Passione Italia. Guardiamo al futuro

«Per ricordarci e ricordare al mondo intero quanto di può imparare dalla bellezza». Una #mappadellabellezza da contrapporre alla drammatica "mappa del contagio" per andare oltre i drammatici racconti della cronaca quotidiana

Migliaia di foto per raccontare con Passione Italia una storia dalle mille sfaccettature. Una storia tutta italiana fatta di bellezza ed emozioni, arte e natura, montagna e mare, città ed entroterra. Tutto quello che rende unico il Belpaese e che il Touring Club Italiano ha sempre voluto raccontare.

Per valorizzare ancora di più la bellezza italiana, il progetto Passione Italia, nato nel momento peggiore della crisi sanitaria, prosegue con l’intento di contrapporre all’ormai arcinota mappa del contagio una più positiva #mappadellabellezza del Paese. La risposta entusiasta degli italiani, che hanno mandato gli scatti che vedete in queste pagine e molti altri ancora, dimostra una forte volontà di tornare a scoprire il Belpaese. Il consigliere della nostra associazione Antonio Calabrò parla (più oltre) di un “patriottismo dolce”, citando l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie al quale cura e comunità diventano parole chiave per un futuro che proprio sulla rinascita di un affetto condiviso per l’Italia vede il Tci in prima linea.

Affetto che si deve trasformare in valorizzazione per non perdere quello che un altro consigliere Touring, Mario Tozzi, definisce «contatto con il bello del nostro Paese». Sono molte le cose delle quali andare orgogliosi ma altrettante le necessità che la crisi sanitaria ha solo fatto emergere con più urgenza. Il Touring Club Italiano, da sempre promotore della cultura del viaggio e attento al territorio, si impegna ancora di più a raccontare attraverso immagini e parole il bello del Paese sulla rivista, sul sito, attraverso le guide e sui social network.

«Questa è un’occasione straordinaria per rimettere al centro il valore della cultura e dell’identità e Passione Italia si inserisce perfettamente in questa nuova scoperta» sottolinea il consigliere Tci Nando Pagnoncelli (più oltre). Tutti dobbiamo fare la nostra parte per ripartire e ai soci-lettori del Touring chiediamo di sostenere il Tci in questa sfida e opportunità. Insieme possiamo continuare il percorso di valorizzazione che il sodalizio porta avanti fin dalla sua fondazione e che si sviluppa in tanti progetti diversi, dalle Bandiere Arancioni ai volontari Touring, dai luoghi Aperti per Voi e i Club di territorio fino alla Penisola del Tesoro, costretta dall’emergenza a uno stop temporaneo e nel cui ambito il Touring avrebbe in animo dopo l’estate, se possibile, di organizzare un grande evento proprio dedicato a Passione Italia.

La #mappadellabellezza possiamo continuare a costruirla anche grazie al sostegno straordinario al Touring Club Italiano e al 5x1000, il modo più semplice, efficace e gratuito per aiutare il Touring a proseguire nella sua storia e per scriverne una nuova insieme che parta proprio da Passione Italia.

Serve un “patriottismo dolce”. Ma anche sostegni pubblici

In un momento in cui è ancora impossibile spostarsi e sappiamo che, anche nei prossimi mesi, varcare i confini sarà improbabile, quanto valuta importante il percorso di promozione del “marchio” Italia, anche nei confronti degli italiani stessi?
Il Touring Club Italiano si prende cura del Paese per renderlo più conosciuto, attrattivo, competitivo e accogliente da oltre 125 anni. È giusto dire che dobbiamo essere proprio noi cittadini, per primi, a promuovere l’Italia? Serve un “patriottismo dolce”, diceva l’ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. è un valore essenziale per progettare iniziative per uscire dalla crisi. Ci sono due parole chiave: cura e comunità. Avere a cuore l’Italia significa conoscere e valorizzare la bellezza delle sue piazze, cominciando proprio da quelle meno note, Vigevano e Ascoli Piceno, Benevento e Grammichele in Sicilia. E fare leva sulle nostre virtù civili, su tradizione e attualità del nostro “capitale sociale” di apertura e inclusione, di sintesi tra la cultura europea e il pensiero mediterraneo. Il turismo consapevole è strumento essenziale di conoscenza e sviluppo.

