L'intervista. Il Touring è in viaggio

Franco Iseppi, presidente del Touring Club Italiano e Giulio Lattanzi, direttore generale, parlano della trasformazione della sede milanese in albergo e delle prospettive future dell’Associazione

Il Tci ha firmato un contratto con il gruppo IGEFI e con il gruppo Radisson per la valorizzazione del Palazzo in cui ha la sede storica in corso Italia 10 a Milano. Il contratto prevede che IGEFI: • Prenda in locazione il Palazzo per 30 anni riconoscendo al Touring un canone • Ristrutturi il Palazzo e lo trasformi in un albergo, garantendo il mantenimento di tutti i segni e i complementi architettonici che rimandano all’Associazione • Subaffitti la gestione per la stessa durata alla catena Radisson, che a sua volta si impegna a: • Chiamare l’albergo Palazzo Touring Club, sviluppando arredi e spazi in sintonia con lo spirito dell’Associazione, utilizzando il marchio Touring secondo le linee guida condivise con l’Associazione • Mantenere nella posizione attuale il Punto Touring-libreria, il punto associativo, l’agenzia di viaggio che sarà ripensata nella formula di libreria più bistrò • Mantenere all’interno uno spazio destinato agli uffici di rappresentanza della Presidenza e la disponibilità delle sale meeting per le riunioni periodiche degli organi di governo dell’Associazione (Consiglio direttivo e Comitato esecutivo) e per gli eventi organizzati dal Touring a Milano. L’inizio dei lavori di ristrutturazione è previsto per il mese di aprile. Gli uffici operativi dell’Associazione si trasferiscono in via Tacito 6 a Milano.

Come si è arrivati a questa decisione?
Franco Iseppi: «Il Touring ha come mission, sinteticamente, quella di prendersi cura del nostro Paese, bene comune. Al contempo anche il Touring, associazione privata ma percepita come istituzione, può, a giusto titolo o per giusta storia, riconoscersi come bene comune dell’Italia.
In questo senso mi piace pensare che parte della mission sia prendersi cura anche di noi stessi cioè del Touring.
Ci sono diversi modi per prendersi cura. Il primo è quello dell’aggiornamento e della sistematizzazione del nostro “pensiero”. è ciò che stiamo facendo con un lavoro di collaborazione e condivisione tra volontari (il Consiglio direttivo) e struttura operativa (professionisti) che prenderà forma nel prossimo volume del Bagaglio di viaggio Prendersi cura del Paese, bene comune, frutto delle riflessioni e delle iniziative  del Tci e delle sue articolazioni territoriali, ricco di tutto il patrimonio conoscitivo e delle attività realizzate in questi anni (archivi, pubblicistica, carte, attività, progetti...).
Un secondo modo è quello di riorganizzare le nostre attività operative secondo priorità: sviluppo del corpo sociale, articolazione territoriale, formazione, comunicazione. Un altro ancora riguarda la valorizzazione e promozione del patrimonio materiale del Tci: i nostri villaggi finalmente fonte di reddito, la casa editrice sulla strada verso il pareggio di bilancio, il sito dell’associazione in continua crescita di visitatori e il prezioso archivio storico. Operazioni con le quali abbiamo gettato le basi per dare all’associazione una sostenibilità duratura.
E veniamo al punto. Il contratto appena siglato che vedrà il Palazzo trasformarsi in albergo – con il mantenimento della proprietà in capo all’Associazione – è il frutto della consapevolezza che il Tci non sarebbe stato in grado da solo di sostenere una ristrutturazione radicale per un suo uso ottimale, ma anche del desiderio di trovare una soluzione di innovazione strutturale che avrebbe salvaguardato il bene in sé e la sua collocazione nella memoria collettiva della città e dell’associazione.
Per noi l’innovazione è l’unico contesto in cui collocare questa rigenerazione del palazzo. Non è stata dunque una costrizione finanziaria, ma l’idea di poter difendere sia la funzione sociale sia la testimonianza valoriale del Tci».

