di Clelia Arduini
Da tre anni i volontari del Touring accolgono i visitatori al Quirinale regalando loro un’occasione per entrare in contatto con la nostra storia e le istituzioni. Un’idea nata dallo stesso Presidente della Repubblica
«Carissimo Presidente, la ringrazio per aver dato a me e alla mia famiglia la possibilità di visitare il Quirinale che rafforza in noi il nostro essere italiani. La prego di fare in modo che si insegni nelle scuole il senso di nazione, che oggi a mio parere manca»; «Bellissima iniziativa quella dei volontari del Touring Club Italiano, che avvicina la cittadinanza alle istituzioni»; «Grazie Presidente, è in giornate come queste che esce fuori il nostro essere italiani»; «Emozionante vedere la nostra Costituzione»; «Anche se non ho visto il Presidente Mattarella, la visita è stata bellissima, tornerò presto». Sono solo alcuni dei commenti custoditi nel librone dei visitatori del Quirinale aperto dal 23 giugno 2015 tutti i giorni, tranne il lunedì e il giovedì, grazie alla decisione del Presidente Sergio Mattarella, annunciata subito dopo la sua nomina, nel febbraio dello stesso anno. Sono pagine e pagine di scrittura, a volte nitida a volte incerta, a firma di adulti, ragazzi e anche bambini, tra romani, italiani, stranieri tutti entusiasti della visita al palazzo più significativo della nostra storia, tra i più belli al mondo, che è sempre più vicino alla collettività. Un risultato che ci riempie d’orgoglio, grazie ai 250 volontari per il patrimonio culturale del Tci (che curano, nell’ambito dell’iniziativa Aperti per Voi, l’accoglienza e l’attività informativa di orientamento dei visitatori), ai giovani accompagnatori universitari e al personale della Presidenza della Repubblica.
«Per noi – osserva Franco Iseppi, presidente del Touring – è stata una delle occasioni, certamente la più alta e nobile, per motivare il fatto che, dalla sua fondazione, il Touring Club Italiano ha attribuito un ruolo determinante al volontariato. Un’associazione privata senza scopi di lucro, nata 125 anni fa con l’obiettivo, assolutamente unitario, di chiamare gli italiani a operare insieme per il bene del Paese in campo turistico-culturale, può e deve trarre dai tanti volontari associati le risorse umane indispensabili al raggiungimento dei suoi scopi. Come ci raccontano i volontari, all’inizio i visitatori si sentono in soggezione tra cambi della guardia, corazzieri impettiti, capolavori d’arte, arazzi e arredi che hanno visto il passaggio di trenta papi, quattro re (l’attesa dell’imperatore Napoleone) e dodici presidenti della Repubblica. Poi, grazie alla gentilezza dei “nostri”, e alle spiegazioni accurate degli studenti universitari, il ghiaccio si scoglie e ci si sente, più o meno, a casa». Tutti riconoscono lo studio del Presidente visto tante volte in tv a Capodanno o il salottino dove vengono ricevuti i capi di Stato stranieri in visita ufficiale, ma a emozionare di più sono le tracce di fondamentali documenti di storia patria (come il manoscritto del discorso di Mussolini che annuncia l’entrata in guerra nel giugno del 1940, la minuta dei risultati del plebiscito monarchia-repubblica, le firme autografe sull’Ordine del giorno Grandi che fece cadere il fascismo...). Stupore e meraviglia suscitano le sale delle carrozze reali dei Savoia, da quelle di Carlo Alberto a quelle di Vittorio Emanuele III, i filmati d’epoca girati in occasioni di matrimoni reali o visite di Stato, le collezioni, oltre novemila pezzi, di vasellame e stoviglie di pregio (da Meissen a Sévres, a Ginori) utilizzate in secoli di pranzi ufficiali. Oltre l’arte, la visita al Quirinale consente di conoscere la storia del nostro Paese e le funzioni, le attività e i simboli della Presidenza della Repubblica. E questo è il valore aggiunto della “Casa degli italiani”, un patrimonio di cultura e civiltà, che appartiene alla nazione e che ci fa apprezzare di più il senso della libertà e della democrazia.