Riprendendo il suo recente intervento sul Corriere della Sera, quanto conta il sostegno in questo percorso da parte delle istituzioni? Possiamo dire che la cultura sia il primo “ingrediente” per la rinascita dell’Italia e che, proprio dalla cultura – intesa anche come valorizzazione delle eredità dei territori – nascano le maggiori invenzioni e progressi sociali?
Certo. Servono sostegni pubblici per le attività culturali, ma anche scelte fiscali e di stimolo per fare ripartire le imprese del settore. Una sinergia tra pubblico e privato. Intraprendenza, creatività, innovazione sono caratteristiche che riguardano il teatro, il cinema, la musica, le arti visive, i laboratori dove si sperimentano nuove forme e nuovi linguaggi, i musei, compresi i musei d’impresa, testimonianze fondamentali delle capacità di “fare, e fare bene”, definendo così un rilancio della cultura politecnica, tra umanesimo e scienza, memoria e nuove tecnologie. E va affrontata la sfida dei nuovi modelli d’impresa per vivere la cultura e la sua rappresentazione nelle nuove forme digitali.

Il governo ha detto d’essere pronto a sostenere il turismo, un settore strategico dell’economia e della società, messo in scacco da una pandemia che ne sta paralizzando l’attività. Ci sono provvedimenti specifici, aiuti a vario titolo, defiscalizzazioni, buoni vacanze o altro che ritiene particolarmente utili per incentivare il settore alla vigilia di una stagione che si preannuncia particolarmente complessa? Stupisce molto che nella task force del governo per la ripartenza non ci sia un solo esperto di turismo e nemmeno, purtroppo, un imprenditore. Speriamo che i decisori politici ascoltino le reali esigenze d’un settore determinante non solo per il Pil ma anche per la diffusione dei valori che connotano il nostro Paese agli occhi del mondo. Torniamo, così, al “patriottismo dolce”.

Antonio Calabrò, consigliere del Tci

Il Touring protagonista dell’Italia che verrà

Da un punto di vista etimologico Passione è un termine molto ambiguo perché ha come radice il “patire”, quindi soffrire, ma ha anche una componente legata all’amore. Il Touring ha avuto lungimiranza nel mettere al centro questo termine che rappresenta nel modo migliore il momento che stiamo vivendo. Questo momento ci fa soffrire da una parte, perché ci impaurisce, ma nello stesso tempo ha fatto ritrovare un senso di concordia che da tanto tempo era smarrito. Questo secondo me è il concetto di Passione Italia. E, ancora una volta, dobbiamo avere il desiderio di mantenerla questa passione, mantenerla in vita. La vicenda ci coinvolge tutti e, se vogliamo, anche la bellezza del Paese ci deve portare a uscire da quella che io chiamo la sindrome dello specchio del bagno: ognuno di noi al mattino si specchia, ma se chiediamo a qualcuno di descriverci lo specchio nessuno è in grado di farlo.

Noi diamo per scontata la bellezza del nostro Paese ma non è così scontata. Continuiamo a ripetere come un mantra che il Paese è bello, ma quante sono le persone che coltivano questa bellezza? Che la valorizzano, che la tramandano? Questo secondo me è il senso dell’aspetto estetico che giustamente il Touring sta mettendo in luce. Perché noi sappiamo da tutte le ricerche che facciamo che gli aspetti identitari più riconosciuti sono il patrimonio culturale e la bellezza del nostro Paese. Però, ancora una volta, il rischio grosso è quello di una ripetizione automatica del richiamo a questi aspetti, senza che poi ci si creda davvero ricadendo perciò nella sindrome dello specchio. Questa è una straordinaria opportunità per proporre un sistema culturale italiano e quindi l’idea di fare rete.