Giulio Lattanzi: «Si mettono così insieme due esigenze. Generare risorse per sostenere i progetti dell’associazione senza compromettere il patrimonio materiale e immateriale legato al palazzo. Anche riconoscendo che “abitarlo” con i nostri uffici era un lusso fuori luogo pensando ai valori che vogliamo trasmettere. Questa operazione riesce magicamente a rispondere a tutte queste esigenze. Il modo poi con cui Radisson  ha progettato l’albergo premia tutto quello che è il mondo Touring: dal nome alla conservazione dei ”segni” Touring, al sapore stesso del viaggio, la libreria come punto di riferimento, la presidenza, la possibilità di nostri incontri ed eventi. Abbiamo chiuso il cerchio e non abbiamo perso niente per strada».

Franco Iseppi: «La parola chiave che sta alla base di questa operazione e delle sue motivazioni è Rigenerazione. Siamo legati all’idea che il 125° anno del Tci rappresenti una svolta nella storia dell’associazione che punta a ridare al Touring un nuovo protagonismo come attore del Sistema Italia attraverso il turismo. C’è in questa mossa la prova concreta di voler interpretare il grande cambiamento della pratica turistica. E non parliamo solo della domanda asetticamente intesa quanto delle motivazioni che ci sono dietro, l’interrelazioni tra le culture, i bisogni, i modi di praticare il viaggio. Stiamo facendo, in modo diverso, quello che hanno fatto i nostri fondatori: posizionare il Tci dentro la modernità».

Giulio Lattanzi: «Rigenerazione e modernità coniugano bene le nostre radici ideali – produttori di conoscenza, servitori civili del Paese e punto di riferimento morale del turismo – con le spinte alla valorizzazione e promozione delle proprie eccellenze che nascono nei territori e che trovano oggi sintesi nell’idea di prendersi cura del Paese per renderlo più conosciuto, attrattivo e accogliente».

Uno, due anni di lavori in corso Italia. Che succede in questo periodo?
Franco Iseppi: «Una volta che l’albergo aprirà, tutte le attività che abbiano rilievo e contatto con il senso del viaggio e la pratica turistica si terranno in corso Italia, che tornerà a essere la sede per questo tipo di eventi. Nel periodo di interregno utilizzeremo per i nostri eventi altre sedi a Milano.
L’anno venturo, anniversario importante, organizzeremo iniziative su tutto il territorio nazionale, viste le potenzialità insite anche nel volume del Bagaglio di viaggio. Numerose attività, compresa quella della formazione, saranno invece svolte nella nuova sede. Per quanto riguarda Milano, nella prospettiva olimpica del 2026, abbiamo in mente di realizzare iniziative che rendano per i visitatori la città ancora più godibile, e lavoreremo ad esempio su tre nomi di grande attrattività come Michelangelo, Raffaello e Leonardo».

Che rapporto avrà il Tci con il nuovo quartiere?
Franco Iseppi: «In generale il Touring ha l’ambizione di essere un anticorpo contro le degenerazioni, l’apatia, l’isolamento, la mancanza di accoglienza. Non lavorando mai su questo tema da soli, ma insieme con le associazioni e le istituzioni.
Nel nuovo quartiere vogliamo essere un soggetto che facilita il livello di interrelazione e che contribuisce a costruire occasioni di condivisione al punto che nei primi mesi della nostra presenza ci proponiamo di organizzare un incontro con il quartiere per capire come possiamo essere utili».

Giulio Lattanzi: «Nella nuova sede vogliamo ricreare la forte visibilità che avevamo nell’attuale, naturalmente riproponendo le nostre insegne in modo attuale e coerente. Cercheremo di dare un nostro contributo alla segnaletica della zona, disponibili e solleciti al confronto sui temi della sostenibilità, dell’ambiente, e dell’accoglienza».

Quale messaggio per i soci?
Franco Iseppi: «Siamo diventati adulti e usciamo di casa. Ma non la abbandoniamo. Anzi: rigeneriamo la nostra storia in quella casa dandole il massimo valore e trovandone una che risponde meglio alle esigenze delle attività che vogliamo fare. Lasciamo il palazzo consapevolmente, non perché costretti ma perché ci sembra di aver trovato una soluzione ideale che tiene insieme storia, patrimonio e generazione di risorse».