di Barbara Gallucci
Il sabato, in prima serata su Rai3, otto puntate per Sapiens. Un solo pianeta, la nuova trasmissione condotta da Mario Tozzi
Il sabato arriva in prima serata su Rai3 la nuova edizione di Sapiens. Un solo pianeta, la trasmissione di divulgazione scientifica di Mario Tozzi. Un programma che, in otto puntate (dal 15 febbraio) e partendo da una serie di domande, cerca di trovare le risposte con approfondite indagini sul campo in un racconto avvincente sul futuro dei Sapiens appunto. Abbiamo chiesto a Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e consigliere Touring, di raccontarci quali sono i temi che affronterà questa stagione.
Quale ragionamento sta dietro a una trasmissione televisiva come Sapiens? «Tutto nasce dalla volontà di capire se e come la storia della terra ha cambiato la storia dei Sapiens e viceversa. Lo facciamo attraverso otto indagini compiute sul campo, con l’aiuto di documentari, con schede e grafiche spettacolari. Cerchiamo quindi risposte ragionate, verificabili, mai azzardate, ma frutto di un importante lavoro di ricerca, confronto e condivisione con esperti e scienziati».
Quali sono i temi che affronterete quest’anno? «Partiamo dalla questione del cambiamento climatico, un argomento che suscita polemiche e controversie. Siamo andati a vedere il ghiacciaio più grande d’Europa e il deserto del Sahara, ma soprattutto vogliamo rendere noti gli studi che gli scienziati hanno pubblicato sulle riviste specializzate ma che non sono conosciuti dal grande pubblico».
Qualche altra anticipazione? «Tra i temi che ci hanno appassionato e cui abbiamo dedicato una puntata anche quello sul mondo delle esplorazioni e delle carte geografiche. Un argomento molto in linea con il Touring. Siamo profondamente convinti che senza geografia non ci sia nemmeno la storia e i Sapiens sono gli unici animali a mappare il mondo in cui vivono. Un ottimo esempio di questa peculiarità è il mappamondo di Fra Mauro del 1450 che si trova alla Biblioteca nazionale Marciana di Venezia. La puntata l’abbiamo realizzata proprio lì».
Tutto parte sempre dalle domande che l’essere umano si pone... «Esattamente. Per questo per realizzare Sapiens ce ne siamo fatti tantissime. Dai paradossi della tecnologia contemporanea al rischio vulcanico, dalle origini dell’uomo al ruolo della produzione del cibo nella storia. Ogni puntata sarà l’occasione per scoprire il territorio, soprattutto italiano, con un occhio diverso. Siamo stati in Sardegna, un palcoscenico naturale, in Puglia alla ricerca di dinosauri, nelle isole Eolie, ma anche in Norvegia e in Tunisia. Ovunque la terra possa aiutarci a trovare le risposte alle nostre domande».
L’Italia che ruolo ha? «Il nostro territorio è unico al mondo in questo senso. Ecco, con Sapiens portiamo il pubblico a rivedere il patrimonio italiano, storico, artistico, naturale, con un altro punto di vista».