di Clelia Arduini
Un ecosistema fragile, protetto con cura. Una storia sconosciuta come idroscalo aereo internazionale. E un maestoso castello rinascimentale che accoglie i visitatori tutto l’anno.
Il borgo, sul lago omonimo, ha molto da offrire ai visitatori. E grazie all’ultimo film d’autore girato qui, ha anche un discreto gruzzolo da investire...
Ha accennato un sorriso e da buon inglese, senza scomporsi, ha detto: «Sure, of course». Non ha potuto fare altro il regista Ridley Scott quando, una volta terminate a Bracciano le riprese del suo ultimo film, l’amministrazione comunale gli ha chiesto senza preavviso diciottomila euro come rimborso per il disagio creato alla comunità, che per quel film ha vissuto cinque giorni blindata come una cassaforte.
E così il gruzzoletto di Tutti i soldi del mondo (film del 2017 sul sequestro di John Paul Getty III, nipote dell’uomo più ricco del mondo, avvenuto a Roma nel 1973) sarà messo a frutto in una lunga striscia di terra, da tempo coacervo di ortica e gramigna, che entro l’anno sarà trasformata nel Giardino del lago, come avrebbe voluto la famiglia Odescalchi, proprietaria del castello di Bracciano, che la donò anni fa all’amministrazione pubblica. Insomma, ricomincia da un ciak la ripresa di questo territorio a meno di 40 chilometri da Roma. E non è solo un gioco di parole: dopo anni di oblio e di gestione personale della cosa pubblica, ambiente, storia, cultura, bellezza tornano in scena.
È uno spettacolo il borgo, che appare di colpo allo sguardo quando, nell’ultimo tratto di Braccianese – la strada provinciale che collega a nordovest la capitale con Bracciano – si disvela tra le querce con la forma di un grande cigno scuro: una delle torri dell’antico maniero, che conferisce eleganza e possanza al tutto, sembra un collo proteso tra cielo e acqua mentre le abitazioni della comunità, che da lontano appaiono compatte e ordinate, sono il suo corpo pennuto. Al di sotto, a circa un chilometro, si allunga il lago, l’antico lacus Sabatinus. Una pennellata vulcanica profonda 160 metri con tonalità argento, grigio, verde, a volte blu, dove altri cigni, questa volta reali e candidi, navigano sul pelo dell’acqua insieme a frotte di anatre rumorose. Radi, gli altri suoni: quelli delle onde che s’infrangono sulla spiaggia di sabbia nera e delle auto che percorrono quel chilometro e mezzo di lungolago che “spetta” a Bracciano (tre chilometri abbondanti se li dividono le altre due località che si affacciano direttamente sul lago, Anguillara Sabazia a sudest, e Trevignano Romano a nord).
Una dimensione insolita – antistress per gli ambientalisti, tranquilla al limite del noioso per i più giovani – che si rianima, specie tra maggio e settembre, con i turisti, 70mila ogni anno, principalmente olandesi, norvegesi e tedeschi, che danno respiro alle piccole attività commerciali e di ristorazione della zona e vivono il contesto lacustre come se fosse il mare sguazzando nello specchio d’acqua che, rispetto ad altri laghi vicini, è più adatto alla balneazione per il suo fondale sabbioso, e spingendosi al largo con pedalò, pattini e piccole barche a vela.
Da trentacinque anni, infatti, per tutelare l’ecosistema lacustre è vietato l’uso d’imbarcazioni a motore con esclusione dei pescatori muniti di licenza e della motonave Sabazia II del Consorzio Lago di Bracciano, che svolge attività di trasporto fra i tre centri del bacino e promuove la valorizzazione dei beni culturali e archeologici nel comprensorio sabatino.
L’anno scorso il servizio si fermò a causa di una drammatica siccità che fece scendere il livello del lago di circa due metri, ma quest’anno, assicurano al consorzio, tutto tornerà nella norma grazie alle abbondanti piogge del 2018.
Un altro mezzo a motore può solcare il lago: il Canadair. Per questo, fra i progetti, c’è la realizzazione di una scuola di addestramento per piloti di questo tipo di aereo, complice il fatto che uno degli istruttori della flotta nazionale è di Bracciano. La sede c’è già: un capannone, a pochi metri dal lungolago, dove un tempo si costruivano imbarcazioni. Il progetto vuole recuperare una dimensione militare e organizzativa scritta nel Dna di Bracciano, che fino al 2005 – anno in cui è stata eliminata la leva obbligatoria – contava sul Car, Centro addestramento reclute, una “fabbrica” di oltre cinquemila militari all’anno che garantiva un sostanzioso profitto alle attività del territorio.
