Portfolio d’autore / Moses Levy, la passione del mare

A 50 anni dalla scomparsa, la città di Viareggio rende omaggio al pittore e artista cosmopolita che ha interpretato le atmosfere vintage e sofisticate delle vacanze in Versilia

 

Le atmosfere eleganti e i colori saturi e pastosi sono quelli del Mediterraneo, i giochi con la sabbia o fra le onde, i pattini, le cabine, gli ombrelloni e le spiagge assolate appartengono invece ai ricordi di molti di noi. L’antologica di Moses Levy Ritornerà sul mare la dolcezza, aperta alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viviani di Viareggio fino al 15 settembre, rende omaggio all’artista nel cinquantennio della scomparsa. Nato nel 1885 a Tunisi, Levy fu espressione di una pittura d’avanguardia, attraversando molti e diversi movimenti artistici con una vocazione cosmopolita che lo portò a vivere fra Africa, Francia e Italia.
Figlio di una facoltosa famiglia di origine ebraica (il padre Lionel era originario di Gibilterra e rappresentante dei Lloyd’s Assicurazioni in Tunisia, mentre la madre Ester era di origine italiana), Moses si trasferisce in Italia con la famiglia all’età di dieci anni, stabilendosi prima a Vallombrosa, poi a Firenze e in seguito a Rigoli, frazione del comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Dopo gli studi al Regio Istituto di Belle Arti di Lucca e all’Accademia di Belle Arti di Firenze frequenta lo studio di Giovanni Fattori ed entra in contatto con i principali esponenti della cultura dell’epoca.

Sono gli anni delle incisioni che hanno come soggetto i contadini e la loro dura fatica, della partecipazione alle Esposizioni Internazionali di Milano, Venezia e Roma, gli anni dei primi riconoscimenti artistici. Amico del pittore Lorenzo Viani, nel 1917 decide di stabilirsi a Viareggio, iniziando a dipingerne la spiaggia, i bagnanti, il mare e i riti balneari con tratto asciutto e tanto colore.
«Quando arrivai a Viareggio... mi trovai un po’ spaesato perché non sapevo cosa fare qui, poi scopersi la spiaggia di Viareggio, che ho trovato che è il mio mondo: colori, movimento, sole, vele bianche su un mare che io facevo – dicevano – come una tavola, e poi grandi ombrelloni tutti colori... Quell’epoca era bella, c’erano tutti gli amici artisti, nella musica c’era Puccini che abitava a Viareggio... e i poeti... ed era un ambiente anche molto elegante, cosmopolita...», così ricordava Levy alla fine degli anni Ottanta.
Tunisino di nascita, ebreo di confessione, inglese di cittadinanza e viareggino per scelta, l’artista tornerà più volte in Africa, arricchendo la sua tavolozza e i suoi temi ma rifiutando lo stereotipo orientalista, viaggiando fra Tunisia, Algeria e Marocco, ma anche Spagna e Portogallo. Il trasferimento a Parigi, la partecipazione alle avanguardie e alle più importanti manifestazioni europee e nel 1938, per colpa delle leggi razziali, il ritorno nella città natale, dove rimarrà fino alla fine del conflitto. Morirà a Viareggio nel 1968. Scompariva il cantore dei ricordi dell’estate, ma non il mito della Versilia.