di Anonimo
Da Varese a Firenze passando per il Lago Maggiore e Taormina: è sempre una questione di buon gusto
Nuova ospitalità
Nei palazzi della storia
Edifici antichi, dimore nobiliari, castelli dimenticati o in rovina ristrutturati per diventare luoghi di soggiorno e fonte di risorse per il loro mantenimento. È con questa idea che, cinquant’anni fa, The Landmark Trust, ente britannico no profit, ha iniziato a recuperare circa 200 proprietà in tutto il mondo. In Italia sono sei: la palazzina dell’Associazione Keats and Shelley Memorial a Roma (nella foto), villa Saraceno ad Agugliaro (Vi), le foresterie di villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (Pd) e di San Fruttuoso a Camogli (Ge), Casa Guidi a Firenze e l’ex convento di S. Antonio a Tivoli (Roma).
Info: landmarktrust.org.uk.
Taormina
Per provare i cocktail dei vip
Hanno resistito alla idea di buttare giù le mura per far passare “the beast”, l’auto blindata di Trump nelle stradine fino al teatro greco. Ma per il resto hanno rimesso a lucido tutto il paese per il G7 e già si preparano all’altro incontro internazionale sulle pari opportunità. Per Taormina è di nuovo un momento d’oro. Ma nella nuova mappa della storica capitale del Grand Tour ci sono dei luoghi più rilassanti nelle agende del grandi e più alla nostra portata. Uno è di sicuro il Morgana, un lounge bar con l’Ibiscus garden, un rigoglioso giardino, che cambia stile a ogni stagione. Qui nei pochi momenti liberi si sono affacciati i membri del G7 e sono di casa Dolce e Gabbana, Sharon Stone e Richard Gere...
Il “mixologist” e direttore creativo Christian Sciglio, esperto di sapori siciliani, dall’agave alla pala del fico d’India al gelsomino, agli agrumi, ha creato per la Trump il cocktail Melania.
Info: Scesa Morgana 4; morganataormina.it.
Varese
Chef che insegnano a chef
Immaginate un nugolo di chef a fine carriera che, insieme, insegnano a giovani eredi i loro segreti in cucina. Sembra la sceneggiatura perfetta per il seguito de La grande abbuffata, ma sarà realtà dal prossimo anno quando inaugurerà, a Varese, grazie all’iniziativa del decano degli chef italiani Gualtiero Marchesi, una villa pensata per accogliere chef anziani che possano portare avanti così la tradizione culinaria italiana d’eccellenza da diffondere in tutto il mondo.
Barcellona
Aperta Casa Vicens di Gaudí
Manca ormai davvero pochissimo all’inaugurazione di Casa Vicens a Barcellona. Prima importante opera di Gaudí, fu realizzata fra il 1883 e il 1885 quando il geniale artista era un trentenne in carriera, ma non ancora una star dell’architettura mondiale. La decorazione esterna è in stile ispano-islamico con gli azulejos di colori diversi disegnati dallo stesso Gaudí seguendo a modello le rose d’India che crescevano nel giardino della residenza. Come è caratteristico di tutta l’opera del genio catalano, la cura dei dettagli è pressoché maniacale anche negli interni che vantano mobili e pitture sempre disegnati da lui.
Info: casavicens.org
Firenze
Ospitalità artigiana
Gli Uffizi, la Galleria dell’Accademia, il Duomo, il Ponte Vecchio. Ma anche la carne e il vino. Firenze è tutte queste cose certamente, ma come ormai poche città italiane il capoluogo toscano ha saputo mantenere e valorizzare anche il suo patrimonio artigianale. Per scoprire botteghe e laboratori, per conoscere la tradizione manifatturiera di una città, per incontrare personalmente più di 60 artigiani, da non perdere l’iniziativa gratuita Vo per botteghe dedicata ai clienti di due prestigiosi hotel della città promossa da Life Beyond Tourism. Chi soggiorna presso l’Hotel Laurus al Duomo e l’Hotel Pitti Palace al Ponte Vecchio non deve lasciarsi scappare l’occasione per conoscere Firenze anche da questo punto di vista.
