di Riccardo Morri
Il territorio, questo sconosciuto. Prende il via questo mese una nuova rubrica dedicata alla geografia, a cura del professor Riccardo Morri, presidente Aiig
L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG), fondata a Padova nel 1954 e con sezioni in tutta Italia (aiig.it), ha tra le sue principali finalità quelle di «promuovere la conoscenza e la tutela dei beni ambientali e culturali nel quadro di una corretta educazione al territorio» e «diffondere l’educazione e la cultura geografica a ogni livello, favorendo scambi e accordi con enti e organizzazioni impegnati nella didattica e nella formazione del cittadino».
L’abnorme esposizione al rischio, il disagio delle periferie, l’abbandono delle aree interne, il depauperamento di risorse naturali e beni culturali sono il frutto di una storica assenza in Italia di cultura del territorio e di una colpevole sottovalutazione del contributo che le conoscenze e l’educazione geografica possono dare alla cura dei luoghi, da parte dei cittadini che delle Istituzioni e degli Enti preposti.
Lo scorso 10 maggio l’AIIG ha ratificato un protocollo d’intesa con il Touring Club Italiano: un accordo che affonda le sue radici in storiche collaborazioni sia con singoli studiosi sia con diverse associazioni geografiche (Società Geografica Italiana e Società di Studi Geografici, Associazione dei Geografi Italiani, Associazione Italiana di Cartografia e Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici nel SOGEI, Coordinamento dei Sodalizi Geografici Italiani) e che trova la propria ragion d’essere tanto nella comune convinzione dell’irrinunciabile funzionale sociale della geografia come sapere critico, quanto nella consapevolezza che una persona che ha ricevuto un’adeguata istruzione geografica è un cittadino del mondo curioso, consapevole, partecipe e solidale. Nell’ambito di questo accordo, ci si ripropone qui la conoscenza sia della geografia sia dei suoi metodi e ambiti di studio, in una forma nelle intenzioni agile e dialogante con la voglia di percorrere con le socie e i soci del Tci un comune percorso di esplorazione e di condividere ragionamenti sull’attualità e sulle geografie del nostro Paese.
La geografia verrà quindi proposta e raccontata su Touring come la scienza che studia le relazioni tra i gruppi umani e gli ambienti e i risultati che questa interazione produce, a sua volta, sulle persone, sui gruppi umani e sugli ambienti.
Un rapporto dinamico, modificatosi e variabile nel tempo e nello spazio, che consente alle donne e agli uomini (in maniera disuguale e non equa) che vivono sulla Terra di trasformare l’ambiente in territorio, rendendo la porzione di ecosistema in cui si conduce la propria esistenza un luogo, attribuendole cioè valore e significato/i, in modo individuale e/o comunitario, come forma di socializzazione e/o di appropriazione finalizzata alla coesistenza e, oggi soprattutto, al consumo e alla riproduzione di beni materiali e immateriali.
La geografia insegna a riconoscere l’importanza della natura e delle dimensioni (scala) dello spazio in cui queste interrelazioni hanno luogo: la natura materiale del vivere nella periferia di un esteso agglomerato urbano o dei processi di desertificazione delle aree rurali e quella “virtuale” della finanziarizzazione dell’economia e dei rapporti di potere che ne orientano flussi e decisioni; la dimensione transcalare a cui queste relazioni si manifestano e/o producono i propri impatti, in ragione delle quali la decisione di una persona di lasciare il proprio Paese natale, per esempio, più che una libera scelta è il risultato dell’assenza di alternative.
La geografia è anche scienza delle rappresentazioni: il linguaggio della geo-graficità è la forma di organizzazione attraverso cui la geografia ha restituito una configurazione geometrica alla conoscenza e al sapere, ha conferito un ordine topografico ai rapporti di forza e di potere attraverso la sua più diffusa espressione grafica, la carta geografica (dalla mappa all’atlante, dal portolano ai visualizzatori di immagini da satellite). E nel farsi scienza delle rappresentazioni, la geografia permette di svelarne la implicita (od occultata) parzialità, di riconoscere non solo i limiti fisici e tecnici che impediscono alla carta geografica di essere considerata vera e oggettiva, ma anche l’esercizio arbitrario nello scegliere cosa rappresentare e come rappresentarlo, una scelta non solo tecnica ed estetica ma coerente con la finalità e con la forza del messaggio che attraverso ogni forma di rappresentazione (non solo cartografica) si intende veicolare.
Quello che iniziamo assieme sarà quindi un viaggio alla ri-scoperta di luoghi e della geografia, rileggendo eventi e territori anche grazie alla ricerca di rappresentazioni diverse e alla proposta di narrazioni differenti (o alternative).