La pista dei briganti

In val Brembana un antico tracciato ferroviario è ora una ciclabile ideale per un turismo slow

È la pista ciclabile dei Briganti quella che per 21 chilometri risale la val Brembana, in provincia di Bergamo, da Zogno fino a Piazza Brembana, costeggiando e a volte attraversando il fiume Brembo. Il percorso è stato fino al 1966 quello della ferrovia che dal 1906 aveva portato i viaggiatori fino ai piaceri di una Belle époque che a San Pellegrino è ancora ben visibile negli edifici liberty delle Terme, del Grand Hotel, del Casinò.

La pendenza dunque è leggera e il percorso suggestivo: intreccia il Brembo, a volte correndone a lato, altre volte risalendo fino a dominarlo, o superandolo con ponticelli più o meno antichi. Una pista che possono percorrere anche le famiglie e che attraversa molte gallerie che si illuminano al passaggio dei ciclisti. Comincia a Zogno, passando sotto e a lato della chiesa; Zogno, 334 m, è anche il paese di Vincenzo Pacchiana, meglio noto come Pacì Paciana, detto il padrù de la val Brembana, una sorta di Robin Hood che alla fine del Settecento rubava ai ricchi per dare ai poveri. Il personaggio è diventato l’eroe di una serie di opere dei burattini di Bigio, il proprietario e fondatore della pasticceria omonima a San Pellegrino: alternava la capacità di inventare il “Biscotto di San Pellegrino” con l’abilità di costruire i burattini che ancora oggi adornano le pareti del locale.

La ciclabile a San Pellegrino passa proprio dietro il maestoso Grand Hotel, oggi in restauro, splendido liberty italiano, che a partire dal 1902 ha ospitato re e regine, attori e cantanti. Poco distante, dall’altra parte del fiume, le Terme rimesse a nuovo e il Casinò, che merita una visita con guida per ammirare un altro gioiello liberty. Da qui la ciclabile risale la valle e arriva a San Giovanni Bianco, 401 m, dove confluiscono in un paesaggio selvaggio il Brembo e l’affluente Enna, e da dove parte la suggestiva strada per la val Taleggio: il percorso dell’Orrido, scavato nella roccia e a strapiombo sul fiume è altamente suggestivo. Nella Parrocchiale è custodita la Sacra Spina, che secondo la leggenda ha portato fin qui un altro dei briganti della valle, Vistallo Zignoni che, a cavallo tra il XV e il XVI secolo si arruolò nelle truppe di Francesco Gonzaga per sfuggire a una condanna per omicidio, partecipando alla battaglia di Fornovo sul Ta­­ro nel 1495 contro i Francesi. Vistallo riuscì a catturare un valletto del re francese che aveva con sé molti preziosi e una teca con la Sacra Spina della corona di Cristo che portò alla chiesa di San Giovanni Bianco. Ogni anno, nella domenica di Passione (precedente a quella della Palme), una processione celebra l’arrivo della reliquia.

La ciclabile risale la valle in uno dei tratti più spettacolari, a picco sul Brembo, fino a Camerata Cornello, 570 m, il paese dei Tasso, la famiglia del poeta Torquato, nonché degli inventori del servizio postale in tutta Europa da cui discendono i nobili tedeschi Thurn und Taxis. Qui si può visitare il Museo del servizio postale, in onore appunto dei Tasso. Il paese conserva la struttura medievale, oggi interamente pedonale. La strada centrale è tutta porticata: vi passava la Via Mercatorum che proveniva da Bergamo e poco più in là incrociava la Priula che portava, attraverso il passo di S. Marco, in Valtellina. Ma Camerata Cornello è anche il paese del brigante Simone Pianetti che nel 1914, perseguitato dal prete e dalle autorità locali perché aveva osato far ballare nella sua osteria al sabato sera, prese il suo fucile e ammazzò sette personaggi di una lista di 14. Uccise tra gli altri, il medico, il sacerdote, la perpetua, il sacrestano e il segretario comunale. Poi scappò sulle montagne che conosceva a menadito e di lui non si seppe più nulla. Oggi l’Ostello dei Tasso, oltre a offrire camere e ristorante proprio sul fiume, di fianco alla ciclabile, organizza in estate una recita della vicenda di Pianetti che si snoda nei luoghi stessi del dramma con attori del posto. Ripresa la pista e, superato un ponticello sul Brembo, si arriva a Scalvino di Lenna, passando presso l’agriturismo Da Ferdy. Molti i cavalli con maneggio, asini, pony, conigli, galline, animali vari, ma anche un centro benessere che usa il fieno e gli oli per cure di bellezza, e un ristorante che propone menù a base di prodotti locali. Da qui la ciclovia, con un’ampia curva che costeggia il piccolo lago artificiale del Bernigolo, e in vista del monte Menna 2300 metri, arriva finalmente, dopo un’ultima galleria, a Piazza Brembana, 482 m.

Fotografie di Giulio Oldrini