Automotive. Ibrido e basta

Disponibile con propulsione ibrida sia a due sia a quattro ruote motrici, il Toyota Rav4 è il capostipite dei suv e ora punta sulla riduzione dell'impatto ambientale. L'innovativa (nonché pluripremiata) bicicletta DrivEn potrebbe segnare il momento dell'addio per la catena di trasmissione come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.

Nato nel 1994, il Toyota Rav4 è di fatto il capostipite di quei mezzi che siamo ormai abituati a chiamare suv (abbreviazione dell’anglossassone sport utility vehicle). Giunto alla quarta generazione, il Rav4 ha voltato pagina. Prima di tutto a livello di propulsori, visto che dallo scorso gennaio ha abbandonato i motori a gasolio. Ma anche dal punto di vista del design, più spigoloso. Gli interni sono meno originali rispetto al passato, ma sicuramente più sobri e meglio rifiniti. Frontale e coda sono invece più muscolosi e al contempo eleganti.

Il Toyota Rav4 guarda avanti a livello di propulsore e rispetto per l’ambiente. È disponibile infatti solo col sistema ibrido, che affianca al motore a benzina da 2,5 litri e 155 cavalli quello elettrico, per un totale di 197 cavalli. Le prestazioni sono brillanti (0-100 in 8,3 secondi), ma non limitano l’autonomia. Il consumo urbano è contenuto (18,8 km/l il dichiarato) e sale solo in autostrada. Il cambio automatico regala una progressione dolce anche in città e si abbina alla trazione a due ruote motrici o quattro, perfetta per chi userà il Rav4 in montagna. Comfort e vita a bordo sono di ottimo livello, grazie allo spazio e alla silenziosità del motore termico. Il Toyota Rav4 è lungo 460 cm, ma dispone di ben 580 litri di volume per i bagagli.

Ciliegina sulla torta il prezzo che parte da 28.300 euro (31.300 nella versione a trazione integrale) e fa del Rav4 una delle proposte ibride più interessanti. Con in più la fama di grande affidabilità, da decenni associata al marchio Toyota.

 

Addio catena con la bici DrivEn

Il biglietto da visita della DrivEn è di quelli importanti. Questa bicicletta da corsa dispone – secondo il costruttore – del sistema di trasmissione più efficiente al mondo. Con così poco attrito da battere persino il leggendario Shimano Dura-Ace. Come fa? Semplice, rinuncia alla catena, da sempre gioia e dolore dei ciclisti (al pari, quasi, delle temute forature).

Il nuovo congegno è pensato dai danesi di Ceramicspeed, che l’hanno messo a punto con l’aiuto dell’università di Boulder, in Colorado. E si è già guadagnato l’Eurobike Award 2018. Quindi, aboliti sia il deragliatore sia la catena, ora troviamo un albero di trasmissione e una serie di 13 ingranaggi (al posto dei pignoni). L’albero riceve la potenza della pedalata per mezzo di una corona a ingranaggi che vi si interfaccia grazie a speciali cuscinetti ceramici. Il cambio dispone di 13 rapporti. Si riduce così l’attrito. Questo almeno sulla carta, perché per la prova su strada bisogna aspettare: la DriveEn è ancora un prototipo.