Winterthur, soddisfazione assicurata

Con oltre 100mila abitanti Winterthur è la più grande città svizzera a non essere capitale di alcun Cantone. Un passato industriale e un presente di centro museale, non è la solita cartolina della linda svizzera, ma una città in divenire

Quando dici: «Sto andando a Winterthur», ti guardano strano. Tutti pensano alle Assicurazioni, difficile che si siano chiesti da dove venga quel nome. Perché la città di cui l’azienda porta il nome è poco conosciuta, e ancor meno frequentata, almeno dai turisti italiani. Eppure è la sesta città svizzera per numero di abitanti (circa 110mila), la più grande non capitale cantonale – si trova nel canton Zurigo –, ma soprattutto è sede di alcuni musei davvero notevoli. Per il resto Winterthur – da cui parte la terza tappa del nostro Grand Tour of Switzerland, il circuito di 1.600 chilometri per scoprire la Svizzera –, è il posto ideale dove andare alla ricerca di una nuova idea della Confederazione.

Perché Winterthur non è la solita carrellata di immagini da cartolina, tutt’altro. Il glorioso passato industriale (qui si costruivano locomotori) è incarnato dal quartiere a ridosso della stazione: una serie di capannoni di mattoni che stanno nascendo a nuova vita grazie a progetti come lo Skills Park, un centro con piste per skateboard, ginnastica e altre evoluzioni assortite, e al recupero delle architetture industriali con un ostello, uno studio di registrazione, bar hipster e negozi dell’usato usciti dagli anni Settanta. Ma se il recupero industriale è un paradigma diffuso in Europa, Winterthur è soprattutto altro: una città incredibilmente verde, con parchi e giardini in ogni dove e i boschi a due passi. Il che la rende assolutamente vivibile, come ogni città svizzera, con l’aggiunta che è anche invasa dalle biciclette neanche fosse Pechino negli anni Ottanta. La vita qui è rilassata, ma dà un’impressione di vivacità, specie in estate, quando ogni angolo è popolato da tavolini dove sostare e perdersi in chiacchiere. Ma la vera sorpresa di Winterthur sono due musei: l’Oskar Reinhart Collection Am Römerholz e il complesso dedicato alla fotografia che si articola in Fotomuseum Winterthur e Fotostiftung Schweiz, la Fondazione Svizzera per la Fotografia.

Il primo è una collezione privata dedicata ai precursori dell’impressionismo e impressionisti raccolti da Oskar Reinhart, figlio di un importante industriale del cotone, ma con il pallino per l’arte più che per gli affari. Con gusto estetico e metodo durante il secolo scorso ha messo insieme centinaia di tele oggi donate allo Stato ed esposte nella sua residenza, Villa Am Römerholz, con un allestimento semplice e curato. Così in poche sale si passa dalle nature morte di Goya a opere di El Greco; da Rembrandt agli impressionisti francesi, da Monet a Pissarro, da Manet a Renoir fino a qualche Gauguin degli albori. La collezione di Oskar Reinhart non è tutta conservata nella sua villa a due passi dal centro; un’altra cospicua parte è esposta nel Museum Oskar Reinhart am Stadtgarten: ex scuola superiore che ospita la collezione di oltre 600 opere di impressionisti tedeschi, svizzeri e austriaci che il magnate donò alla città. Si concentra sul racconto della realtà, ma con un mezzo espressivo diverso, il complesso dedicato alla fotografia, il più importante di tutta la Confederazione.

La Fotostiftung Schweiz è un’istituzione impegnata nella conservazione e nelle divulgazione delle fotografia svizzera, con le sue collezioni dedicate agli autori nazionali e alle immagini che documentano e raccontano il Paese. Il Fotomuseum Winterthur ha un respiro più internazionale e un’attenzione alla fotografia come forma d’arte e terreno di sperimentazione tecnologica, specie con il digitale. Insieme formano un bel mix da vedere prima di ripartire con il Grand Tour e immortalare la prossima tappa su Instagram, hai visto mai che anche queste immagini finiranno prima o poi al Fotostiftung Schweiz?