di Redazione Touring
Hotel digitali, la casa del profumo, ville in festa nel Salento. le novità dal mondo del turismo
Nel Bolognese
Una nuova casa per la creatività Made in Italy
«Forse l’Italia è destinata a chiarire su quali fattori della vita moderna dobbiamo fondarci, per recuperare il perduto senso della bellezza e promuovere, nell’era industrializzata, una nuova unità culturale». Questa frase di Walter Gropius accoglie il pubblico nella nuova sede della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli a San Lazzaro di Savena (Bo) inaugurata in uno straordinario edificio realizzato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Nello spazio si allestiscono mostre volte a promuovere la cultura visiva italiana del XX secolo attraverso nuove chiavi di lettura a cominciare dall’Universo Futurista (nella foto, l’opera rRrR, Rumore di aeroplano, Bruno Munari).
Info: fondazionecirulli.org.
Piemonte
La casa del profumo
È passata alla storia come acqua di Colonia, ma sarebbe più giusto chiamarla acqua di Crana, un piccolo borgo della Val Vigezzo oggi parte del Comune
di Santa Maria Maggiore, tanto bello da meritarsi la Bandiera arancione. È da qui infatti che a fine Seicento partì Giovanni Paolo Feminis ideatore della formula dell’Aqua mirabilis, la preferita da Napoleone. Oggi in onore di Feminis, ma anche di Giovanni Maria Farina – altro vigezzino fondamentale per il successo del profumo – è stata dedicata la Casa del Profumo Feminis-Farina. Si tratta di un piccolo museo di montagna, multimediale e multisensoriale,
dove scoprire la vera essenza, storicae olfattiva, dell’acqua di Colonia.
Info: santamariamaggiore.info.
Puglia
Ville in festa, in Salento
Un intero weekend per conoscere e ammirare le antiche ville di Santa Maria di Leuca, in Salento.
Un percorso tra architetture e giardini fin de siècle che si terrà il 12 e 13 maggio, giorni in cui vengono aperte alcune delle più belle ville, che impreziosiscono il lungomare Cristoforo Colombo. Per l’occasione è previsto anche un treno storico da Lecce, oltre a gite in barca, pranzi speciali, letture e concerti.
Info: tel. 0833.758242.
Ungheria
L’albergo diventa digitale
Un albergo controllato da uno smartphone? Sembrebbe il contrario dell’ospitalità, ma è l’ultima frontiera dell’hotellerie. Si chiama KViHotel ed è un 4 stelle che ha appena aperto a Budapest. Gli ospiti possono organizzare l’intero soggiorno, dalla prenotazione al check-out in una delle 40 stanze, grazie a una applicazione da scaricare sul proprio telefono, in modo da interagire con la reception virtuale.
Info: kvihotelbudapest.com.
Umbria
Porte aperte al Trasimeno
Otto Comuni, un territorio ricco e un unico comprensorio turistico da valorizzare: il lago Trasimeno. Borghi ricchi di storia, arte e sapori, una natura da gustare e un turismo lento, che più lento non si può. Per scoprirlo c’è un progetto di ospitalità davvero speciale: chi soggiorna dal 6 al 13 maggio ha 3 notti gratis, mentre dall’11 al 13 maggio solo, si fa per dire, una notte. E nel weekend vengono organizzati dieci itinerari per conoscere la natura e la cultura del territorio perugino.
Info: porteapertealtrasimeno.it
Lombardia
Una valle di carta
Nella valle delle cartiere non poteva che trovarsi un museo dedicato alla carta. A Toscolano Maderno, in provincia di Brescia, per secoli si è prodotta carta. Fin dal 1300 sul corso del fiume Toscolano iniziano a entrare in funzione cartiere di ogni tipo. Tra queste l’antica cartiera di Maina, che racconta la storia dell’industria attiva nella valle dal medioevo fino al 1962. Un museo che illustra il processo produttivo, attraverso manufatti e macchinari ancora funzionanti, ma che espone anche curiosità legate alla stampa e preziosi volumi del Cinquecento.
Info: valledellecartiere.it.
Madrid
Barceló, hotel in musica
Si chiama Barceló Imagine ed è un hotel speciale, che ha da poco aperto nel centro della capitale spagnola. Un albergo musicale, perché il filo conduttore del design di ognuna delle sue 156 stanze è proprio la musica. L’hotel della catena Barceló si trova a due passi da Plaza de Castilla, nel cuore della movida, si tratta di una struttura all’avanguardia, con area piscina, centro fitness e sauna, ma anche un’attenzione speciale per la gastronomia, degna di un 5 stelle.
Info: barcelo.com.
Il punto
Un oceano di plastica
Isole di rifiuti indistruttibili «stanno uccidendo il mare»
Da qualche tempo noi, cittadini comuni del mondo, prendiamo coscienza, perché i media ce lo spiegano egrazie agli studiosi, delle catastrofiche conseguenze della «indistruttibilità» della plastica. Ho letto un chiaro articolo (la Repubblica del 23 marzo 2018 firmato da Elena Dusi) che riferisce d elle documentate rilevazioni dei ricercatori della fondazione olandese Ocean Cleanup circa l’esistenza di una «isola di plastica» nel Pacifico. Tra la California e le Hawaii il gioco delle correntiha fatto addensare un’incredibile quantità di rifiuti di plastica: si calcola 80mila tonnellate riunite in un’area di 1 milionee 600mila chilometri quadrati (una superficie tre voltela Francia). Inutile aggiungere che questa è solo la parte galleggiante, che altre isole simili anche se di dimensioni meno gigantesche sono presenti nei mari (ovviamente anche nel Mediterraneo, tra Corsica e Toscana) e, soprattutto, che se ne trova in modo crescente traccia inequivocabile negli stomaci di molti pesci e di un gran numero di uccelli marini. Dobbiamo dunque prendere atto del fatto che la realtà attuale (e ancor più futura) è molto peggiore della più lugubre fantascienza. La plastica è indistruttibile e come tale è stata giustamente salutata come un’invenzione utile all’uomo. Tanto più che è riciclabile quasi totalmente (a me, qualche anno fa, regalarono un orologio di plastica molto leggero e gradevole. All’interno trovai una scritta: «… once I was a bottle», un tempo ero una bottiglia.
La colpa di questo sfacelo non può essere addebitata alla scienza e alla tecnologia, ma alla incosciente, suicida sinecura egoistica dell’uomo. Per l’eccessivo, smodato uso che ne fa (per risparmiare tempo e denaro nelle confezioni) e per il colpevole e fraudolento modo che pratica per disfarsi di tali rifiuti scaricandoli in mare, nei fiumi e nelle prime pozze d’acqua che trova. Con le dovute proporzioni è colpevole chi scarica i rifiuti di una nave in mare aperto come l’individuo che butta in acqua, dal gommone o dalla riva, la bottiglia vuota. Siamo al limite. Anzi, l’abbiamo già superato: stiamo, come si dice, segando il ramo sul quale siamo seduti. L’appello ai naviganti (ma anche ai viaggiatori, ai residenti, a tutti) è di riesumare in fretta il primo comandamento della Scuola medica Salernitana: «Primum non nocère». Meglio morire di morte naturale (il più tardi possibile) che ingoiando rifiuti plastici. A. A