di Luciana Senna | Fotografie di Antonio Beato / Archivio Tci
A metà dell’Ottocento alcuni fotografi europei cominciarono a realizzare “ricordi di viaggio” per i visitatori del favoloso Oriente. Tra di loro anche il veneziano Antonio Beato: 48 delle sue stampe conservate nell’Archivio Tci, restaurate, sono esposte a Milano dal 16 maggio al 24 giugno
Intorno alla metà dell’Ottocento alcuni pionieri della fotografia iniziarono a viaggiare nei territori affacciati sul Mediterraneo o ancora più a Oriente, documentando luoghi e genti fino ad allora riprodotti, con più o meno fantasia, attraverso disegni o incisioni. Egitto, Gerusalemme, Petra, Istanbul si materializzano con tutto il loro portato di esotismo e di curiosità, aprendo il favoloso Oriente ai viaggiatori europei. Allo stesso tempo, la fotografia dei luoghi visitati diviene un carnet de voyage che attesta la propria esperienza di viaggio. Alcuni di questi fotografi, fiutate le potenzialità economiche di un mercato della fotografia come ricordo di viaggio, intraprendono una vera e propria attività commerciale.
È il caso, ad esempio, di Pascal Sebah a Istanbul, di Félix Bonfils a Beirut e di Antonio Beato in Egitto. Stabilitosi intorno al 1860 prima al Cairo e poi a Luxor, Antonio Beato avvia una fiorente attività di vendita di stampe. Poche e incerte le notizie biografiche, tanto che a lungo è confuso con il fratello Felice – più celebre e noto soprattutto per le sue magnifiche immagini del Giappone – in quanto molte fotografie erano firmate A. F. Beato.
Quarantotto stampe di Antonio Beato sono conservate nell’Archivio fotografico del Touring. Si tratta di stampe all’albumina, sostanza a base di chiara d’uovo usata per il fissaggio che col tempo conferisce alle stampe il caratteristico colore bruno-giallognolo. Incollate come era uso su supporti di cartoncino, nel corso del tempo si sono incurvate, rendendo indispensabile un intervento di spianatura. Grazie al sostegno dell’Associazione Sos Archivi (vedi box a destra), si è avviato un progetto che combina conservazione e valorizzazione.
Le stampe fotografiche, dapprima ripulite dalle polveri, sono state sottoposte a interventi di restauro che ne hanno ripristinato la planarità; poi sono state digitalizzate e protette da idonei materiali, pronte per essere conservate nell’Archivio fotografico del Touring. Finita la fase di sistemazione “fisica”, si è passati alla catalogazione online. Ora tutti possono ammirare queste fotografie e scoprire la figura di Antonio Beato navigando sul portale digitouring.it, ultimo passaggio di un processo virtuoso.
In via straordinaria le foto di Antonio Beato – si tratta di originali restaurati, sì, ma sempre delicati – sono in mostra dal 16 maggio al 24 giugno al Castello Sforzesco di Milano, grazie all’ospitalità del Civico archivio fotografico che espone anche propri album di Antonio Beato e di altri fotografi coevi. Le stampe rappresentano principalmente i colossi monumentali dell’Egitto dei faraoni, quindi templi, colonne, obelischi, dalle piramidi di Giza fino all’isola di File presso Assuan, in Nubia. Sono presenti anche altri soggetti: le cateratte del Nilo, qualche veduta del Cairo, monumenti islamici – tombe di califfi, moschee, statue.
Un elemento molto interessante di queste 48 stampe è il fatto che gran parte di questi originali abbia indicazioni scritte a mano sul verso, e ben 29 di essi rechino sul supporto una didascalia manoscritta, in italiano e a inchiostro, con la data 1878. Pur in mancanza di documentazione d’archivio, è suggestivo pensare che queste didascalie, tutte della stessa mano, siano una sorta di appunto di viaggio di chi acquistò le stampe durante il soggiorno in Egitto, forse proprio nel 1878. Fotografie in seguito donate al Touring da un socio a testimonianza del suo “modo di viaggiare”. In perfetta sintonia con quanto avviene oggi con le nostre istantanee digitali.
La mostra a Milano
Viaggio in Egitto. Le fotografie di Antonio Beato nell’Archivio Tci
Sala conferenze, Civico archivio fotografico e civica raccolta delle stampe “A. Bertarelli”, Milano, Castello Sforzesco: 16 maggio-24 giugno, ore 9-17.30.
Ingresso gratuito. Info: tel. 02.8526266, touringclub.it e Civico archivio fotografico, tel. 02.88463660, archiviofotografico.milanocastello.it.
Maggiori dettagli qui.
Obiettivo: prevenire i danni agli archivi
L’associazione no profit Sos Archivi che ha sostenuto tutto il “progetto Beato” nasce per promuovere la prevenzione delle situazioni accidentali che possono danneggiare gli archivi documentali e le biblioteche e per offrire immediato intervento specialistico (sosarchivi.it). Riunisce professionisti dei beni culturali e si propone come punto di incontro tra pubblico e privato per diffondere la cultura della corretta tutela e valorizzazione del patrimonio archivistico.
Sos Archivi è inoltre impegnata a coinvolgere archivi e biblioteche, nelle realtà pubbliche e private, nella prevenzione dei rischi di distruzione anche attraverso l’adozione di metodologie e strumenti di prevenzione condivisi. Organizza perciò tavole rotonde, workshop e campagne di divulgazione che sensibilizzino sulla prevenzione, soprattutto dai danni causati da eventi naturali. Dal 2015, Sos Archivi ha istituito un comitato tecnico scientifico per la valutazione di progetti di recupero e tutela di archivi e biblioteche, organizzando iniziative mirate alla raccolta di finanziamenti e donazioni volti alla loro realizzazione.
È nato così il “progetto Beato”: sul sito antoniobeato.sosarchivi.it la storia a puntate della vicenda, attraverso una serie di video che documentano tutte le fasi, dall’avvio al restauro e alla digitalizzazione. Una storia d’archivio a lieto fine, una volta tanto. E speriamo che ce ne siano altre.