Info: lifebeyond tourism.org.
Lago Maggiore
Nuovi giardini da scoprire
Raggiungono la notevole quota di 125 i Grandi Giardini Italiani, il network che riunisce l’eccellenza dei parchi visitabili del Paese. Hanno infatti recentemente aderito anche quattro giardini sul Lago Maggiore, ciascuno in grado di offrire uno spettacolo diverso al visitatore: Isola Bella, con il giardino all’italiana, Isola Madre che ne ospita uno all’inglese, la Rocca di Angera con la ricostruzione di un giardino medievale e Villa Pallavicino a Stresa con il parco di sedici ettari.
Info: grandigiardini.it.
Il punto
Chi ha paura dell'orso cattivo?
Vale la pena di riflettere su temi riguardo ai quali non si hanno, e non si possono avere allo stato, opinioni decise. La “neutralità” non è mai una buona scelta, ma valutare con distacco i pro e i contro può essere un metodo civile. A cosa ci riferiamo? Al fatto che un orso, in provincia di Trento, ha aggredito un signore che passeggiava su un sentiero ferendolo seriamente: il malcapitato ha ridotto i danni saltando da un dirupo dove il plantigrado non l’ha seguito anche perché, pare, distratto dall’abbaiare della sua cagnolina.
Sono seguiti, sui media, servizi e pagine intere e si profila già, tanto per cambiare, la contrapposizione tra chi risolverebbe la questione imbracciando il fucile e chi difende l’orso a spada tratta. Ragioniamo.
Non è il primo caso di aggressione, in quella zona, da parte degli orsi verso gli esseri umani. Qualcuno dice che sono diventati troppi: erano vicini all’estinzione, li abbiamo importati e protetti e adesso, pare, spadroneggiano. Succede, in altre zone, anche con i cinghiali e i lupi. L’equilibrio naturale nella catena ecologica è delicato e ricostituirlo è un’operazione difficile che spesso non riesce subito bene. Gli animali non sono quei simpaticoni che ci descrivono i cartoon, non tutti gli orsi assomigliano a Yoghi: hanno regole istintive che spesso non siamo in grado di prevedere. Anche nella nostra specie (l’uomo) a volte si rivelano istinti assassini quasi incomprensibili, lo vediamo spesso. Tanto è vero che, leggo, in Trentino gli orsi più nervosetti sono tenuti in un’area ampia ma recintata e inibita all’uomo.
Va a capire come, quando e perché improvvisamente si arrabbiano. E allora delle due l’una: o facciamo la guerra agli orsi in Trentino o non andiamo a passeggiare nei loro territori. Oppure stiamo attenti, sapendo che è sempre possibile l’incontro pericoloso. Non so che cosa si possa fare. Ma sono sicuro che non servano gli estremismi, a favore o contro l’orso. Questo mondo l’abbiamo reso quasi del tutto artificiale; le api non fanno più miele, minacciate da un’ape cattiva che viene da non so dove e impedite nel lavoro di impollinazione perché le zagare sono inquinate; la xylella, altro parassita di importazione, distrugge gli ulivi, mentre il pesce-siluro, predatore violento che qualcuno ha introdotto nel Po, si sta mangiando tutte le specie autoctone. Ricompaiono, nell’uomo, malattie che sembrano debellate e si impone, per legge, la vaccinazione. Insomma, questo pianeta l’abbiamo proprio ridotto male e i tentativi di ripristino (compreso quello di difendere le specie in via d’estinzione) sono difficili e problematiche. Che un uomo sia stato ferito da un orso (e poteva andare peggio) è cosa seria e spiacevole, ma non esageriamo: è un incidente che può essere messo in conto. Sennò non si capisce perché, visti i tanti morti e feriti sulle strade, non abbattiamo a fucilate le automobili e non le releghiamo in una riserva recintata. A.A.