Napoli. Un vino metropolitano

Angelo AntolinoAngelo AntolinoAngelo AntolinoAngelo Antolino

Napoli è l’unica città europea ad avere una vigna in pieno centro. È quella di S. Martino, nata nel Trecento con l’omonima Certosa. Ma anche verso Posillipo e neiCampi Flegrei si produce vino e al tempo stesso si difende il paesaggio come bene comune

 

Non si immagina che, dopo Vienna, Napoli sia la città europea con la maggiore superficie di vigne e la sola ad averne una in pieno centro, con l’ingresso dal trafficato corso Vittorio Emanuele: è la Vigna di S. Martino, nata con la trecentesca Certosa di S. Martino sulla collina del Vomero. Nel 1967 ha rischiato di essere soffocata da una colata di villette a schiera previste dal piano regolatore del 1939: una denuncia sulla stampa fece vincolare l’intera zona, ma solo nel 2010 i sette ettari agricolo-metropolitani vengono dichiarati “Bene di interesse storico artistico” ed entrano a far parte del patrimonio culturale italiano. Il vincolo definitivo lo si deve a Giuseppe Morra, gallerista e collezionista, proprietario della vigna dal 1988, quando la comprò dalla famiglia milanese che l’aveva abbandonata. Era coperta di rovi, sterpaglie, alberi bruciati e materiale di risulta e ci volle un immane lavoro, molti uomini e tre anni di tempo per rivelare a poco a poco l’opera davvero certosina dei monaci che per sei secoli l’avevano modellata con terrazzamenti, muri di contenimento, canalizzazioni per l’acqua e un sistema di sentieri tra la Certosa e altri conventi, indipendente dalle strade del Petraio, della Pedamentina e della collinare per Antignano, che collegano la città alla Certosa e al forte di S. Elmo.

Sono riemerse le antiche vigne di piedirosso, catalanesca, aglianico e falanghina, centinaia di ulivi, aranci, limoni, mandarini, e innumerevoli fiori e erbe spontanee, probabilmente le stesse con cui i monaci preparavano medicamenti e amari. Da anni nella vigna vivevano asini, galline, un gallo e alcuni pavoni fino a quando i vicini si sono lamentati per i versi e gli sconfinamenti, così pavoni e gallo sono stati allontanati. Trent’anni or sono Morra ha voluto ripristinare tutto com’era secoli prima: è rinata l’azienda agricola, condotta da Giovanni Santoro che innesta limoni e pompelmi, recupera ceppi di uvaggi antichi e conosce il terreno palmo a palmo, mentre l’associazione Piedi per la terra apre la vigna a visite didattiche per bambini e organizza laboratori di apicultura, orticoltura, vendemmia, pranzi, serate di musica e d’arte, tanto che si è creata la Comunità rurale urbana Vigna di S. Martino.

Più a est, sulle colline di Posillipo, si disegnano i vigneti urbani dell’Azienda Varriale, una delle più antiche e vicine al mare, degli Astroni di Gerardo Vernazzaro, le Cantine Federiciane Monteleone di Luca Palumbo, le Vigne di Parthenope di Aniello Quaranta. La più orientale, in pieni Campi Flegrei, è l’azienda agricola Agnanum, dieci ettari di colline strette fra Agnano, la zona delle terme e dell’ippodromo e il bosco degli Astroni, oasi del Wwf. Raffaele Moccia lavora nella vigna da quando è bambino, a quattro anni strappava le erbe infestanti, a sette si inerpicava con un secchio d’acqua per mano sui pendii, negli ultimi vent’anni ha rilevato sei ettari di vigneti abbandonati da cugini meno tenaci di lui e li ha aggiunti ai quattro ereditati dal nonno per ricomporre il vigneto di famiglia. Si definisce uno degli ultimi vutecari, gli ingegneri della vigna che sapevano progettare, costruire e manutenere i vigneti in questo terreno fatto a strati fertilissimi di lapilli ma friabili e polverosi di cenere.

Su e giù con il quad, aiutato solo di recente dal figlio Gennaro, Raffaele ha fatto a mano, con la zappa, tutti i terrazzamenti, scavato le fosse per smaltire l’eccesso di acqua che precipita a valle, recuperato vitigni centenari, per’ e palumm, falanghina, la vite gesummina a bacca bianca, caprettone, catalanesca, rare sopravvivenze del vigneto europeo che la filossera spazzò via 150 anni fa e che qui invece il terreno vulcanico ha tenuto miracolosamente lontana. Se la famiglia ha sempre prodotto e venduto vino sfuso in quantità, Moccia ha puntato sulla qualità e si è guadagnato i tre bicchieri del Gambero Rosso. Non sono questi esempi mirabili di creatori e manutentori del paesaggio? Di persone coraggiose e infaticabili che si prendono cura dei propri luoghi considerandoli beni comuni?

Dal Vomero ai Campi Flegrei

La Vigna di S. Martino si trova a Napoli in corso Vittorio Emanuele 340, è proprietà di Giuseppe Morra ed è gestita dalla Fondazione Morra (fondazionemorra.org). Al suo interno, un’azienda agricola affidata alla onlus Piedi per la terra (tel. 338.5621757; piediperlaterra.com) produce vino e organizza la Festa di primavera, campus estivi per bambini, attività di educazione ambientale e giardinaggio per i bambini (Ludonatura) e per i diversamente abili (Diversabili) e, in autunno, È tempo di vendemmia, con la possibilità di partecipare alla raccolta delle uve.
Azienda agricola Varriale, via S. Strato a Posillipo 10, Napoli, tel. 081.7691288; aziendavarriale.it. Con annesso ristorante.
Cantine degli Astroni, via Sartania 48, Napoli, tel. 081.5884182; cantineastroni.com.
Azienda agricola Agnanum, traversa di via Vicinale Abbandonata degli Astroni 3, Napoli, tel. 081.2303507; agnanum.it.
Cantine Federiciane Monteleone, via Antica Consolare Campana 34, Marano di Napoli (Na), tel. 081.5765294. 
Azienda agricola Quaranta (La vigne di Parthenope e Le vigne Flegree), via Eduardo De Filippo, Marano di Napoli, tel. 081.5875200; levigneflegree.com

Sull’esempio della Fête des Vendanges de Montmartre che promuove il vigneto del celebre quartiere parigino, in settembre si tiene il Festival delle Vigne metropolitane di Napoli (tel. 320.7275544; pagina Facebook “Festival delle Vigne metropolitane”).

MONDO TOURING  

Per girare la città e i suoi dintorni, la Guida verde Napoli e il golfo, 192 pagine+72 di mappe e info pratiche; prezzo 23 €, soci Tci 18,40 €; e la Cartoville Napoli, 9,90 €, soci Tci 7,92 €.
Per scoprire i vini campani, la guida Vinibuoni d’Italia 2019 dedicata ai vitigni autoctoni (778 pagine; prezzo 22 €, soci Tci 17,60 €).
Libreria specializzata e agenzia di viaggi, il Punto Touring di Napoli si trova in via Cimarosa 38. A rappresentare il Touring Club in città il corpo consolare e il Club di territorio di Napoli (mail: napoli@volontaritouring.it). Tre i luoghi Aperti per Voi in città: la basilica di S. Giorgio Maggiore, la chiesa del Gesù Nuovo e la chiesa dei Ss. Severino e Sossio (per saperne di più, apertipervoi.it).

Foto di Angelo Antolino