Nelle Eolie, i sentieri verso il Paradiso

Su e giù per i cammini impervi di Salian e quelli magistralmente tenuti di Filicudi. CHe ha detto che per camminare si debba per forza andare in montagna?

 I sentieri, per definizione, o anche non per definizione, sono quelli delle montagne. Quando si pensa a un sentiero si immaginano salite più o meno impervie che tra pini mughi, mirtilli, genziane e marmotte, ti portano fino alle vette più alte. Niente di più sbagliato. I sentieri sono ovunque, al mare e nelle campagne, sulle rive dei fiumi e perfino in certe cittadine di provincia. Ma i sentieri che io adoro sono quelli delle piccole isole, in particolare quelli delle isole Eolie, i sentieri di Lipari, quelli magistralmente curati di Filicudi, il sentiero che porta in cima alla bocca di Stromboli, le migliaia di scalini che permettono di visitare Alicudi, qualche sentiero perfino nella mondana Panarea e nella agreste Vulcano. E, in ultimo ma non per ultimi, i sentieri di Salina, la più bella delle isole Eolie, la più verde, la più umida, la più ospitale, la più affascinante. Io, lo avrete capito, abito a Salina. Ci abito sei mesi all’anno ma mi bastano. E abito in una casetta minima alla quale si può arrivare solo percorrendo un sentiero fatto di 250 gradini alla fine dei quali ti spettano di diritto sempre un paio di bicchieri di acqua ghiacciata e una doccia ristoratrice.

Quando ho voglia posso anche proseguire se non rimango incantato dall’affaccio sullo splendido lato nord di Lipari. E salgo fino alla località Paolo Noci dove un casotto, una specie di rifugio aperto ai visitatori ma di proprietà della famiglia Costa, consente una sosta con tanto di acqua fresca della cisterna rifornita dalle pioggie e di ombra sotto gli ulivi. E poi ancora su, e poi ancora giù, direzione Rinella, la frazione di Leni, dove una spiaggia di sabbia nera ti accoglie e ti consente un bagno che sa di paradiso. Questo sentiero, in realtà, non è molto consigliabile perché gli amministratori di Salina non sono saggi come quelli che sistemano i sentieri di Filicudi, ma con un po’ di prudenza ce la si può fare. E, arrivati a Rinella, si può anche proseguire per la Casa del Capitano e grazie a un paio di sentieri, molto ma molto impervi, scavallare una montagna e arrivare a Pollara, una delle baie più belle del mondo, quella di Massimo Troisi, di Pablo Neruda, del Postino. Nella mia Salina ci sono anche sentieri che ti portano in cima agli antichi vulcani. Non sono faticosi e quando sei in cima hai il privilegio di poter vedere tutte le sette isole Eolie, e non è roba da poco (nella foto, Stromboli e Panarea).

Ma adesso debbo spogliarmi degli abiti di tifoso di Salina per parlar bene dei sentieri di Filicudi. Sono tanti, molto spettacolari, e ti consentono di percorrere tutte le zone dell’isola, da quelle che portano all’elegante paesino di Pecorini, un angolo di paesaggio greco dove bagno e pesce alla griglia si sposano in uno splendido mix, a quelle attorno alla cima Fossa delle Felci, da dove il paesaggio è sullo scoglio della Canna e su Monte Nasseri. E chi non ha paura delle distanze, della fatica e ama l’avventura può anche spingersi a Zucco Grande fino a Ficarrisi a guardare dall’alto lo scoglio del Giafante. Ma ricordatevi l’acqua. In tutte le isole Eolie non esiste una fonte che sia una. E tanta gente si chiede ancora come facciano a esserci delle foreste.