Il Touring ha avuto negli ultimi anni una grande intuizione: svolgere un ruolo sociale perché è un promotore sociale non un promotore turistico. Perché sta pazientemente facendo comprendere il concetto di cultura del viaggio, cultura del patrimonio, cultura della bellezza e di quanto questo rappresenti un tratto identitario nostro. Tra le varie domande che abbiamo fatto in queste settimane agli italiani c’era anche quella legata ai desideri, alle prime cose da fare quando finirà la quarantena: al primo posto uscire, poi incontrare le persone care. Al terzo posto però in molti ci hanno detto passeggiare, esplorare le loro città, camminare lungo i fiumi, nel verde e al mare. Il Touring con Passione Italia si inserisce in questa nuova scoperta della bellezza italiana. Il sodalizio può ancora una volta avere un ruolo di guida per la sua competenza e il ruolo da mediatore sociale. Il Tci ci accompagna. In questo momento senza possibilità di viaggiare apro i volumi del Touring e viaggio con quelli. Le nostre radici e anche il nostro futuro, passano da qui.

Nando Pagnoncelli, consigliere del Tci

In contatto con la bellezza

Il Touring Club Italiano lancia Passione Italia. Che cos’è? È un modo per non perdere contatto con il bello del nostro Paese in questo periodo così difficile. E come lo si fa? Si fa virtualmente. Tutti possiamo, in qualche modo, contribuire a questo straordinario viaggio che il nostro Paese ancora ci permette perché, nonostante tutto quello che è accaduto, dopo avere insegnato la “Grande Bellezza” al mondo – e dopo avere perduto per un attimo il filo – ecco che l’Italia resta ancora uno dei posti in cui possiamo rimettere insieme le tessere di un mosaico di straordinaria bellezza. Non solo nei luoghi più conosciuti, quelli sono noti in tutto il mondo, – le grandi città d’arte – ma anche e soprattutto nel contesto. Ecco, il valore dell’Italia è proprio nel contesto – lo ricordava Stendhal quando viaggiava da queste parti, diceva «in Italia in 10 leghe cambia tutto» – Ecco. L’Italia è difficilmente globalizzabile da tutti i punti di vista. Anche dal punto di vista delle visite.

È vero che dobbiamo cogliere questa occasione per un modo diverso di conoscere l’Italia, senza affollarci tutti insieme negli stessi posti che poi diventano poco vivibili per tutti. Ma invece riscoprendo un altro modo di catturare il valore del contesto. Quello che offriamo al mondo è il modo di vivere degli italiani, in un posto in cui il contesto è straordinario e in cui l’uomo ha spesso toccato con mano magica l’ambiente e la natura, trasformandola in un paesaggio straordinario e unico. Passione Italia, questo è l’obiettivo del Touring, al quale aderisco volentieri come socio cinquantennale, addirittura, del Tci – mio padre mi iscrisse fino da piccolino e oggi sono un membro del consiglio direttivo –. La passione per questo Paese non cesserà certo per questi momenti difficili e riprenderà proprio da un nostro sforzo. Quando ricominceremo a muoverci, facciamolo a partire dal nostro Paese, il Paese che ha insegnato la Grande Bellezza a tutto il mondo, che ha insegnato la città ideale e vivibile, che poi ha fatto tanti errori col paesaggio e con l’ambiente, ma che oggi può trovare una nuova strada di bellezza e, anche, di armonia.

Mario Tozzi, consigliere del Tci

La magia di Matera, una sera d’estate

Matera, agosto, sera, sono le nove, il cielo è, quasi completamente, scuro di universo e luccicante di stelle. Il luogo è piazza S. Pietro Caveoso (il Sasso Caveoso è l’altura che ospita chiesa e piazza). Entrando sulla piazza: in fondo la chiesa, a sinistra la scarpata verso il torrente, a destra l’erta del Sasso. Di fronte alla chiesa, tutta Matera orientale, vicolo dopo vicolo, casa dopo casa, sulle pendici delle alture, nella penombra della sera. Davanti alla chiesa per Matera 2019 Capitale Europea della Cultura è stato allestito un ampio palco rustico, ai piedi del quale è ospitata l’orchestra del teatro S. Carlo di Napoli. Su tutta l’immensa erta del Sasso Caveoso usata come schermo un proiettore disegna immagini dalle dimensioni gigantesche. Un quadro a olio vasto come una montagna che si muove al passo del preludio della Cavalleria rusticana di Mascagni.

