di Antonio Armano | Foto di Mauro Galligani
A Is Molas Fuksas ha realizzato una serie di ville attente alle forme ma anche all’ambiente
Ho abitato per qualche giorno a villa Palas, progettata da Massimiliano Fuksas, ignaro del significato che il nome della casa ha nella lingua sarda. Sas Palas è il corpetto rosso che le donne sarde indossano nei giorni di festa. La villa ha una struttura aperta e due corpi abitativi principali, forme rotonde come i seni e un color terra tendente al rosso. Senza nulla sapere, si è portati ad accarezzare le mura che hanno un rivestimento detto cocciopesto. è una tecnica antichissima, già in uso tra i fenici, che si basa su un trito di laterizi e tende a quel colore naturale. La sinuosità della costruzione si deve non alla volontà di evocare le forme femminili, sia pure nella chiave mitico-mediterranea, ma a quella di creare case che sembrino modellate dal vento e dall’acqua, sculture naturali nate per l’erosione e somiglianti alle torri nuragiche. Villa Palas (ismolasresort.com) si trova immersa nell’aspra e profumata macchia mediterranea di Is Molas, che fa parte del comune di Pula, ed è un resort di 500 ettari con campo da golf e hotel. Io non sono portato per questo sport, ma ho rimpianto di non avere avuto il tempo per provare il percorso in mountain bike tra le alture che dominano la costa sarda sudoccidentale tra Cagliari e il faro storico di Capo Spartivento. Ci sono altre tre tipologie di ville, sempre costruite secondo i criteri della bioarchitettura, e hanno nomi sardi come Luxi che indica la luce, elemento in cui è immerso il territorio, Arenada (melograno) e Nea, l’alba, richiamo classicheggiante al momento in cui appare il nuovo giorno. Le case sono quindici in tutto quindi e si possono sia affittare sia acquistare. Abitare le case progettate da Fuksas riporta a una dimensione del vivere diversa da quella della casa tradizionale e più simile a quella antica. C’è un rapporto più fluido tra esterno e interno, tra il patio, il tipico tetto piatto a terrazzo e il giardino dove all’alba capita di vedere animali selvatici come il cervo sardo che brucano i cespugli di mirto o si abbeverano dalla piscina. E poi basta andare poco lontano per vedere invece le architetture del passato: Nora, fondata dai fenici su preesistenti insediamenti nuragici. Anche lì le curve non mancano.