Abruzzo: L’Aquila ricomincia da dieci

Maurizio D'AntonioAccademia Belle Arti, L'AquilaLuigi Pedone / www.paesaggidabruzzo.com Paolo SorianiPaolo Baglioni/ www.paesaggidabruzzo.comRoberto Grillo

Un nuovo volume Touring racconta il capoluogo abruzzese nel suo percorso di rinascita dal terremoto del 2009 a oggi. Una difficile ma continua metamorfosi che la rianima e la rinnova. Con restauri all’avanguardia, progetti innovativi, eventi e festival internazionali

 

Non è il solito libro dove la trama è scritta e non si può cambiare, ma una raccolta in continua trasformazione di voci che raccontano, di fotografie che respirano, di realtà che fanno sognare. E fino all’ultima pagina non si sa come tutto vada a finire.
Nasce così il volume L’Aquila. La città e il nuovo millennio, di cui il Tci è coeditore assieme a Carsa edizioni: un libro corale (ben quindici le firme) che fotografa, a partire da quel devastante 6 aprile 2009, lo stato dell’arte della città abruzzese – qualcosa di più di una crisalide, ma non ancora una farfalla – che ogni giorno cambia qualcosa, in meglio. Una continua metamorfosi che il libro racconta attraverso fatti, atti, obiettivi, successi e sconfitte che si sono succeduti nel capoluogo abruzzese. Pagina per pagina, attraverso le esperienze dei responsabili delle principali realtà culturali, scientifiche ed economiche del territorio – come l’Università, il Gran Sasso Science Institute, il Teatro stabile, L’Aquila Film Festival, il Centro sperimentale di Cinematografia, l’Istituzione sinfonica abruzzese, il Conservatorio, l’Accademia di Belle arti – si ricompone un tessuto sociale spazzato via con violenza insieme alle sue 59 frazioni dislocate su 460 kmq. Sono scienziati, docenti universitari, giornalisti, scrittori, artisti a rianimare con un racconto corale il senso di comunità che accompagna il complesso processo di ricostruzione e restauro della capitale d’Abruzzo, che per il settore privato, con 1.900 cantieri ancora aperti e 21mila chiusi, terminerà fra circa un anno.

 

Da considerare che L’Aquila è la quinta città d’Italia per numero di beni vincolati dalla soprintendenza e ciò ha reso ancora più impegnativa l’opera di recupero, che oggi conta il 75 per cento del patrimonio artistico-culturale in fase avanzata di restauro. Ciò che invece è al palo, come scrive il giornalista de Il Foglio Luciano Capone nel capitolo “Il racconto della ricostruzione”, è la rimessa in piedi degli edifici pubblici, a causa dell’ingorgo burocratico che si forma tra bandi di gara, appalti e ricorsi. E ciò porterà a un centro restaurato a metà, dove le strutture pubbliche saranno ancora imbracate e puntellate e i palazzi privati pronti per la ripartenza. Molte chiese e palazzi sono ancora a terra o ingabbiati, le piazze ingombre di container e lo skyline della città contrassegnato da una folla di gru, per uno scenario d’insieme frammentato e incompiuto.
I due monumenti simbolo della città – le basiliche di S. Bernardino e di S. Maria di Collemaggio – sono invece rinati con restauri d’avanguardia, insieme ad altri beni culturali come le mura medievali, dotate di un impianto di illuminazione che ne valorizza la poderosità, i settecenteschi palazzi Pica Alfieri e Ardinghelli, la chiesa di S. Filippo Neri, il Palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale d’Abruzzo e oggetto di un restauro unico in Italia, con centinaia di isolatori sismici sotto le fondamenta.

 

Tra i progetti innovativi figura lo Smart tunnel, una galleria sotterranea lunga circa 17 chilometri, in cui passeranno i principali servizi, dall’acqua agli scarichi fognari, dalla luce alla fibra ottica.
Che cosa ha tenuto insieme la comunità in questi dieci anni di dolore, disagio, incompiutezza? «La ricostruzione urbana, fondamentale – scrive la giornalista Marianna Gianforte nel capitolo “Il sistema culturale, la storia della città”– ma soprattutto quel tessuto impalpabile costituito dalle menti più illuminate che hanno capito che L’Aquila avrebbe avuto un futuro soltanto se avesse ricominciato dalla cultura e dalla bellezza». Ecco allora che l’Accademia di Belle arti indica la strada puntando al restauro e diventando la quinta scuola d’Italia; il Conservatorio Casella – costola del S. Cecilia di Roma – riesce ad attirare docenti e studenti anche da fuori regione con un’offerta formativa innovativa, come la musicoterapia; L’Aquila Film Festival si trasforma in un appuntamento di carattere internazionale.

E poi una pioggia di eventi, come la Fiera della conoscenza, La notte dei ricercatori, il Festival della Partecipazione, Officine L’Aquila, Off Site Art (di cui abbiamo scritto su Touring di novembre 2016), rinforzano nelle ore più buie la vocazione della città come centro di cultura, conoscenza e innovazione trasformandola in un laboratorio a cielo aperto. Non ultimi, gli appuntamenti musicali, come le annuali performance di Paolo Fresu e di oltre 600 artisti in 18 palcoscenici sparsi per la città in occasione di Il Jazz italiano per L’Aquila. «Mi piace pensare – scrive lo stesso Fresu nel capitolo “La città della conoscenza” – che se oggi la città sta diventando sempre più bella ciò sia anche merito del jazz e del grande cuore dei musicisti». ­­­­
La sfida da affrontare ora è la più difficile: far ­­tornare le persone a vivere nel centro storico, far aprire le attività commerciali e ricreare una vita sociale trasferitasi in questi anni in altri luoghi della città.
«Voglio prendermi cura dell’anima del pubblico – scrive Simone Cristicchi, cantante, attore e direttore del Teatro Stabile de L’Aquila – declinando TSA come una sorta di trattamento san­­itario delle anime e partendo dalle generazioni più anziane che sono un patrimonio di storie emozionanti. Con loro vorrei creare un laboratorio, perché la memoria è ritrovare la strada di casa. Non è forse anche questa ricostruzione?».