Il Viaggiatore. Il mondo sottosopra

La curiosa storia di Stuart McArthur, il primo a disegnare il planisfero con l’Australia al centro​

Stuart McArthur, australiano, aveva dodici anni quando a scuola l’insegnante di geografia dette alla classe il compito di disegnare una mappa del mondo con oceani e continenti al posto giusto. Australia compresa, naturalmente. Stuart disegnò tutto con cura e consegnò all’insegnante il quale, dopo un’occhiata sbrigativa al lavoro, lo richiamò dicendogli di rifare il disegno. «Correttamente» sottolineò. Il bambino aveva infatti realizzato un discreto mappamondo, ma con un errore di base: oceani e continenti erano rappresentati capovolti, “a testa in giù”, tanto che la stessa Australia anziché comparire in basso a destra nel foglio, come nelle nostre carte geografiche, si trovava al centro del disegno e più in alto di tutte le altre terre. Stuart rifece “correttamente” il compito, ma ci rimase male. Secondo lui il mondo era come l’aveva disegnato inizialmente. Tre anni dopo, durante una vacanza-studio in Giappone, un gruppetto di studenti americani suoi coetanei lo derisero perché veniva dall’Australia, «il fondo del mondo». E lui ci rimase anche peggio, perché glielo dissero senza troppe perifrasi. Allora giurò a se stesso che un giorno avrebbe divulgato la sua speciale visione del planisfero, per far sentire tutti gli australiani in alto e al centro del mondo. 

ll momento arrivò quando, ormai ventunenne, Stuart frequentava l’Università di Melbourne e dette alle stampe la McArthur’s Universal Corrective Map of The World. Fu un successo: dal 1979 a oggi ha venduto oltre 350mila copie, con grande soddisfazione degli australiani, neozelandesi, sudafricani e sudamericani. Che, almeno sulla mappa di Stuart McArthur, possono guardare tutti gli altri dall’alto in basso. Senza togliere alcun merito a Stuart, occorre comunque precisare che il primo a contestare la convenzione geografica, stabilita nell’Ottocento, che pone l’Europa al centro e in alto nelle mappe, l’Asia e l’Australia all’estrema destra e le Americhe all’estrema sinistra, fu il pittore uruguaiano Joaquín Torres-García, che nel 1943 disegnò l’América Invertida, con l’estrema punta del Sudamerica rivolta verso l’alto, posizionando il Sud al posto del Nord. In modo che i Paesi dell’emisfero meridionale non si sentissero sempre di serie B. 

In effetti l’ottocentesca convenzione geografica mise ordine nel caotico universo creato dai cartografi di differenti Paesi e varie culture, che nei secoli avevano creato mappe con i più diversi orientamenti. Fino al XV secolo inoltrato, e in qualche caso anche dopo, furono realizzate mappe con l’Est al posto del Nord, suggerite dall’apparente corso del sole nel cielo; una scelta che soddisfaceva anche l’indicazione biblica che pone il Paradiso a Oriente e che, una volta abbandonata per sistemare il Nord in alto, ci ha lasciato in eredità il verbo “orientare”. Ma non fu semplice stabilire un orientamento accettato da tutti – con una visione eurocentrica e assai colonialista – e fissare una volta per sempre che le mappe dovevano essere orientate a Nord. Per secoli tanti marinai e cartografi che attraversavano la linea dell’Equatore per avventurarsi negli oceani del “mondo di sotto” avevano disegnato le loro mappe orientate a Sud, come se volessero ancorare i loro navigli a qualcosa che stava comunque in alto, forse per esorcizzare la paura di cadere di sotto. 

In qualche modo la mappa di Stuart McArthur risponde allo stesso desiderio, e non è una semplice protesta goliardica. Quella mappa rovesciata ha soprattutto il merito di ricordarci che il mondo può essere osservato in tanti modi. Non sarebbe male se nelle nostre scuole, accanto al tradizionale planisfero con l’Europa al centro e in alto, ne fossero esposti altri realizzati con differenti orientamenti. Finalmente i ragazzi, ma anche gli adulti, si abituerebbero a vedere le cose anche con gli occhi degli altri.