Gioielli di famiglia. Valeggio sul Mincio: un fascino millenario

Nella Bassa veronese il Borghetto medievale è stato protagonista della storia, dall’età del bronzo ai film di Visconti, che qui girò Senso, con la seducente Alida Valli

 La prima volta che sono andato a Valeggio sul Mincio – ricordo di battaglie risorgimentali – sono rimasto, alle fiamme del tramonto, ammirato davanti allo spettacolo delle cascatelle d’acqua sotto la mole imponente dell’ultimo, rosso torrione a difesa del ponte dei Visconti e fra le case intatte del Borghetto medievale. Che è stato ed è di mugnai e di pastai, di grano e di riso. Quello sciabordare continuo, luminoso, delle acque fluviali, dopo l’antica chiusa, era un rumore antico e una visione di altri tempi. Allora mi sono ricordato che proprio su quel ponte, fra quelle case del borgo, in quella campagna assolata, un regista raffinatissimo, il nobile Luchino Visconti di Modrone, aveva girato il suo film più fascinoso, Senso, nell’estate del 1953, con masse di uomini armati, di carriaggi, di cavalli e cavalleggeri, vere, palpitanti. Lì aveva ripreso le scene della controversa battaglia di Custoza dove i patrioti si erano battuti col marchese Ussoni (Massimo Girotti) meglio dei militari non riuscendo tuttavia a evitare la sconfitta. Grande protagonista, bella e dolente, patriota e traditrice, la più seducente Alida Valli della storia.

Valeggio, in provincia di Verona, ma vicina a Mantova, ha una lunga storia: nella zona del bel Borghetto parte dall’età del bronzo, con infiltrazioni dei soliti Etruschi. Poi scendono in massa i Celti e salgono i Romani. Tuttavia la fisionomia di Valeggio, anche se la sua fondazione è longobarda, emerge con la signoria degli Scaligeri. Loro è l’agile e turrito castello del Duecento, loro la torre campanaria, il monastero di S. Maria sulla riva del fiume dove si incontrano pure i misteriosi Templari. Il tempo per i Visconti milanesi di insediarsi fra queste mura e la Repubblica di Venezia vi stabilisce il suo duraturo dominio: dal 1405 a Napoleone. Nella fiorente campagna di Valeggio spicca una villa di scuola palladiana costruita per i veronesi conti Maffei, facoltosi proprietari della zona ricca di mulini, bachi da seta, vigne e frutteti. Villa poi dei Nebuloni e dei Sigurtà, affrescata, sontuosa, dove Napoleone III insediò il proprio quartier generale nel 1859 allorché decise di interrompere la campagna a fianco di Vittorio Emanuele II. Nella grande villa e nei suoi armoniosi giardini è davvero passata la storia. Più modestamente a Valeggio e nel suo borgo resta una tradizione culinaria paesana di prim’ordine con i tortellini di sfoglia leggera ripieni di carni varie, da innaffiare col profumato bianco di Custoza, e rossi di qualità di Verona e con gli spumanti della vicina Franciacorta. Cenare di sera, restare fino a notte ai tavoli dell’Antica Locanda o del Ponte, col Borghetto illuminato e l’acqua che scorre fresca, saltellante, è uno spettacolo memorabile. Come ben sanno le coppie sedotte da quell’intenso, antico Romantischen.