La musica ipnotizza gli sguardi, le pietre, gli alberi, i telefonini innalzati per scattare foto. Mascagni è il pifferaio magico, mille spettatori in piedi sono i topi che lui conduce a spasso lungo il dramma di Santuzza e Turiddu. Passano le figure, passa Mamma Lucia che non vuole fastidi, passa Compar Alfio che fa il carrettiere e Lola che per questo resta spesso sola. Passano quei cori maestosi che cominciano con “Gli aranci olezzano sui verdi colli” e con “Inneggiamo”. Poi ti capita di girare la testa verso il fondo della piazza e si accende l’ennesima magia. Lo sfondo del teatro sono i vicoli di Matera illuminati da piccoli lampioni di un altro secolo. Luci rosate, ombre, finestre, miracolo di scenografia. Così attacca l’intermezzo, il mai più eguagliato pezzo di Mediterraneo in musica. Nessuno fiata, nessuno batte le ciglia, nessuno respira. Cavalleria si trasforma via via in dramma. Fino al finale: “Hanno ammazzato compare Turiddu”, quando non c’è più niente da dire.

Gianni Morelli è autore di numerosi prodotti editoriali Touring

Torneremo tutti a camminare ...magari un po’ appesantiti e fuori forma

Ansia (certamente), incertezza (ovvio), preoccupazione (più che giustificata). Le tre sensazioni che accompagnano queste nostre settimane di clausura si alternano tra loro. Se siamo così fortunati da essere solamente reclusi possiamo provare a immaginare dove andremo a emergenza finita. Il mondo è grande, ma non dimentichiamo mai che anche l’Italia lo è. Per chi, come me, ha sempre amato viaggiare, proprio ora la rete delle vecchie vie d’Italia appare (anche se guardata con rimpianto su uno schermo) ancora più estesa, accattivante e meravigliosa di soli due mesi fa.

Il Cammino francescano della Marca che da Ascoli Piceno scavalla l’Appennino e cala nella Valle Umbra a Foligno. O il Cammino minerario di Santa Barbara (uffa, avevo pensato a giugno, ma di quale anno?), che segna con i suoi zigzag coste scoscese e discariche minerarie, spiagge solitarie e cisti fioriti al sole del Sulcis, nel Sudovest della Sardegna. Poi: eccoci qui. A immaginare il cammino che percorreremo nei mesi futuri. Torneremo tutti a camminare – magari un po’ più sbuffanti di ieri a causa della reclusione – per le strade, le mulattiere e i sentieri. Che disegnano il sistema nervoso nascosto e antico della nostra bell’Italia.

Fabrizio Ardito, esperto camminatore e amante dei cammini, è autore di guide, taccuini, libri illustrati Touring

Orzinuovi che rinasce al ristorante

A Orzinuovi, nelle Bassa Bresciana, l’epidemia è passata come un tornado. Ma non è riuscita a sradicare il ristorante Saur nella frazione di Barco, vicinissima al fiume Oglio. Un sogno diventato realtà di tre giovani provenienti da differenti esperienze, ma accomunati dalla passione per la ristorazione e dall’età. Due, gli uomini, Alessandro Sciortino e Nicholas Caruso, sono in cucina; lei, Virginia Severgnini, in sala: poco più di 70 anni in tre! Il locale è moderno, con colori vivaci, allegro (e di questi tempi aiuta). C’è un orto e il verde arriva pure dentro ravvivando le pareti in verticale.

