Los Angeles punta sul verde

Andrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea ForlaniAndrea Forlani

La metropoli vuole diventare un esempio di conversione ecologica. Grazie a un sindaco illuminato e una nuova mentalità collettiva in stile green. Anche in vista delle Olimpiadi del 2028. Così siamo andati su e giù per Beverly Hills e non solo. In bicicletta ovviamente

Un croissant al cioccolato e un tè freddo al gelsomino alla Chaumont bakery. Me li merito. Nelle ultime due ore ho sorpassato una Tesla, qualche Lamborghini e anche una Ferrari gialla guidata da una sosia di Paris Hilton. Tutto in sella a una ebike. Scalare silenziosamente ed ecologicamente Beverly Hills senza sudare nonostante i 30 gradi. «Ti avevo detto che ti saresti sentita un po’ Wonder Woman!», mi dice ridendo Will di Bikes and Hikes, un noleggio di West Hollywood che propone tour alla scoperta di Los Angeles in sella. Pedalare in quella che è universalmente nota come una delle città più automobilistiche del mondo potrebbe sembrare un’idea folle e azzardata ma è una sfida mirata. Come quella che il sindaco Eric Garcetti (classe 1971, un po’ italiano, un po’ messicano, un po’ ebreo russo) ha lanciato fin dal suo primo mandato nel 2013: rendere Los Angeles una città più sostenibile, accogliente, democratica, aperta e inclusiva. Esattamente l’opposto di quelle che sono le linee politiche a livello nazionale, ma proprio qui sta la potenza della sua sfida. «Quando i miei nipoti mi chiederanno se abbiamo fatto tutto il possibile per combattere il cambiamento climatico, voglio poter rispondere sì», ha dichiarato lanciando il progetto Green New Deal, un piano per lo sviluppo sostenibile della città iniziato nel 2015 e aggiornato nel 2019. Tra gli obiettivi del voluminoso pacchetto di iniziative, l’espansione delle linee della metropolitana e dei bus elettrici con un investimento di 860 milioni di dollari fino al 2022, lo sviluppo di energie rinnovabili (pannelli fotovoltaici in primis, ma anche tetti giardino e orti urbani per abbassare il calore), l’espansione delle aree verdi (otto i nuovi parchi urbani in via di completamento entro il 2021, ma diventeranno 30 nel 2025), e la costruzione di almeno 30 chilometri di piste ciclabili all’anno (per ora la città dispone di quasi mille km di tracciati ciclabili), nonché quella lungo il Los Angeles River lunga 82 chilometri, forse la più ambiziosa e necessaria per rivitalizzare una zona un po’ abbandonata a se stessa. Con costanza lo slogan Twenty-eight by ‘28, ovvero 28 progetti di infrastrutture green entro il 2028, anno in cui Los Angeles tornerà a ospitare le Olimpiadi dopo quelle del 1932 e del 1984, sta prendendo vita sotto gli occhi degli Angelenos e dei milioni di visitatori che, ogni anno, provano a raccapezzarsi in questa metropoli. Sia chiaro, Los Angeles non diventerà improvvisamente una gigantesca zona a traffico limitato, non fosse altro appunto perché si parla di una città di quasi cinque milioni di abitanti che da un estremo all’altro è lunga circa 80 km. Però il tentativo è interessante e piuttosto aggressivo dal punto di vista economico. Ma quando devi cambiare la mentalità montagne di dollari non bastano. Già perché non è sufficiente mettersi in lista d’attesa per comprare una Tesla per essere ecologisti consapevoli. È essenziale avere tutti gli strumenti per fare una scelta differente e provarci. Anche quando si è in visita nella Città degli angeli.

