Innsbruck: la signora delle Alpi

Sportiva e intellettuale, classica ma con tocchi di contemporaneità firmati dalle archistar più famose, la città tirolese è un viaggio nel tempo che parla di imperatori e salti con gli sci

A Innsbruck sono riusciti a far dialogare l’imperatore Massimiliano I e l’archistar, recentemente scomparsa, Zaha Hadid nota per le sue scelte ardite. I local possono serenamente passare sotto il Tettuccio d’oro con la tavola da snowboard in spalla e prendere la funicolare per raggiungere le piste a una delle fermate disegnate appunto dalla Hadid. È una città sportivamente intellettuale, classicamente moderna e curiosamente imprevedibile. Basta fare una passeggiata nel centro storico per capirlo.

Punto di partenza ideale il Tettuccio d’oro, ovviamente, accecante nelle giornate d’estate, illuminante sempre e stupefacente nelle sue decorazioni. Già perché il grande regalo che l’imperatore MassimilianoI fece alla città nel 1496, con le sue 2.657 tegole di rame placcate d’oro e i bassorilievi raffiguranti le sue due mogli, compresa la milanese Bianca Maria Sforza, nonché se stesso in costume da giullare con tanto di orecchie d’asino, è da allora il simbolo di Innsbruck immortalato in decine di migliaia di immagini e selfie. Il consiglio per i fotomaniaci è di scattare dalla vicina Torre civica costruita nel 1450 e alta 51 metri. Per raggiungere il punto panoramico migliore bisogna però fare 148 scalini stretti e angusti, ne vale la pena perché la vista è a 360 gradi, ma è innegabile che serva un minimo di fatica. Da qui però si capisce l’anima della città, nonché la sua stratificazione storica e architettonica. Da una parte è possibile osservare uno dei palazzi più belli del centro storico, l’Helblinghaus, abitazione borghese del XV secolo dal nucleo gotico, ma dalla facciata tardo barocca decorata intorno al 1730, dall’altra, decisamente più lontano, ma inconfondibile c’è il trampolino per il salto con gli sci di Bergisel progettato dalla tirolese onoraria Zaha Hadid e straordinario landmark contemporaneo della città. Nel mezzo il Duomo dedicato a S. Giacomo, la Hofkirche, la chiesa di corte, realizzata proprio per ospitare il monumento funebre di Massimiliano I e il Palazzo Imperiale costruito a partire dal 1460 e trasformato dall’imperatrice Maria Teresa in un tripudio rococò.

Queste le tappe imprescindibili di un tour nel capoluogo tirolese; ma è andando in giro un po’ a caso che si scopre la felice commistione tra architetture classiche e moderne iniziata a partire dagli inizi degli anni Duemila e sempre in evoluzione. Oltre alle tracce lasciate dalla Hadid, infatti, altri grandi architetti contemporanei hanno voluto lasciare il loro segno in città. Dominique Perrault, per esempio, già autore della Biblioteca nazionale di Francia, ha riqualificato un’area centralissima, la Maria-Theresien-Strasse, progettando una galleria commerciale coperta da una scacchiera di vetro colorato opera dall’artista Daniel Buren (autore della vetrata colorata delle scale laterali della Triennale di Milano). Praticamente di fronte c’è il Kaufhaus Tyrol Department Store, un enorme centro commerciale firmato dall’inglese David Chipperfield e caratterizzato da uno stile moderno, ma ispirato alle classiche architetture di Innsbruck. Il risultato è notevole e, per una volta, stare in un centro commerciale non è completamente alienante.

E gli interventi contemporanei sono un po’ ovunque: design hotel, ristoranti e bar sui tetti dei palazzi storici, musei sperimentali. Tra questi ultimi il più scenografico è senza dubbio Das Tirol Panorama: un dipinto a 360 gradi di circa mille metri quadrati raffigurante la battaglia di Bergisel del 1809 tra truppe tirolesi e franco-bavaresi. Un’esperienza visiva notevole e dettagliatissima che coniuga perfettamente la tradizione del racconto storico con la tecnologia moderna. L’ennesima prova che a Innsbruck il dialogo è passato serenamente dalle baionette alle tavole da snowboard.