La bellezza discreta delle dune naturali

Emilia Romagna. Tra i piovanelli dell’Isola dell’Amore
Formatasi negli ultimi due secoli, la Sacca di Goro è una delle maggiori lagune salmastre dell’Alto Adriatico, che si estende tra le foci del Po di Goro a nord, le foci del Po di Volano a sud e il Bosco della Mesola a ovest (nella foto sotto, il faro di Goro). Nella parte sud, una barra di sabbia di 8 km chiamata Scannone di Goro delimita il confine con il mare aperto. Lo Scannone è oggi riserva naturale dello Stato, nonché oggetto del progetto europeo per la conservazione a lungo termine di habitat e specie “Life Agree”. La sommità delle dune è occupata da filari di tamerici e di olivastri, mentre dal punto di vista avifaunistico l’area è sfruttata da migliaia di piovanelli pancianera e centinaia di piovanelli maggiori, specie piuttosto rara in Italia. In estate vi nidificano inoltre diverse specie, come la beccaccia di mare, il fratino e il fraticello. 
Curiosamente, lo Scannone è conosciuto anche come Isola dell’Amore perché, nella prima metà del Novecento, i fidanzati usavano incontrarsi in questi luoghi per rifugiarsi lontano da occhi indiscreti: quale posto migliore, infatti, di un’isola raggiungibile solo in barca? Lo Scannone è tutt’oggi visitabile in barca partendo dai porti di Goro e Gorino con escursioni naturalistiche organizzate. L’antico paese di Goro è una delle marinerie più importanti dell’Alto Adriatico, con un florido mercato ittico; il paese di Gorino è sorto invece solo verso la fine dell’Ottocento su un piccolo gruppo di case di pescatori. Importante risorsa locale è la pesca in sacca della vongola, una delle perle gastronomiche del ferrarese, protagonista della Sagra che si svolge a Goro nel mese di luglio.

Puglia. Spiagge e lame carsiche custodiscono dolmen e presidi Slow Food 
Esteso sui territori di Ostuni e Fasano, il Parco naturale regionale Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo percorre chilometri di spiagge inoltrandosi verso la piana degli ulivi. Punto di partenza per escursioni e visite guidate è l’ex stazione di Fontevecchia adibita a Casa del Parco. 
Oltre le dune, l’area umida di Fiume Morelli è caratterizzata da specchi d’acqua salmastra e sfoggia un impianto di acquacoltura biologica. Brullo e selvaggio è, invece, il paesaggio dipinto dalle lame, fenomeni carsici caratteristici delle Murge, scavate dalle acque nella roccia calcarea. A meno di 300 metri dalla costa, le rare orchidee selvatiche sbocciano sulle dune fossili, testimoni dello spostamento della linea costiera in seguito alle variazioni climatiche. 
Negli specchi d’acqua di Fiume Morelli è facile scorgere una candida garzetta o un airone cenerino intenti a rifocillarsi, nascosti tra le cannucce di palude mentre faine, rospi e barbagianni trovano rifugio tra le lame carsiche. 
Percorrendo l’antica via Traiana, una piccola via di campagna conduce al dolmen di Montalbano, nella frazione di Fasano, databile intorno al II millennio a.C. Ultima superstite della civiltà megalitica, la Tavola dei paladini era probabilmente un altare ai piedi del quale si celebravano liturgie funebri. 
Il parco, inoltre, ha accolto la sfida dell’economia sostenibile. Presidio Slow Food, il pomodoro Regina viene coltivato dalle famiglie del luogo mentre, presso una masseria storica della zona, è stata riportata in auge la coltura del grano duro della pregiata varietà Senatore Cappelli.