di Marco Lupis
Il Museo delle Arti di Catanzaro ha dato il via nel 2008 alla rinascita culturale della città. Un progetto ad ampio respiro che oggi comprende anche il Parco internazionale della Scultura e la casa natale di Mimmo Rotella.
Così il capoluogo calabrese si rilancia anche come destinazione turistica
Parlare della Calabria e del suo capoluogo amministrativo, Catanzaro, in termini di eccellenza, qualità dell’offerta culturale e in una parola di rinascita artistica e museale potrebbe sembrare azzardato. Eppure, dati alla mano, è una realtà.
Nella città del vento (un proverbio locale recita: «trovare un amico è tanto raro come un giorno senza vento a Catanzaro»), questa rinascita è ormai riconosciuta da tutti e ha tra i protagonisti un signore, di professione notaio, che si chiama Rocco (di nome) e Guglielmo (di cognome). Guglielmo infatti, oltre che tra rogiti e statuti societari, ama trovarsi in mezzo a opere d’arte di Mimmo Rotella, Mattia Preti, Antoni Tàpies ed Enzo Cucchi. Lui è uno dei motori della candidatura di Catanzaro a cuore pulsante della vita artistica regionale, e non solo. La sua creatura principale, “accudita” giornalmente, si chiama Marca-Museo delle Arti di Catanzaro, polo museale multifunzionale nato nel 2008 dove convivono realtà artistiche differenti, dall’arte antica al linguaggio contemporaneo; dove le mostre dei maestri del dopoguerra sono affiancate a quelle di artisti dell’ultima generazione (in questi anni hanno esposto, fra gli altri, Daniel Buren, Raimondo Galeano, Agostino Bonalumi).
Il Marca, di cui Guglielmo è dal 2015 il direttore artistico («a titolo gratuito», tiene a precisare), si impone rapidamente come punto di riferimento culturale per tutta una serie di attività, che vanno dall’esposizione permanente di opere d’arte – che si susseguono nelle sue sale, curate dal punto di vista espositivo e organizzativo e dove nessun dettaglio è affidato al caso, dalla illuminazione che valorizza le opere al percorso didattico coerente ed esaustivo –, fino alle frequenti mostre temporanee.
Nelle nuove sale restaurate al piano terra del museo sono collocate in permanenza le raccolte di arte pittorica e plastica entrate a far parte del patrimonio della Provincia di Catanzaro a partire da un nucleo collezionistico già costituito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, con opere di Antonello de Saliba, Battistello Caracciolo, Mattia Preti, Andrea Cefaly e Francesco Jerace. Mentre la Collezione d’arte contemporanea, in costante accrescimento, vanta contributi di primo piano. Non solo.
Al museo l’amministrazione provinciale di Catanzaro ha affiancato un’altra importante iniziativa, probabilmente uno dei più significativi progetti di arte pubblica in ambito nazionale: il Parco Internazionale della Scultura, esposizione permanente all’aperto che si trova all’interno del Parco della Biodiversità mediterranea, una vasta area verde di oltre 60 ettari adiacente al centro città. Il parco è in costante sviluppo e finora vi sono state collocate 23 opere, tra le quali spiccano Electric Kisses di Dennis Oppenheim (2009), L’uomo che misura le nuvole (1998) di Jan Fabre, una delle celebri “capanne esplose” di Daniel Buren e quattro opere di Mimmo Paladino.
C’è poi la Fondazione Guglielmo, nata nel 2011 sempre su iniziativa del notaio votato all’arte e alla cultura. «Il primo motore della Fondazione», spiega a Touring «è stata sicuramente la volontà di assicurare una sistemazione adeguata alle mie collezioni, messe insieme nel corso di molti anni. Superato questo input iniziale, mi sono reso conto che era possibile fare molto di più, fare qualcosa di veramente utile, e universale, a beneficio non solo della mia città ma dell’arte e della cultura dell’Italia e in generale».
La fondazione è diventata un laboratorio d’idee, nato per realizzare attività nel settore delle arti visive e sta realizzando la sua missione «senza fini di lucro e senza alcuna attività mercantile» precisa il notaio. «Anche nella scelta delle sedi espositive», continua «vi è un percorso chiaro e un messaggio evidente, che è anche valenza simbolica per il territorio: il recupero della memoria e la valorizzazione della storia”.
La Fondazione ha utilizzato anche il complesso monumentale di S. Giovanni e gli affascinanti locali della Casa della Memoria – già casa natale del pittore Mimmo Rotella – invitando artisti come Alex Pinna (nel 2012) e Cesare Berlingeri (nel 2013) a realizzare interventi non permanenti di arte pubblica in città.
Quindi non c’è un uomo solo dietro questo exploit di Catanzaro, ma tutto un ambiente che ha finalmente capito la funzione progressista della cultura. «Il mio sogno – aggiunge Guglielmo – non è infatti quello di essere il protagonista di questa rinascita. Vorrei essere uno dei tanti attori protagonisti. E ho fiducia nel futuro della regione».