Gioielli di famiglia. Velia, dove storia e filosofia vanno a braccetto

Nel Cilento, l’antica Elea campana, che fu culla dei presocratici, vanta reperti archeologici unici al mondo

 

 Quando, nel fascinoso Cilento meridionale, poco prima di Palinuro, vi avvicinate al promontorio dove sorgono i resti preziosi della città greca di Elea (Velia per i Romani), dovete immaginare che per quelle strade sterrate vi stanno accompagnando alcuni filosofi fra più importanti del loro tempo: i presocratici Parmenide e Zenone, i quali in seguito ebbero il privilegio di ascoltare ad Atene le lezioni di Socrate. Con loro a Elea c’è pure Melisso di Samo.
La città risulta edificata sul mare verso la metà del V secolo non dai Greci bensì dai Focei, scacciati dalle coste della Jonia (oggi Turchia) dai Persiani. Inizialmente si chiama Hyele, poi diventa Elea.
Nasce in un paesaggio che, nonostante l’edilizia cresciuta sulla costa, è tuttora di una bellezza e di una luminosità straordinarie, con tramonti che si ammirano dall’alto di questa costiera verdeargento per i tanti ulivi che non sembrano finire mai. Per sentieri profumati di essenze mediterranee, fra cespugli di mirto, lentisco, corbezzolo e ciuffi di cernicchiare, si scende fino a raggiungere cale e calette sassose che si specchiano in un mare limpidissimo: vi scorsi, anni fa, piccole murene.
Fra la zona nord e quella sud della città magnogreca vi viene incontro la cosiddetta Porta Rosa, un manufatto risalente al IV secolo a.C. che più di uno storico dell’architettura indica come il primo arco a tutto sesto mai alzato in Europa. Forse era un viadotto, che comunque pare incastonato col suo colore chiaro fra le rocce e i greppi ravvivati da gialle ginestre, coi pinastri a macchiare di verde scuro il paesaggio.
Riscoperta dall’archeologo Antonio Napoli nel 1964, la Porta Rosa è il pezzo pregiato di questa città strategica per la cultura mediterranea, allora mondiale, visitata ogni anno da oltre 35mila turisti.

 

Aristocratico di nascita, Parmenide è il fondatore della Scuola Eleatica: per lui bisogna giudicare secondo ragione e non secondo gli occhi, ovvero i sensi. Il mondo sensibile è doxa, cioè opinione, mentre la verità (aletheia) è solo l’essere; l’essere è sempre identico a se stesso e non può mutare. Del suo allievo e compagno di vita Zenone sono famosi i paradossi, in specie quello sul movimento come illusione: nella corsa Achille dà dieci metri di vantaggio alla tartaruga, ma non la raggiungerà mai perché essa avrà sempre una frazione, sia pure infinitesimale, di vantaggio.
Gli scavi hanno reso leggibile tutta l’antica città che si conservò vitale anche per gli ottimi rapporti intrattenuti con Roma al tempo delle guerre puniche.
Su queste spiagge già i patrizi romani villeggiavano piacevolmente costruendosi dimore lussuose.
La decadenza di Velia comincia alla fine dell’età imperiale (V secolo d.C.). Per nostra fortuna la scienza archeologica ce l’ha restituita.

L’area archeologica di Elea-Velia si trova nel Comune di Ascea (Salerno). Info: tel. 0974.271016; ambientesa.beniculturali.it.