Evergreen. Clima, ultimo avviso

Perché i Sapiens non sembrano così preoccupati del cambiamento in atto? I motivi sono diversi, dalla disinformazione prezzolata in poi...

La stragrande maggioranza degli scienziati del clima ha raggiunto ormai da tempo alcune conclusioni sul cambiamento in atto:
1) è accelerato rispetto ai ritmi naturali;
2) è anomalo rispetto ai cambiamenti del passato;
3) dipende dalle attività produttive dell’uomo.
Su queste conclusioni, basate su dati robusti pubblicati sulle riviste scientifiche referenziate, gli scienziati del clima concordano al 99 per cento: se ci fossero idee alternative, per esempio che il cambiamento climatico non dipendesse dall’uomo ma dalle macchie solari o dai raggi cosmici, basterebbe pubblicare quelle idee, supportate da dati, sulle stesse riviste e tutti cambierebbero idea. Ma altri dati non ci sono e, curiosamente, gli scettici sono in genere scienziati di altre discipline o ricercatori in pensione da tempo. In scienza non c’è democrazia e non si decide la velocità della luce per alzata di mano. Se fossi malato di cuore non mi farei visitare da un proctologo, così come non vorrei consigli sul clima da un fisico nucleare. Allo stesso modo, fino a che i corpi continuano a cadere verso il basso, non c’è bisogno di contestare la legge di gravità e Newton può continuare a riposare tranquillo.

Ma instillare il dubbio che la comunità scientifica sia divisa ottiene il grandissimo risultato di far credere alle persone che non fare nulla contro il cambiamento climatico sia un’opzione di senso: se non lo sanno nemmeno gli scienziati, perché dovremmo fare qualcosa che, magari, comporta rinunce o cambiamenti?
Tanto ciò è vero che le maggiori compagnie petrocarboniere spendono ogni anno milioni di dollari per propalare dubbi, arrivando a prezzolare informatori e ricercatori (come ha dimostrato Steve Coll nel suo libro-inchiesta Private Empire) di non meglio precisate associazioni pseudoscientifiche. Inoltre, le stesse compagnie, spendono altrettanti denari per combattere le legislazioni nazionali troppo sfavorevoli ai combustibili fossili. E di denari ne hanno, visto che ogni giorno al mondo si estraggono qualcosa come 80 milioni di barili di petrolio: si tratta dell’affare più redditizio degli ultimi secoli, pensate che lo lasceranno senza combattere fino all’ultima goccia?
Per spiegare come mai i sapiens non sembrano così preoccupati del cambiamento climatico in atto vanno aggiunti altri motivi, magari che temiamo soprattutto il grande freddo che non il gran caldo, o che il surriscaldamento dell’aria e degli oceani non uccide la gente per strada, ma assomma tanti piccoli mutamenti e peggioramenti (anche nella salute) di cui non ci rendiamo conto se non all’ultimo momento. «Non è tanto calda», pensava la rana messa nell’acqua un momento prima che cominciasse a bollire.