Donnavventura 2017, Africa e Oceano Indiano

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In onda su Rete4 l'edizione 2017 di Donnavventura, che ha portato l'inviata Touring Chiara Francesca in Kenya, in Etiopia e alle Maldive

 

«Quello che ciascuna di queste mete ha in comune è la sensazione di libertà che trasmette». Così scrive Chiara Francesca nel suo diario di viaggio, commentando la sua esperienza come inviata Touring a Donnavventura 2017.
Dopo i viaggi da sogno degli ultimi due anni, che hanno suscitato grandi emozioni, un po’ di invidia e anche qualche critica, Donnavventura è tornata alle origini: il tour 2017, che va in onda su Rete4 ogni domenica alle 14 da gennaio fino ad aprile è all’insegna dell’Avventura con la A maiuscola.
La spedizione, durata tre mesi, da settembre a dicembre 2017, ha avuto come mete l’Africa nera e l’Oceano Indiano. Prima tappa il Kenya, seguito dall’Etiopia, dove le ragazze sono rimaste oltre un mese, poi Mozambico e Zanzibar, infine le Maldive, dove è stato organizzato un inedito e suggestivo campo base su un’isola disabitata.
Durante l’estate, nella consueta settimana di addestramento finale a La Thuile, in Valle d’Aosta erano state scelte fra le 100 “finaliste” le sei nuove reporter: Alessia, Arianna, Chiara Francesca, Felicitas, Marianna e Vanessa, coordinate dalle veterane Ana e Valentina, che sono partite da Milano il 5 settembre. Fra loro c’era la nostra inviata, Chiara Francesca, 24enne di Vimodrone, in provincia di Milano. Laureata in linguaggi dei media, prima di partire lavorava presso il Teatro Alla Scala.

La prima tappa è stata il Kenya, partendo dalla capitale, Nairobi, per poi scoprire i grandi parchi nazionali, dal Masai Mara allo Tsavo, dal Nakuru all’Amboseli. Così scrive nel suo diario Chiara Fra, come la chiamano le sue compagne di spedizione: «Non c’è parco nazionale in cui non abbia lasciato il cuore. Distese sconfinate immerse in un silenzio totalizzante. È solo natura. I paesaggi offerti dai grandi parchi sono tutti diversi: si passa da distese di terra arida e secca, a grandi spazi di terra rossa con fitti boschetti, a zone paludose e con sorgenti d’acqua dolce.
Ma il vero responsabile del mio mal d’Africa è il sole: un disco di fuoco che con i suoi colori ridisegna il paesaggio. Quando sorge è roseo, nelle ore centrali della giornata diventa giallo intenso, nel tardo pomeriggio si ingrandisce sempre più e diventa rosso fuoco prima di sparire all’orizzonte.»

Il 6 ottobre il team si è spostato nel Corno d’Africa, in Etiopia: da Addis Abeba, la capitale, le ragazze hanno raggiunto la valle dell’Omo per scoprire usi e costumi di antiche tribù come i mursi e i konso e, nelle settimane successive, Lalibela con le sue chiese scavate nella roccia e la regione desertica della Dancalia, dagli incredibili colori. In Etiopia, Chiara Fra ha dovuto lasciare la spedizione per motivi di salute e rientrare in Italia.

Il 16 novembre è tornata, riabbracciando le compagne alle Maldive, dopo aver purtroppo saltato le altre due tappe africane, Mozambico e Zanzibar. Così racconta il suo ritorno: «Dopo il periodo africano, un paesaggio così fa il suo effetto. Cambiano i colori, dal rosso arancione del sole keniota a quello rosa maldiviano che si tuffa nel mare. Cambiano i profumi, da quello selvaggio della savana a quello esotico delle isole. Soprattutto, cambiano i silenzi: da quello assordante dell’Africa Nera al suono sommesso e rilassante delle onde che si infrangono sulla spiaggia.»
Il tour si è concluso nell’Oceano Indiano: le Maldive sono infatti state l’ultima(e invidiatissima) tappa. Negli ultimi 20 giorni di viaggio, il team ha visitato tutte le isole, dalle più note Athuruga e Thudufushi alla piccola capitale Malè, per raggiungere infine l’atollo di Fafuu, dove l’università Bicocca di Milano ha creato sull’isola di Magoodhoo un dipartimento di ricerca, il MaRhe Center, che accoglie biologi marini da tutto il mondo.
Oltre che in tv su Rete4 potete seguire il tour 2017 di Donnavventura sul nostro sito, www.touringclub.it, dove vi mostriamo in anteprima immagini dei luoghi visitati e il reportage della nostra inviata.