Sì, ma da dove si comincia? La bici dove la prendo? Il sistema di bike sharing è capillare, tra stalli e non, basta una carta di credito (che servirebbe comunque anche per pagare il parcheggio) e in un attimo si può iniziare un’esplorazione della città lenta ma non filtrata da un finestrino della macchina. Altrimenti ci sono i noleggi come quello di Bikes and Hikes dove è possibile optare per una comoda bicicletta elettrica e allungare il giro, magari seguendo una guida che sa perfettamente dove andare. Già perché grazie alla due ruote con l’aiutino le colline di Los Angeles diventano facilmente scalabili. Da West Hollywood, la città nella città, nota per le sue sfumature arcobaleno e gli showroom di design, si imbocca il Sunset Strip, il famoso viale del tramonto, e dopo tappe imprescindibili come il mitico hotel Chateau Marmont e il Sunset Tower Hotel (dove viveva John Wayne che, narra la leggenda, teneva una mucca in terrazzo per avere latte fresco ogni mattina), si pedala verso est fino a Hollywood e le sue pacchiane mercificazioni del cinema (da non perdere il nuovo museo dell'Academy firmato da Renzo Piano, vedi box), o verso ovest, salendo le ombreggiate e fiorite strade di Beverly Hills (decine di alberi di giacaranda in primavera esplodono di fiori viola, ma sono i parchi intorno alle ville a essere il terreno di battaglia tra vicini per chi ha il giardiniere più bravo). Inevitabile pensare che, nascoste in quei parchi privati ci siano anche delle piscine altrettanto private dove si rilassano vip di varia rilevanza. Che cosa c’è di meno ecologico di una piscina? Probabilmente solo il suv parcheggiato davanti all’ingresso della casa. Eppure un altro degli obiettivi della nuova Los Angeles è il risparmio del 20 per cento dell’acqua. La città è funestata da anni dalla siccità e sta tentando strade diverse per trovare la soluzione. Certo è che in radio non mancano annunci più o meno costanti su come fare la propria parte. Noi preferiamo al cloro della classica piscina a forma di fagiolo l’oceano. Ma pedalare fino a Santa Monica o Venice può essere impegnativo e lungo anche con la bici elettrica. La soluzione è prendere la linea metrotranviaria Expo Line che da Dowtown arriva fino a Santa Monica ed è dotata di spazi appositi per caricare le bici. Inaugurata da un paio d’anni, questa linea è una vera e propria “autostrada” verde che taglia in due la città, lunga 25 chilometri. In poco più di mezz’ora ci si ritrova con in mano un lobster roll, un panino con l’aragosta, e i piedi a mollo. Freddina l’acqua ma poco importa, è tonificante quanto basta per dare l’energia per affrontare quella che è la ciclabile più instagrammata del mondo, quella che collega il Santa Monica Pier a Venice Beach. Poco più di cinque km affollati di bici, monopattini elettrici (anche quelli noleggiabili ovunque), gente sui pattini, sugli skateboard e qualsiasi altro mezzo a ruote non inquinante.

È la quintessenza della California vista in un milione di film e telefilm. L’immaginario ideale che si fa realtà, una pedalata alla volta. Iper palestrati che corrono verso Muscle Beach (la spiaggia più “muscolare” degli Stati Uniti) e mamme ginniche che spingono passeggini a passo svelto per raggiungere la lezione di pilates. Mille sfumature di abbronzatura e di capelli al vento. Se qui l’edonismo è regola non scritta, è altrettanto vero che il contesto fa venire voglia di stare all’aria aperta a praticare qualsiasi tipo di sport. A emissioni zero, evidentemente. Scelta non sempre consapevole forse, ma indicativa di un percorso non poi così antitetico a quello che Los Angeles sta intraprendendo. Percorso che non si limita a coinvolgere chi vive nelle zone chic, ma anche i quartieri più difficili dove il rischio esclusione sociale viaggia a pari passo con il degrado. Tra i progetti più innovativi e unici nel contesto statunitense la costruzione di decine di nuovi alloggi sociali, iperecologici e a emissioni ridottissime, dove accogliere le migliaia di famiglie disagiate e i senza tetto. «Entro il 2028 vogliamo dare un letto a tutti i 36mila homeless della città», ha ribadito il sindaco Garcetti, «Non ci può essere giustizia ambientale se non attraverso un’economia inclusiva». Il concetto è molto semplice: ogni cittadino deve poter partecipare a quella che viene definita green economy. Ciascuno degli obiettivi del piano di sostenibilità ambientale della città passa attraverso la costruzione di nuove infrastrutture, nuovi servizi, che creano nuovi posti di lavoro mettendo in moto l’economia a velocità sostenuta. Se la California, già da sola la quinta economia del mondo per Pil (davanti a Gran Bretagna, India, Francia, Brasile e Italia), ha scelto questa direzione per il proprio futuro verde varrebbe la pena di prendere esempio. E stare attenti a non farsi mai beccare con una bottiglia o una cannuccia di plastica tra le mani. Sull’impegno in prima persona qui non si scherza.

Foto di Andrea Forlani