Connesso viaggiatore. Il cuore di San Francisco è latino

Tra burritos e murales, Mission è il quartiere più cool della città

Ho trovato il mio posticino in città. Non è il Golden Gate Bridge, non sono le stradine in salita e in discesa di Nob Hill o le fotografatissime case color pastello di Alamo Square. È Mission: il quartiere latino di San Francisco. Strade che sembra di essere a Cuba, murales che chiedono libertà, giardini fioriti con breathtaking view su downtown, tacos e giovani ovunque. Che vanno sullo skate, che giocano a frisbee o fumano marijuana (perché qui si può liberamente) a Dolores Park. Dal freddo della spiaggia, una manciata di chilometri e si arriva in questo limbo latino americano, dove si parla spagnolo e i colori, gli odori, la musica e i sapori cambiano. La nebbia sparisce, arrivano persino i raggi del sole. Si capisce che l’aria è viziata dai dollari della Silicon Valley e che qui ci sono le insegne dei negozi in spagnolo, le code agli sportelli per inviare il denaro in Sud America, ma anche i nuovi appartamenti che costano 3mila euro al mese. Brutto da dire, ma Mission è una zona decisamente cool.

Ho mangiato il burrito più buono della mia vita a La Taqueria, un buco affollatissimo che si trova al numero 2889 di Mission Street. Vale la pena fare la coda, non solo per il cibo, ma anche perché la cucina è a vista e gli chef lavorano sodo e regalano esperienze uniche, perfette da instagrammare. Per digerire il generoso cibo di strada tex-mex, si può fare una bella passeggiata tra i graffiti di Clarion Alley, la vetrina della street art in città, e una siesta a Dolores Park, il salotto di Mission dove i ragazzi prendono il sole (quando c’è), assistono a spettacoli gratuiti, si cimentano in giochi che non avrete mai visto altrove. C’è persino una piramide Maya. E una vista su downtown che per la prima volta è andata in crisi la mia decisa preferenza per la costa Est degli Usa. Dopo Williamsburg (I am sorry, I love NY!), Mission è il secondo quartiere “periferico” dove non sarebbe così male riuscire ad avere una base.