Come tutti i giovani le idee sono tante, le ricette vengono una dopo l’altra e per riassumerle sono a disposizione degli ospiti due menù degustazione a sette portate (a 50 euro) e cinque portate (a 35 euro) che sono, per quanto offerto, tra i migliori della regione per il rapporto prezzo qualità. Piatti ben presentati, senza troppi ingredienti, con colori vivi, ma spesso anche con sapori decisi. Non manca il coraggio agli chef e così talvolta qualche contrasto acido/sapido anima la ricetta. Un locale di vibrante creatività dove non ci si annoia di sicuro. E per il futuro? «La clientela sarà sicuramente più povera. – sottolinea Alessandro Sciortino – Però noi siamo entusiasti e convinti di quello che facciamo, i nostri menù sono convenienti, ce la mettiamo sempre tutta. Vorrà dire che lavoreremo ancora più sodo.»

Luigi Cremona è curatore della guida Alberghi e Ristoranti d’Italia del Touring

L’Italia vista dalla Germania. I luoghi amati degli studenti dell’Università popolare di Ebersberg

Silvia Di Natale – sociologa e viaggiatrice che vive in Baviera – è l'autrice di una sezione della nuova edizione della guida verde Monaco e la Baviera prevista per settembre-ottobre; ha voluto chiedere un contributo ai suoi studenti dell'Università popolare di Ebersberg.

Ogni anno ritorno nel Montalbano, in Toscana, in un piccolo borgo chiamato Casorelle. Per me è un paradiso. Mi diverto a immergermi nella storia e cultura del Paese. Alloggio in un agriturismo che offre olio e prodotti biologici e, nella sua osteria, cibi tradizionali della regione. È un festival di piaceri. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Essendo laureata in storia dell’arte mi affascina la cultura del Montalbano! Dalla terrazza panoramica ho una meravigliosa vista sul paese di Vinci. E qui ho capito come Leonardo da Vinci ha trovato la tecnica dell’Inazzurrimento dei lontani. La luce e l’atmosfera di Padule di Fucecchio esprimono il paesaggio in colori eccezionali. Leonardo Da Vinci era affascinato dai colori, la cosa che lo colpiva maggiormente era l’effetto che aveva l’atmosfera sui colori dei soggetti più distanti. Questo effetto è dato dalla sovrapposizione dei vari strati dell’atmosfera che dona una colorazione sempre più azzurrina. Ogni giorno qui mi godo una pittura di Leonardo da Vinci in natura. E per me è il massimo della felicità.
Karin Dohrmann

Il mio luogo preferito è l’isola di San Pantaleo, conosciuta anche come Mozia, a pochi chilometri da Marsala, in Sicilia. Era sede di una colonia fenicia, distrutta da Dioniso di Siracusa nel 397 a.C. e non più ricostruita. Oggi grazie a Joseph Whitaker, commerciante inglese e archeologo dilettante che vi organizzò scavi nel 1906, un museo che porta il suo nome conserva una tra le più estese collezioni al mondo di reperti fenici, mille in tutto. Vi si trovano molti oggetti d’arte: il più famoso è la statua di pietra detta “Il giovane”. Dopo (o prima) della visita al museo è d’obbligo una passeggiata sull’isola per scoprire i mosaici in mezzo alla natura intatta; l’occasione ideale per ricavarne un’immagine molto realistica della vita della colonia fenicia. Al ritorno a Marsala, da non perdere la visita delle celebri saline e, seduti a un bar con un aperitivo, ammirate il tramonto: i colori sono a dir poco spettacolari.
Barbara Winner

ECCO COME DESTINARE IL 5x1000 AL TOURING

Non costa nulla Il 5x1000 è la quota dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) che si può destinare, al momento della dichiarazione dei redditi, a favore di organizzazioni no profit e con finalità di interesse sociale, come il Touring Club Italiano. È diverso dall’8x1000, ma come l’8x1000 non costa nulla. Non è un’imposta aggiuntiva: se non si esprime una preferenza resta allo Stato.
Per destinarla al Touring Club Italiano, basta inserire nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell’associazione 00856710157 e firmare nello spazio dedicato alle associazioni di promozione sociale. Anche quest’anno, al momento di compilare la dichiarazione dei redditi, ricordiamo di destinare il 5x1000 al Touring. Con un solo gesto gratuito possiamo fare molto.