Tam tam. Notizie dal mondo

A piedi a Milano a scoprire il quartiere della pinacoteca di Brera; volare in Malesia e attraversare in treno le Alpi svizzere: un viaggio stupisce sempre

Irlanda. Galway, nuova capitale europea della cultura (celtica)
Imbolc, Bealtaine, Lughnasa e Samhain, che mai vorranno dire? Sono quattro parole prese dal calendario celtico che servono per scansire i periodi dell’anno. Un anno, il 2020, che a Galway, sulla costa occidentale della Repubblica d’Irlanda questa volta sarà particolarmente importante, perché la cittadina è stata scelta come Capitale Europea della Cultura 2020. Un anno che a Galway però inizia a febbraio e va avanti fino alla fine di gennaio 2021, proprio per allinearsi al calendario celtico. Centinaia di eventi che ruotano su tre temi interconnessi: il linguaggio (con una riscoperta della grande letturatura irlandese), il paesaggio (con ampio spazio dedicato alla scoperta della selvaggia bellezza della regione del Connemara) e le migrazioni, perché gli irlandesi da secoli sono un popolo di migranti.
Info: galway2020.ie.

Biella. L'arte torna al centro
Mostre, incontri, seminari per raccontare l'arte che trasforma i contesti sociali. La rassegna Arte al Centro (fino al marzo 2020) è l'occasione per fare il punto e scoprire le iniziative che Cittadellarte e la sua rete internazionale ha promosso nel corso degli anni. In contemporanea inaugurato anche un nuovo percorso, le Terme Culturali, per rinnovare la visita della collezione di opere di Michelangelo Pistoletto e “massaggiare il muscolo atrofizzato della sensibilità attraverso la cultura e l’arte”.
Info: cittadellarte.it.

Malesia. Rotta verso Langkawi
Il Paradiso non può attendere. Specie se è un paradiso delle vacanze come l’isola malese di Langkawi, uno di quei posti ideali per fuggire in inverno, in cerca di mari caldi, spiagge tropicali e ospitalità regali. Sarà per questo che Qatar Airways ha deciso di inaugurare il primo volo diretto tra Doha e Langkawi, con ottime coincidenze da Milano, Roma e Venezia.
Info: qatarairways.com.

Svizzera. L’eccellenza corre sui binari
Il treno espresso più lento del mondo impiega otto ore per andare da St. Moritz a Zermatt: 291 chilometri di percorrenza. Un viaggio tra le Alpi svizzere a bordo del Glacier Express che per unire Engadina e Vallese attraverso 91 tunnel e 291 ponti, in un panorama fatto di strette valli, immensi boschi e ripidi pendii, da godere comodomente seduti nella nuova Excellence Class, con bar in carrozza, pranzo e finestrino panoramico per ogni passeggero.
Info: mystsnet.com.

Alto Adige. La triennale dei ladini
Si tiene al museo Ladino di Ciastel de Tor a San Martino in Badia (Bz) la sesta edizione della Triennale Ladina, mostra collettiva che promuove la produzione d’arte ladina. Il tema di quest’anno in ladino suona così: “la post é la lerch”, ovvero “Il luogo è lo spazio”.
Info: museumladin.it

Riconoscimenti. Premio alla carriera
La vicepresidente del Tci, Maria Lina Marcucci, è stata insignita del premio alla carriera assegnato dalla fondazione Robert F. Kennedy Human Rights.

­Toscana. Aeroporti senza plastica
Un aeroporto senza plastica sembra un progetto impossibile. A meno di esser visionari, come lo è stata Toscana Aeroporti, societàdi gestione degli scali di Pisa e Firenze, che ha deciso di azzerare l’uso di bottigliette di plastica: insostenibili 150 chili di rifiuti al giorno e 3mila litri di acqua potabile sprecata. Piano piano, si procederà all’installazione di fontanelle d’acqua, alla distribuzione di borracce ai dipendenti fino ad arrivare in futuro all’obbligo per i negozi a non vendere più acqua in plastica.
Info: toscana-aeroporti.com.

Milano. Un passaporto per Brera
Un museo non vive se non è integrato nel suo contesto: e l’obiettivo della Pinacoteca di Brera è esserlo sempre di più. Per questo ha creato il passaporto La Grande Brera: una guida bilingue per incoraggiare l’esplorazione del quartiere, unendo tutti i fili del tessuto culturale.
Info: pinacotecabrera.org

Il punto
Questo parco s'ha da fare
A Portofino da due anni si dibatte ancora sull'opportunità di creare un Parco Nazionale
Dopo un po’ di tiri alla fune, in anni passati, sui confini del parco (regionale) di Portofino, dovuti al fatto che alcuni Comuni, ai margini, vollero uscirne, si cominciò seriamente a parlare dell’opportunità di farne un Parco Nazionale, con tutte le conseguenze legislative, dimensionali ed economiche del caso. Il ministero dell’Ambiente non escluse questa possibilità e, anzi, nell’intento di favorire una scelta serena, ponderata e condivisa, diede due anni di tempo agli enti locali perché, ragionando insieme, trovassero una corretta e adeguata dimensione del parco ottimale e coerente. I due anni scadono giusto a dicembre e, da quel che abbiamo capito, non è successo granché e il problema non è stato risolto. La difficile strada dei parchi (è il titolo di un capitolo del volume del Touring Parchi e riserve naturali in Italia) dunque continua faticosamente e speriamo che progredisca, visto che a quei tempi – era il 1982 – quella di arrivare a coprire almeno il 10 per cento del territorio nazionale era solo una tenue speranza che oggi invece è raggiunta e superata. Si è lavorato dunque, in tutti questi anni, rivedendo e aggiornando le leggi, investendo in cultura e organizzazione, cercando sempre di migliorare il rapporto tra i parchi e le popolazioni residenti perché capiscano meglio la relazione tra gli obiettivi vincoli che il parco impone e le grandi opportunità che offre. Si dice che nei comuni interessati al Parco Nazionale di Portofino la contrarietà verrebbe dal mondo dell’edilizia e dai cacciatori, ma non siamo adeguatamente informati e non possiamo prendere posizione. Quello che possiamo però calorosamente sperare è che si creino subito le condizioni perché questo Parco Nazionale si faccia: il monte di Portofino è un gioiello prezioso e unico per i suoi valori paesaggistici, naturalistici e anche storici. Se restasse così, costretto in ristrettezze dimensionali e assediato in confini angusti da eccessive libertà edilizie e venatorie, sarebbe mortificato. Il tempo e la crisi climatica in cui viviamo dovrebbero averci insegnato qualcosa. Dappertutto (e non solo in Italia) si progettano e realizzano programmi impegnativi su vasta scala per piantare alberi ovunque possibile, uno dei pochi rimedi all’inquinamento da CO2 e al preoccupante riscaldamento del pianeta. E lì, sempre che sia vero quel che si dice, attorno a un contesto raro come questo, si continua il “tiro alla fune” per avere più libertà di costruire e di cacciare. Sembra che si ribalti completamente il significato di un vecchio adagio che diceva “l’erba del vicino è sempre più verde”: non invidiamo più il vi­­­cino, anzi, auspichiamo che nel mondo l’erba sia sempre più verde, a eccezione del giardino di casa nostra. A.A