Tel Aviv: bike & bikini

Decine di chilometri di piste ciclabili con un capillare sistema di noleggi, un clima ideale per tutto l’anno rendono la città affacciata sul Mediterraneo la destinazione giusta da scoprire in sella. Senza dimenticare l’arte e la natura

A petto nudo, in bikini, in camicia (senza cravatta). Trainando carrellini con bambini o cagnolini. Con il casco o con il vento fra i capelli o fra i payot (i caratteristici boccoli che sbucano dai neri cappelli degli ebrei ortodossi). Con disciplina o senza regole. In sella a biciclette vintage o su tecnologiche bici elettriche. I ciclisti di Tel Aviv sono piuttosto diversi da quelli di Berlino, Milano o Parigi. Sarà perché sfoggiano una tintarella perpetua che farebbe impallidire i loro colleghi di Miami o Venice Beach. Sarà perché hanno scoperto il “giocattolo” a pedali solo pochi anni fa, e prima mai si sarebbero sognati di usarlo in città. Una notevole spinta a favore delle due ruote è arrivata con la realizzazione di un piano di piste ciclabili per circa 150 chilometri e con la diffusione sia di molteplici sistemi di bike sharing (Tel-O-Fun e Mobike), sia di bici a pedalata assistita che sfrecciano a velocità da mini scooter evitando la seccatura della fatica e del sudore. Già perché l’unico vero problema, si fa per dire, a pedalare qui è proprio il sole. Lo abbiamo sperimentato percorrendo tutta la ciclabile lungo la Promenade che dal porto di Tel Aviv arriva fino a Giaffa in circa cinque chilometri. Una meraviglia per gli occhi, per i muscoli e appunto per la tintarella. Dopo una passeggiata nel mercato nei pressi della Torre dell’Orologio dell’antica città con sosta per una spremuta, inforchiamo la bici per tornare a Tel Aviv, pranzare e fare un po’ di shopping nel quartiere di Neve Tzedek, la zona più vecchia, fondata da una piccola comunità ebraica già nel 1887. Neve Tzedek sta a Tel Aviv come Soho sta a New York e il Marais a Parigi. Amata da artisti e creativi, è diventata una delle aree più ambite (e costose). Lasciando la bici e proseguendo a piedi tra i vicoli e le case immerse in profumati giardini di bouganville si intuisce il perché. Qualche breve saliscendi dopo, proseguendo verso nord, cambia il paesaggio e si rende d’obbligo un grazie alla bicicletta perché il traffico di macchine tutto intorno si fa intenso, troppo intenso. Niente che possa scoraggiare un ciclista che quel traffico lo guarda passandoci accanto. Stanno tutti cercando parcheggio per andare a fare la spesa al Carmel Market. Se si capita in zona il venerdì pomeriggio, prima del tramonto, l’ingorgo è assicurato. Tutti devono fare scorte per la cena di Shabbat (la festività più importante che inizia venerdì al tramonto per finire 24 ore dopo) e non c’è tempo da perdere, ma di certo in auto lo si perde. Grazie bicicletta anche se hai il freno a contropedale (spesso le bici a noleggio, non quelle del bike sharing, sono così).

Per tirarsi fuori dal pur colorato e divertente marasma del Carmel Market una buona idea è dirigersi verso il Boulevard Rotschild, fornito di piste ciclabili all’ombra, una rilassata arteria sulla quale si affacciano meraviglie architettoniche realizzate tra gli anni Venti e Trenta in stile Bauhaus. Ecco che l’esplosione dell’eleganza europea si alterna alle costruzioni recenti, ai cantieri, ai grattacieli in costruzione. Perché Tel Aviv cresce a vista d’occhio. Serve spazio per chi arriva per pochi giorni o una vita intera. Serve spazio per tutto. Fortunatamente anche per la cultura come dimostra l’ardito ampliamento del Museo d’arte che ospita un’interessante collezione di arte israeliana nonché mostre temporanee e spazi condivisi per studio e relax. Dal numero delle bici (e monopattini elettrici, altra recente fissazione locale) parcheggiate fuori si capisce quanto è apprezzato. La passione per i pedali ha ragioni molteplici da queste parti che includono senza dubbio una buona dose di edonismo e di praticità. In più un battagliero gruppo di appassionati della prima ora ha sostenuto una serie di iniziative volte a far scendere dalle auto i telavivians. L’ultimo venerdì di ogni mese parte in Rabin Square il corteo in sella di Critical Mass mentre tra la fine di settembre e i primi di ottobre (quest’anno il 28 settembre) si svolge l’evento più importante dell’anno, Sovev Tel Aviv, quando le principali strade sono chiuse al traffico e invase da migliaia di ciclisti. Una festa impensabile anche solo fino a poco tempo fa. Il resto dell’anno, per stare lontani dal traffico onnipresente, la vera alternativa è tirare dritto fino al parco Hayarkon. Qui la gara è con chi pratica canottaggio sul canale, o chi corre. Sportivi che preferiscono un panorama diverso da quello della spiaggia, il verde degli alberi piantati nel deserto al blu del mare, i fili d’erba alla sabbia. Comunque sempre a torso nudo o in bikini.