Ma è anche un modo per ricordare una gloriosa epopea: 114 anni fa, sulla sponda sud del lago nell’Idroscalo di Vigna di Valle, il più antico del Paese, fu realizzato il primo Cantiere sperimentale aeronautico e da qui, quattro anni dopo, si librò in volo il primo dirigibile militare italiano. Venti anni più tardi fu inaugurata un’aerostazione per idrovolanti e per due anni gli Short S 23 delle linee aeree inglesi Imperial Airways fecero scalo sul lago da e per Londra, Parigi, Colonia, Bruxelles, nei loro collegamenti con l’Africa e l’Oriente. I passeggeri scendevano dai veivoli, che attraccavano dove oggi è il punto d’imbarco della motonave Sabazia II, chiamato ancora il pontile degli Inglesi, rifocillandosi nell’edificio che adesso ospita il Consorzio e spesso pernottando in un albergo vicino. Per le dame inglesi, i pescatori tiravano su lattarini, persici, anguille e altre prelibatezze a chilometro zero di cui il lago è ancora ricco. La cuccagna però durò fino al 1940, quando l’Italia dichiarò guerra all’Inghilterra e lo scenario cambiò radicalmente, specie quando, dopo l’armistizio, il comando generale dei tedeschi piazzato sul lungolago nel ristorante Il Luccio d’oro, stava per far saltare la santabarbara nelle cantine del locale. Alla fine decise di buttare bombe e munizioni nel lago per non lasciarle ai nemici. Ogni tanto, ancora oggi, qualche proiettile giunge a riva con la sua storia da raccontare, tra la curiosità e lo stupore di chi lo raccoglie.
A rievocare altre pagine di storia è il Museo storico dell’Aeronautica Militare, ai piedi del lago, in località Vigna di Valle, con 13mila metri quadri di superficie espositiva coperta, ottanta velivoli e una ricca collezione di motori e cimeli aeronautici che ricordano il passato del volo militare in Italia e gli uomini che ne furono protagonisti.
A pochi metri dal museo si dipana la Spiaggia dei gabbiani, un tratto di lungolago puntellato da giunchi, che ricorda il paesaggio italiano degli anni Cinquanta, mentre a una decina di chilometri, lungo la strada che circumnaviga il lago nei pressi del borgo abbandonato di Vicarello, sono riemersi un insediamento dell’Età del Bronzo, numerose tombe etrusche e un tratto di acquedotto romano. Si sta ora progettando un Centro culturale urbano permanente basato su tecnologie innovative, come digital art, realtà aumentata, proiezioni olografiche tridimensionali, con i principali istituti culturali del territorio, tra cui il Castello Orsini Odescalchi, il Museo civico, l’Archivio storico, la Biblioteca comunale e il Museo storico dell’Aeronautica Militare. Lo scopo, promuovere un nuovo modello di sviluppo locale fondato sulla cooperazione per raccontare con un’unica voce questa sorprendente
parte di Tuscia romana. Certo, forse farebbe bene ai numeri del turismo anche un “Nessie (il leggendario mostro acquatico del Loch Ness, in Scozia, ndr) de noantri”, un vascello fantasma o una scenografica installazione come quella realizzata due anni fa dall’artista americano di origine bulgara Christo, che sulla sua passerella galleggiante sul Lago d’Iseo fece camminare centinaia di migliaia di turisti.
Ma un territorio bello e ricco di suo come quello di Bracciano non ha bisogno di tentativi roboanti o sopra le righe. Secondo noi, una regia solida (proprio come quella di Ridley Scott) che guidi amministratori capaci può fare la differenza, e ci sembra che un cast di questo tipo ora ci sia. C’è pure il Cristo, ma quello vero: la statua del Redentore con le braccia aperte,
alta due metri, che nel 2005 fu sommersa dai subacquei della zona a circa 11 metri di profondità e a 100 metri dalla riva, di fronte allo stabilimento balneare Gli amici del Lago. Ogni anno è recuperata, pulita, benedetta e sommersa di nuovo, a protezione e ad attrazione del luogo. Altro che Nessie.