Il Viaggiatore. Viaggio al centro della Terra

Non c’è solo la teoria, strampalata, della Terra piatta. Ma anche quella della Terra cava, sostenuta tra l'altro dall'astronomo Halley (quello della cometa): una specie di matrioska

 

Come si sarà conclusa la vicenda di quei tre signori che qualche tempo fa, a Pavia, non hanno voluto pagare il biglietto del treno perché si dichiaravano terrapiattisti? Giornali e tv non ci hanno raccontato il finale di una storia che è stata spiegata come il risultato dei tempi incerti in cui viviamo. Se così è, significa che i nostri tempi non sono tanto diversi da quelli di sempre. La Terra piatta è stata immaginata per millenni come una realtà indiscutibile da quasi tutti gli abitanti del pianeta, anche se gli scienziati dell’antica Grecia avevano capito che in realtà la Terra aveva la forma di una sfera. Dunque ci vollero parecchi secoli prima che questa verità fosse accettata anche da chi la terra la zappava e sapeva solo quanto fosse dura. Comunque anche gli scienziati possono prendere abbagli clamorosi, e la storia lo dimostra.

Il caso più sconcertante è quello dell’inglese Edmond Halley, noto per la scoperta della cometa che porta il suo nome. Il celebre astronomo era certamente convinto che la Terra fosse sferica ma, nel 1692, annunciò alla Royal Society di Londra che in realtà il nostro pianeta era formato da un guscio sferico di 800 chilometri di spessore, nel quale ruotavano a differenti velocità altri due gusci – uno dentro l’altro – dalle dimensioni di Marte e di Venere, oltre a un nocciolo centrale piccolo come Mercurio. Tre mondi separati tra loro da un’atmosfera luminescente che permetteva a tre umanità di varia natura di vivere là sotto, come fossero all’interno di un’enorme matrioska. La teoria di Sir Halley non ebbe un gran seguito nel mondo scientifico, ma la sua idea fu sviluppata agli inizi dell’Ottocento da John Cleves Symmes Jr., un fantasioso ex ufficiale americano dell’Ohio, convinto che la terra avesse dentro una serie di sfere raggiungibili entrando dai due Poli.

Nel 1818 organizzò una raccolta fondi per andare alla ricerca dell’ingresso Nord, e spedì il progetto a un certo numero di possibili finanziatori e al presidente degli Stati Uniti, allegando anche un certificato di sanità mentale, firmato da medici e uomini d’affari entusiasti dell’impresa. Il Congresso degli Stati Uniti stanziò un finanziamento di 300mila dollari, che però furono messi a disposizione solo nel 1831, quando Symmes era morto da un paio d’anni. Oggi il suo sogno della Terra col buco è ricordato da una sfera di pietra bucata issata su un piccolo obelisco (nella foto sopra)in un parco pubblico della cittadina di Hamilton, in Ohio, dove i «terracavisti» possono andare a rendere omaggio al loro profeta.