di Clelia Arduini
Dal nord al sud della penisola e oltre confine, è tutto un intrecciarsi di elisir e manicaretti che continuano a trovare la loro forza e la loro fortuna nel silenzio dei chiostri, nella genuinità delle materie prime, nella bravura dei religiosi. Tra i più antichi, ecco il Gin Dry di Vallombrosa, risalente al 1058 e prodotto dai monaci dell’Abbazia di Vallombrosa nel comune di Reggello (Fi, tel. 055.862251), o la Gemma d’abeto, liquore balsamico a base di un’essenza ricavata dall’abete e ideato nel 1865 dallo speziale Frà Agostino Martini del monastero Monte Senario dei Frati Servi di Maria nel comune di Vaglia Bivigliano (Fi, tel. 055.406441); lo Sciroppo sonorum all’erisimo, realizzato dalle benedettine del monastero di S. Maria delle Grazie a Orte (Vt, tel. 0761.403267), ottimo rimedio naturale per raucedine, abbassamento di voce, gola infiammata e corde vocali; l’unguento al veleno d’api preparato dall’erboristeria dell’abbazia di S. Maria dei monaci benedettini subiacensi a Finale Ligure (Sv, tel. 019.601700), che annienta i dolori reumatici. Ce li segnala Cristiano Ciancamerla, che qualche anno fa ha ideato Terra in cielo (terraincielo.it) azienda commerciale che vende il “meglio” dei prodotti confezionati dai religiosi di oltre 50 tra monasteri, abbazie e conventi, per la maggior parte in Italia, ma anche in Francia, Belgio, Austria e Olanda. Attualmente ce ne sono ottocento in catalogo, tra birre, vini, miele, caramelle, rimedi naturali e altre chicche, tutte rigorosamente naturali. Deliziosi, ci assicura, anche i pasticcini secchi senza conservanti delle religiose del monastero di S. Maria della Rupe a Cassino (Fr, tel. 340.7625634), con nocciole tostate e cioccolato fondente, o le marmellate tutta frutta e zucchero, senza aggiunta di pectina e acido citrico, delle Trappiste di Vitorchiano (Vt, tel. 0761.370017), o ancora, lo zafferano biologico in pistilli interi raccolto e lavorato a mano dai monaci del monastero di Siloe, nel Grossetano (tel. 0564.990415). La delizia più costosa? Un liquore francese invecchiato dieci anni e prodotto con una ricetta a base di 130 erbe che risale al 1600. Lo preparano alla “casa madre” dell’Ordine dei Certosini, il monastero de la Grande Chartreuse, a Grenoble, si chiama Chartreuse verte e costa 100 euro. Con i suoi 54 gradi fa digerire pure le pietre.