Romagna. A Lugo, a spasso tra gli eroi

Tra le memorie di Francesco Baracca, il primo “cavaliere dei cieli”, di Rossini e delle origini del Tricolore... Una passeggiata nella storia della città con tantissimi motivi d'interesse. Tutti da scoprire.

 

Il cuore della Romagna pulsa dalla città che ha dato i natali a uno tra gli eroi nazionali più emblematici per ardire e coraggio, tanto da caratterizzare con il suo simbolo – il cavallino rampante – un’altra figlia illustre della regione, la Ferrari di Maranello. Parliamo di Lugo (Ra), in Romagna, e della medaglia d’oro al valor militare Francesco Baracca, il “cavaliere dei cieli” celebrato dal monumento che dal 21 giugno del 1936 si erge imponente nell’omonima piazza. E dal museo allestito nella casa natale del pilota, che accoglie i visitatori con un esemplare del biplano Spad VII matricola S 2489 utilizzato dalla sua squadriglia tra la fine del 1917 e il 1918. La città, in occasione del centenario della sua morte, avvenuta sul Montello il 19 giugno del 1918, si è vestita a festa e ha voluto riabbracciarne i resti traslando il sarcofago dalla tomba monumentale situata nel cimitero locale all’ex sacrario dei Caduti, nel centro della città, dove è rimasto  esposto al pubblico per un mese. 

Francesco Baracca non è l’unico figlio illustre di questa terra, pronta a svelare i suoi segreti a chi decide di farle visita anche per un giorno solo. Da qui partono le origini del nostro vessillo nazionale, proposto dal deputato della Repubblica Cispadana Giuseppe Compagnoni, nato a Lugo e considerato “padre del Tricolore”, e di altri personaggi noti. è il caso di Agostino Codazzi – generale, geografo e cartografo, eroe nazionale in Venezuela –, di Gregorio Ricci Curbastro, matematico, e autore del calcolo sul quale Einstein gettò le basi della teoria della relatività, ma anche del pesarese Gioachino Rossini che da bambino vi iniziò gli studi musicali esercitandosi sull’antico organoGatti, custodito nella chiesa del Carmine della centralissima via Baracca e al quale la città ha offerto un tributo dedicandogli il Teatro settecentesco votato alla prosa e alla musica barocca. 

I loro ritratti si possono ammirare all’interno del castello estense del 1400, la Rocca, sede comunale resa unica dal giardino pensile, occupato in estate da un ristorante birreria, e dalla produzione dei capperi, lavorati e confezionati in appositi contenitori sigillati dalla ceralacca e offerti in dono agli ospiti illustri. Di fronte alla Rocca, un altro importante monumento da visitare ricorda il passato della città strettamente legato al commercio. Si tratta del Pavaglione, immenso quadriportico nel quale erano concentrate le produzioni legate al baco da seta, oggi fulcro di eventi ospitati nella piazza interna recentemente ristrutturata e dedicata a Giuseppe Mazzini. 

L’ala metafisica di Baracca

A detta di alcuni si tratterebbe dell’unico monumento metafisico al mondo. Altri, e con fondate ragioni vista la realizzazione in pieno Ventennio fascista, parlano di architettura littoria. Altri ancora fanno riferimento al razionalismo e al percorso artistico del suo autore, il faentino Domenico Rambelli, importante esponente della scultura italiana tra le due guerre. A maggior ragione dopo l’accurato restauro del 2014, le proporzioni del monumento a Francesco Baracca – sulla piazza omonima in centro a Lugo, tra la Rocca e il quadriportico del Pavaglione – non passano inosservate. E se non provvede il sole di Romagna ad accenderne l’accecante biancore, sono i numeri a sottolinearne la grandiosità: oltre mille metri quadrati di superficie occupata dal basamento a gradoni, rivestito in travertino, un’ala d’aereo messa in verticale che si alza per 27 metri e la statua in bronzo di Baracca, alta quasi sei metri, posta su un basamento cilindrico.  (rs)

Foto di Graziano Perotti