di Emilia Galli
Inizia la stagione della Scala. L'omaggio al teatro milanese
Bel canto e mondanità, politici e contestazioni, abiti da sera e uova marce, i gioielli di Enrica Invernizzi, moglie del re dei formaggi, e le perle e il cappuccio di volpe bianca di Liz Taylor: ne hanno viste tante le Prime della Scala. Eppure il tempio della lirica milanese, famoso per la competenza e la severità dei suoi loggionisti, non si è mai scomposto, custodendo usi e tradizioni di quando il teatro era al centro della vita sociale e l’orgoglio di una grande tradizione tutta italiana. Simbolo di cultura e civiltà, come hanno ben evidenziato il 7 dicembre 2018 i lunghissimi minuti di applausi che hanno accolto Sergio Mattarella reduce da una serie di tribolazioni istituzionali, omaggio a un presidente visto sempre più come un garante della democrazia.
Il 7 dicembre il sipario si alzerà su Tosca di Giacomo Puccini, diretta da Riccardo Chailly, mentre a timone del teatro siederà ancora per poco il sovrintendente Alexander Pereira, cui va il merito di aver aumentato la presenza di capitali privati. Grazie anche all’Art Bonus (il credito d’imposta del 65% a sostegno della cultura introdotto da Franceschini e che dal 2014 ha raccolto oltre 387 milioni di euro), il parco sponsor e mecenati scaligero raggiunge il 26,3% del funding contro una media europea del 4-15%, ed è secondo solo a quello del Metropolitan di New York