di Barbara Gallucci | Foto di Massimo Sestini
Dalle spiagge a Ferragosto ai barconi dei migranti, dall’orgoglio della nave scuola Amerigo Vespucci alla vergogna della Concordia. L’Italia raccontata dalle immagini di un grande fotoreporter che ha fatto della fotografia aerea un’arte
È tutta una questione di millesimi di secondo. Quando sono appeso fuori da un elicottero non ho molto tempo per riflettere. Non so mai se ho lo scatto perfetto quando sono lassù». Il lassù di cui parla Massimo Sestini, fotografo toscano specializzato in scatti dall’alto, è il cielo. «Quando ho cominciato a fare fotografie, in particolare d’attualità, non era sempre semplice venderle. La competizione è forte e mi sono chiesto: come faccio a fare scatti più originali rispetto agli altri? Andando in alto, molto in alto, ero quasi certo di essere l’unico ad avere quella prospettiva. D’altronde fin da piccolo mi piaceva arrampicarmi e salire in alto». Dopo 40 anni Sestini ha fatto del fotogiornalismo aereo la sua firma inimitabile, ora protagonista assoluta di un volume edito da Contrasto che si intitola L’aria del tempo. «Scattando con grossi teleobiettivi riesco a cogliere ed entrare nella notizia più in profondità che se fossi lì davanti», racconta Sestini tra una missione e l’altra. Nella sua lunga carriera ha immortalato, unico al mondo, Lady Diana in bikini, il matrimonio di Tom Cruise e quello di Eros Ramazzotti. Ma è con i grandi scatti della Moby Prince, della strage di Capaci, della nave da crociera Concordia inchinata di lato al largo dell’isola del Giglio, del barcone di migranti, con il quale è stato premiato col World Press Photo nel 2015, che ha cambiato le regole della fotografia contemporanea.
A bordo degli elicotteri della Polizia di Stato o della Marina militare Sestini ha raccontato la storia d’Italia degli ultimi trent’anni: «Dall’alto sembra non cambiare mai, eppure poi, grazie alla prospettiva aerea entro molto di più nei dettagli. A volte mi sembra di essere in Google Earth, ma molto meglio definito», continua Sestini. E se agli inizi ha dovuto investire e autofinanziare molte delle sue imprese, oggi la collaborazione con le forze dell’ordine è proficua e utile a entrambi. La fotografia di Sestini è la narrazione di un Paese nei suoi momenti magici come in quelli tragici: «Uno degli scatti che spiegano meglio quanto la mia prospettiva dall’alto aiuti a capire le situazioni è quello di Amatrice. Ovviamente i miei colleghi a terra erano ovunque a documentare una delle situazioni più drammatiche che ha vissuto il Centro Italia. Però anche se più vicini di me non hanno potuto vedere i dettagli dei soccorsi, il dramma dei morti protetti da coperte a pochi metri dagli scavi. Sono situazioni drammatiche, ma è fondamentale raccontarle». Massimo Sestini vola anche quando gli altri non possono farlo. Nel 2005 ai funerali di Papa Giovanni Paolo II erano presenti 176 delegazioni, 53 capi di Stato, 10 teste coronate, 30 primi ministri e quasi un milione e mezzo di fedeli. Lo spazio aereo era chiuso, come capita sovente in queste situazioni, tranne che per l’Aeronautica e Sestini è stato l’unico fotografo a sorvolare il Vaticano regalandoci uno degli scatti più indimenticabili di una collezione già di per sé impressionante.
Ma quello che colpisce delle sue immagini è la perfezione delle proporzioni, una sorta di magia grafica che rende ancora più spettacolari eventi di varia natura, da quelli sportivi come la Barcolana di Trieste, agli esodi estivi, fino agli skyline delle città italiane. Perché la cronaca di un Paese non si fa solo attraverso le sue tragedie, ma anche nella quotidianità. «Nei prossimi anni voglio lavorare su altri progetti e libri diversi. Magari fare un libro di ritratti, ma dall’alto». Ormai questa è la sua cifra stilistica e può rinunciare a intrufolarsi ai matrimoni vip in tight come fece per immortalare il sì tra Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti nel 1998. Difficile immaginare come Sestini possa passare dal gossip agli incursori della Marina militare in Afghanistan. L’importante per lui è avere sempre lo scatto giusto, quello che ogni redazione vuole, quello che coglie l’attimo o l’aria del tempo che dà appunto il titolo al volume da cui sono tratte le immagini che pubblichiamo in queste pagine. «O ce l’avevi o non ce l’avevi quella foto. E Massimo Sestini ‘quella’ foto ce l’aveva sempre, così come continua ad averla oggi quando si alza in volo e, come prestidigitatore contemporaneo, unisce il ‘presto’ al ‘digita’», scrive il giornalista e scrittore Gianluca Tenti autore dell’introduzione nel libro di Contrasto. «Ora sto lavorando su un’altra idea che mi appassiona. Ho collaborato con la Polizia di Stato per realizzare il loro calendario 2019 e in cambio ho chiesto di poter volare su uno dei loro elicotteri per scattare foto dell’Italia, da nord a sud, all’alba e al tramonto quando è tecnicamente più difficile, ma quando la luce è più bella», conclude Sestini. Un progetto complesso e, allo stesso tempo, una dichiarazione d’amore verso l’Italia. Sempre da lassù, ovviamente.