Bandiere arancioni: vent'anni di borghi eccellenti

Oriolo,

Nel 1998 nasceva in Liguria l’iniziativa Bandiera arancione, marchio di qualità per promuovere le località dell’entroterra italiano: oggi sono 227 i Comuni che fanno parte dell'iniziativa.

Secondo gli adepti della cromoterapia l’arancione è il colore che aiuta a rendere le persone più ottimiste, estroverse e spontanee. La cromoterapia è una medicina alternativa basata sui colori, e come scienza lascia il tempo che trova. Però su un punto ha ragione: l’arancione rende le persone più ottimiste ed estroverse, specie quelle che vivono in uno dei 227 borghi Bandiera arancione certificati dal Tci.

Ma che cosa è una Bandiera arancione? «È un marchio di qualità turistico-ambientale, pensata dal punto di vista del viaggiatore e della sua esperienza di visita, viene assegnata alle località che non solo godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio, ma sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità» spiega Marco Girolami, direttore strategie territoriali del Tci. Così la Bandiera viene assegnata a quelle località dell’entroterra con meno di 15mila abitanti, borghi che costituiscono la vera spina dorsale d’Italia. Una spina dorsale per decenni dimenticata, con paesi spesso dimenticati dalle istituzioni, vittime dello spopolamento. Eppure, secondo l’architetto Daniel Libeskind: «I piccoli centri italiani racchiudono il Dna dell’umanità». Che quella di Libeskind non sia un’esagerazione tipica da archistar il Touring Club Italiano l’ha capito da tempo. Almeno da quando, era il 1998, venne creata, su impulso dell’Assessorato al turismo della Regione Liguria, l’iniziativa Bandiera Arancione. La Regione aveva l’obiettivo di valorizzare maggiormente i borghi dell’entroterra allora esclusi da ogni tipo di riflessione e politica di sviluppo turistico e disertati dai visitatori. «Quando è nato si trattava di un programma sperimentale e creativo. Bisognava coinvolgere i Comuni in qualcosa che andava creato e immaginato insieme, e veniva certificato dal Touring» aggiunge Girolami. Il primo Comune ad aggiudicarsi la Bandiera fu Sassello, in provincia di Savona. Da allora l’iniziativa è diventata grande, toccando tutte le Regioni.

Così adesso i Comuni certificati per il triennio 2018-2020 sono diventati 227, premiati lo scorso gennaio nel corso di una grande festa che si è tenuta a palazzo Ducale, a Genova. «I Comuni subiscono una valutazione quali-quantitativa anonima che verifica oltre 250 criteri, dai fattori di attrazione turistica alla ricettività, senza dimenticare le componenti materiali e immateriali che rendono un paese degno di attenzione» prosegue Girolami. Che non si tratti di una passeggiata lo dice un numero di cui andare particolarmente fieri in un’epoca avara di meritocrazia reale. Su 2.838 candidature presentate solo 227 Comuni si sono visti assegnare la Bandiera, meno dell’8%. «Un numero che è il segno della professionalità di questa iniziativa» sottolinea Giovanni Berrino, assessore al turismo della Regione Liguria che – cosa non scontata – ha creduto nel progetto aldilà del colore politico delle amministrazioni che si sono avvicendate.

Anche perché la Bandiera arancione non è un titolo onorifico, una stelletta da appuntare sul bavero una volta per sempre. Ma è un premio che si deve dimostrare di meritare anno dopo dopo anno. «Il bello di questa iniziativa è che non si tratta di mettere una targa a inizio paese e poi arrivederci e grazie. Ogni triennio c’è una verifica: la continua analisi ci impone di migliorarci, di essere creativi e di agire per attrarre turisti all’insegna della sostenibilità. Pensando a chi viene ma non solo a loro: perché la qualità turistica che certifica il Touring è anche qualità di vita per i nostri cittadini» dice Fulvio Gazzola, presidente dell’associazione paesi Bandiera arancione e sindaco di Dolceacqua. Miglioramento cui contribuisce attivamente il Tci, che per ogni Comune, anche quelli che in prima istanza non si vedono assegnare il riconoscimento, elabora dei piani di miglioramento ad hoc per accompagnare i territori verso l'innalzamento della qualità dell’offerta. «Nella visione del Touring attrattività turistica e benessere dei residenti finiscono per coincidere. In questi anni abbiamo lavorato insieme con una finalità comune: far crescere il turismo valorizzando le distintività di ogni comunità. Consapevoli che il turismo può diventare il fuoco che alimenta uno sviluppo che può garantire benessere agli abitanti» spiega il presidente Tci Franco Iseppi.

Così il turismo dei piccoli numeri diventa il motore di un cambiamento positivo. «Investire nel nostro sviluppo sostenibile significa dare un futuro alle nostre comunità, costruendo qualcosa che va oltre la tutela delle tradizioni e la retorica del piccolo mondo antico. Perché i piccoli Comuni stanno dimostrando che possono essere un motore dell’innovazione e del cambiamento di questo Paese» sottolinea Enrico Borghi, sindaco di Vogogna (Vb). Sviluppo sostenibile che porta risultati concreti, perché alla fine i visitatori arrivano, anche nell’entroterra un tempo dimenticato. Lo dicono i numeri: «Nel 79% dei Comuni sono state aperte nuove strutture ristorative, gli arrivi sono aumentati in media del 45%, le presenze del 38%» conclude. L’artmetica non è come la cromoterapia, non mente.