranti e paesaggi maestosi. Paesaggi che si trovano anche sul lago di Lucerna, le cui sponde sono in parte ancora selvagge come dovevano essere ai tempi (nel 1333) in cui venne costruito il celebre ponte coperto di legno, simbolo della città. Il Kapellbrücke faceva parte delle fortificazioni che difendevano Lucerna, oggi è il monumento più fotografato nonostante negli anni sia stata accorciato 5 volte – dagli originari 280 metri a 170 –, e nel 1993 sia stato devastato da un incendio. Ma gli svizzeri sono svizzeri non per nulla: in meno di 8 mesi il ponte era al suo posto, anche se la maggioranza delle pitture decorative sono perse per sempre. Lucerna però non si esaurisce sul ponte: il panorama Bourbaki è un esempio stupefacente di arte che si schiera contro la guerra. Un enorme dipinto circolare lungo 112 metri e alto 10 che rappresenta l’armata orientale francese, guidata dal Generale Bourbaki al momento del suo ingresso in Svizzera nell’inverno 1871. Altrettanto enorme è il Museo svizzero dei trasporti: oltre 20mila metri quadrati di esposizione per raccontare la storia della mobilità con 3mila oggetti in mostra, tra cui plastici e simulatori interattivi.
Una tappa obbligata quando si intraprende il Grand Tour of Switzerland, viaggiando sulle strade e passi alpini della Confederazione, alla ricerca di una nuova idea di Svizzera, che dimentichi lo stereotipo banche/formaggio/cioccolato e abbracci la realtà di un Paese dinamico, in un’esperienza di viaggio dove l’andare conta quanto la destinazione.