di Barbara Gallucci
Viaggio nell’antica Tracia per scoprire la seconda città europea per la cultura nel 2019 insieme a Matera. Tra eredità romane e bizantine, influenze ottomane e sovietiche e tanta voglia di comparire sulle mappe contemporanee
Dici Matera e quasi tutti sanno dov’è. Magari c’è chi la colloca in Puglia invece che in Basilicata, ma un’idea, seppur vaga, della posizione e dell’immagine della futura Capitale europea della cultura esiste. Ma Matera non sarà sola nel 2019. La gemella diversa che ha ottenuto lo stesso riconoscimento si chiama Plovdiv e si trova in Bulgaria, circa 150 chilometri a sudest della capitale Sofia. Una mappa può essere utile in questo caso (in fondo all’articolo). Guardando quella mappa, nel quadro d’insieme, la posizione geografica potrebbe non rivelare nulla nell’Europa contemporanea, ma c’è stato un tempo, un tempo particolarmente lungo, in cui la città è stata crocevia di importanti vie di comunicazione con l’Oriente e, per questo motivo, molto ambita da re e imperatori. Un rapido elenco indica la fondazione da parte dei Traci, la presa da parte dei Macedoni nel 341 a.C., in particolare con Filippo II, padre di Alessandro Magno, che la chiamò Filippopoli tradendo un discreto narcisismo. Poi nel 46 d.C. arrivarono i Romani che, fra Traiano e Marco Aurelio, si misero d’impegno per trasformarla in Trimontium, capitale della Tracia, che i barbari (prima i Goti e poi gli Unni) si misero altrettanto d’impegno a distruggere. Il via vai è proseguito coi Bizantini, con gli Ottomani, con l’armata russa pre e post Rivoluzione d’Ottobre.
Lezione di storia terminata. Si potrebbe iniziare con quella di storia dell’arte. Già perché tutti questi popoli o quasi (tracce dei barbari non se ne vedono) hanno lasciato all’odierna Plovdiv eredità architettoniche e culturali che siamo andati a vedere. «Questa città ha avuto un ruolo importante in passato e noi siamo convinti che valga la pena scoprirlo. Proprio partendo dalla nostra eredità storica e culturale stiamo lavorando per il programma di eventi», racconta a Touring Radost Ivanova, direttore organizzativo del comitato Plovdiv 2019 che prosegue: «Abbiamo scelto come slogan della manifestazione Together, insieme, per far capire che uniti si può fare davvero molto».
Per rodare la macchina organizzativa a Plovdiv hanno deciso di sfruttare i due anni precedenti per testare festival ed eventi. Tra il 2017 e il 2018 circa 300 appuntamenti hanno attirato e puntano ad attirare in città sempre più turisti (lo scorso anno le statistiche segnavano un più 10 per cento rispetto al 2016). «Usiamo la cultura come una molla per far stare meglio le persone. Certo, all’inizio eravamo consapevoli che nessuno avesse idea di dove fosse Plovdiv, per quello ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo coinvolto tutta la cittadinanza per trovare le idee giuste per promuoverla», prosegue la Ivanova. Pur essendo cinque volte più grande di Matera (Plovdiv conta 340mila abitanti, la città lucana solo 60mila), il centro storico è tutto a portata di passeggiata. Per arrivarci bisogna superare l’ostilità periferica in stile soviet, ma una volta giunti nella zona pedonale le sorprese, e per una volta lo sono per davvero, non mancano. Alcune delle tracce più antiche si trovano nella parte “moderna” della città come lo Stadio romano i cui resti emersi fronteggiano la moschea Dzhumaya mentre quelli non visibili scorrono sotto la ulica Knyanz Alexander I. Costruito tra il I e il II secolo, pare potesse contenere fino a 30mila persone. Ai Goti, forse poco sportivi, non piaceva e ne distrussero buona parte, ma lungo la strada, non mancano indicazioni e piantine per capire come era fatto. In fondo si arriva al Foro costruito nel III secolo, il fulcro della città romana i cui scavi sono tuttora in corso (i Goti non hanno infierito, ma il tempo che passa sì).
E se il contrasto tra la zona commerciale odierna e quella che fu è stridente, l’uniformità estetica della città vecchia che si trova su una collina rasserena occhi e mente. Gli edifici e le case colorate sono tutti costruiti durante la rinascenza bulgara, il periodo storico a inizi Ottocento in cui il Paese prese coscienza di sé e della sua voglia di indipendenza. Alcuni di questi ospitano botteghe artigiane con fabbri, sarti, ceramisti, o piccole case museo che offrono l’opportunità di scoprire come sono fatti anche all’interno. Tra i più affascinanti la kasta na Agir Kujumdzioglu che ospita il Museo etnografico. Poco lontano si raggiunge la sommità del colle dove si trova il parco archeologico Nebet Tepe fulcro originario della città. Da qui si gode uno spettacolare panorama. Non esattamente lo stesso che si gode dalle terrazze sulla gravina materana, ma a modo suo affascinante. E quello stesso panorama fa da quinta al poco distante Teatro romano eretto sotto Traiano tra il 114 e il 117 e poi riportato alla luce e ricostruito parzialmente negli anni Settanta del Novecento. Già utilizzato per spettacoli teatrali e musicali, sarà questo uno dei luoghi più importanti delle celebrazioni e degli eventi del 2019. L’anno magico che collegherà idealmente Matera a Plovdiv: «Stiamo collaborando con il comitato organizzatore italiano, sono venuti qui e noi siamo andati lì», spiega la Ivanova, «Ci stiamo confrontando su programmi ed eventi che presenteremo a Bruxelles ad aprile; vogliamo tutti che nel 2019 sia la cultura a vincere». Sperando così che non serva più una mappa per capire dove è Plovdiv.