Borghi e paesaggi / Questa terra è la mia terra

Umbria, il Progetto per la Bellezza di Brunello Cucinelli: la nuova cantina con volte a mattoni.

Imprenditore di successo, Brunello Cucinelli realizza nella natia Umbria il "Progetto per la Bellezza", per ridare dignità al territorio e spazio al genius loci

 

C’era una volta, una cinquantina di anni fa, in una verde valle dell’Umbria non lontana da Perugia, un ragazzo, figlio di un mezzadro, che crescendo alternava di giorno la vita all’aria aperta e le fatiche dei campi lavorati con i buoi e l’aratro, e alla sera la vita da bar, storico e insostituibile luogo di incontro, formazione e scambio per i ragazzi e la gente del paese. Poi la favola prende un’altra strada e come il ragazzo della via Gluck il giovane si trasferisce in città, suo padre da contadino si fa operaio e tutto cambia. Ma lui, Brunello Cucinelli, non dimentica le sue origini, il suo piccolo borgo, i suoi valori, i paesaggi, gli odori, le regole, la sua etica. Così quando anni dopo, toccato da un meritato successo diventa imprenditore della lana e infine “re del cachemire”, Cucinelli torna alla sua terra e decide di condividere con la comunità che lo circonda il suo Progetto per la bellezza.
Un progetto che si è sviluppato con il tempo, le letture (da Adriano a Voltaire da San Benedetto a Pericle), gli incontri, le esperienze ma che si è via via concentrato proprio sul voler «rendere più amabile» dice Cucinelli, la terra umbra natale e, in particolare, quelle periferie trascurate che hanno imbruttito una regione che veniva pubblicizzata come «il cuore verde d’Italia».

Ha cominciato restaurando e il piccolo borgo medievale di Solomeo (chiesa compresa), frazione di Corciano, rianimandolo con le botteghe di artigianato tradizionale e laboratori. Poi ha costruito un teatro, sul modello del Farnese di Parma, dove si tengono regolari spettacoli. Non contento, dopo essere riuscito a comprare e a buttar giù orrendi capannoni industriali in disuso in mezzo alla campagna, ha fatto bonificare un’area di cento ettari ripristinandovi le colture di un tempo, uliveti, vigne, girasoli, tra boschi di querce e cipressi, riportando alla vista quelli che erano i tipici paesaggi medievali e rinascimentali umbri dei quadri del Perugino e di Piero della Francesca.
«Abbiamo ridato dignità alla terra» sostiene con orgoglio l’imprenditore umanista. E, perché non sembrasse un monumento fine a se stesso, Cucinelli ha fatto costruire con i materiali locali e 172mila mattoncini con l’antica tecnica a incastro, una cantina modello pronta ad accogliere le prime vendemmie. «Qui a Solomeo facciamo così» potrebbe dire parafrasando la celebre frase dell’ateniese Pericle. E per sottolineare che più che un proprietario lui si sente un custode pro tempore di quei luoghi (dove sorge anche la sua celebrata fabbrica modello) ha voluto che questo parco della bellezza restasse aperto a tutti. Perché sia godibile dai suoi concittadini e dai visitatori e perché, senza voler giudicare, diventi un modello di relazione tra uomo e ambiente.