Passione Italia. Voglia di ri-partire

«Per ricordarci e ricordare al mondo intero quanto di può imparare dalla bellezza». Una #mappadellabellezza da contrapporre alla drammatica "mappa del contagio" per andare oltre i drammatici racconti della cronaca quotidiana

A guardare tutte le foto che in queste settimane hanno contribuito alla #mappadellabellezza di Passione Italia su instagram viene un’incredibile voglia di partire e aumenta, allo stesso tempo, la consapevolezza di essere dei privilegiati.

Le immagini restituiscono un affresco straordinario e di grande impatto che, quando nello scorso marzo il Touring Club Italiano ha lanciato l’iniziativa per realizzare tutti insieme la mappa della bellezza da contrapporre a quella del contagio, non era immaginabile. Né dal punto di vista della risposta, spontanea e partecipe di soci e non soci, né per la varietà delle fotografie. Basta guardarne alcuni scatti, scorrere le sequenze scelte dagli autori, per capire che se qualcosa di buono questa assurda pandemia ci ha regalato è il rinnovato interesse per le bellezze italiane, che si tratti di città, monumenti, scenari naturali o panorami.

«È l’occasione buona per riscoprire luoghi a noi vicini, con il giusto ritmo, magari in treno, in bici o a piedi», sostiene con convinzione la consigliera del Tci Claudia Sorlini che già sogna per i mesi estivi escursioni in Centroitalia e sulle Dolomiti. Già, perché questa rinnovata Passione Italia è un’occasione da non perdere per vedere il Belpaese con occhi diversi. Perché non lasciarsi quindi ispirare dalle fotografie di soci e amici della nostra associazione per partire, in questa strana estate post emergenza sanitaria, alla scoperta di bellezze vicine, paesaggi mai veramente conosciuti e luoghi più o meno distanti da casa? Mai come in questo periodo l’orgoglio di essere italiani deve passare attraverso una reale conoscenza del territorio, per sostenere, anche economicamente, le piccole realtà locali, i borghi dell’entroterra (sono ben 247 le località Bandiera Arancione nel Paese), non per forza solo nelle settimane di agosto, ma durante tutto l’anno.

È proprio attraverso questo percorso di conoscenza che si arriva all’esigenza di tutela dei beni culturali, ambientali e paesaggistici su cui insiste da molti anni il Touring Club Italiano. Una tutela che deve diventare obiettivo condiviso da ogni generazione per il futuro a venire.

È per questo che vi invitiamo a fare tutti la vostra parte anche sostenendo il Tci in questa nuova, importantissima sfida soprattutto adesso che il Paese deve ripartire. Continuiamo insieme a costruire la #mappadellabellezza anche grazie al 5x1000, il modo più semplice, efficace e gratuito per contribuire all’associazione e, soprattutto, al sostegno straordinario. Per aiutare il Touring Club Italiano a proseguire la sua storia e per scriverne insieme una nuova che si chiama Passione Italia.

Alla scoperta della bellezza d’Italia

Succede spesso, dopo eventi profondamente spaventosi e luttuosi, di aver bisogno di una rinascita. In questo momento, dopo le lunghe settimane di quarantena, tutti abbiamo voglia di riprendere contatto con la natura, con il paesaggio, con le bellezze anche dietro casa. Ci siamo resi conto che sono elementi essenziali del nostro vivere e ora è necessario ancora una volta valorizzarli. Questa voglia di scoperta e crescita personale si è vista anche durante la pandemia quando, seppur impossibilitati a muoverci, in molti abbiamo esplorato musei e mostre, ascoltato concerti, visto spettacoli anche solo virtualmente grazie a internet. Segnali che ci fanno capire quanto il bello faccia parte delle nostre vite.

Ora è il momento giusto per apprezzare quello che abbiamo a portata di mano, magari non le solite mete, ma posti nuovi per contribuire, ove possibile, a rivitalizzare anche economicamente il territorio mantenendo in vita i tanti piccoli tesori che costellano l’Italia. Anche io voglio tornare a riscoprire il Centroitalia e poi le Dolomiti per aprire nuovamente il cuore alla bellezza. Credo che molti italiani faranno lo stesso e sono convinta che il Touring in questo momento abbia tutte le competenze, maturate sul campo per anni, per contribuire a diffondere questa consapevolezza che include valorizzazione e tutela.

Basti pensare alle Bandiere Arancioni, ma anche all’Archivio fotografico che conserva le immagini dei migliori fotografi italiani che hanno esplorato e raccontato la Penisola, per non parlare del contributo che il Touring potrebbe tornare a dare anche nelle scuole così da ripensare insieme ai ragazzi i viaggi d’istruzione, possibilmente improntandoli al turismo dolce tra treno, bicicletta, itinerari a piedi… L’educazione al bello, al rispetto ambientale, alla conoscenza e quindi alla tutela, sono le chiavi per una riconciliazione generazionale che faccia di Passione Italia un traguardo condiviso. Per una rinascita veramente sostenibile per tutti.

Claudia Sorlini, consigliere del Tci

L’arte che rassicura

Ripartire dalla cultura è una condizione imprescindibile perché l’eccellenza italiana è patrimonio di tutti i cittadini. Per noi che lavoriamo a Casa Museo Boschi Di Stefano è stato l’imperativo anche durante tutto il periodo di chiusura legato all’emergenza sanitaria. In questi mesi non ci siamo fermati, anzi. Abbiamo sfruttato l’occasione per lanciare tanti piccoli sassolini, riposizionarci sui social network, promuovere nuove iniziative, sperimentare registri diversi, continuare comunque a fare cultura, che è il nostro obbiettivo primario.

È stato il nostro modo di contribuire a tracciare la mappa della bellezza italiana ripartendo da una maggiore consapevolezza. La stessa che deve avere Milano in questa ripartenza. D’altronde Casa Boschi è emblema di milanesità e noi vogliamo conquistare un cittadino alla volta per far diventare tutti adepti di questo luogo. Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare con il quartiere, ma soprattutto con i volontari Touring che per noi sono collaboratori preziosi in questo sforzo costante di apertura al mondo. La Casa è in fermento, ci rendiamo conto di essere quasi strategici in questa situazione proprio perché quando si entra qui ci si sente rassicurati. È un posto dove si sta bene, un angolo dove stare con i propri pensieri, regalandosi un’ora di pace nel senso universale del termine.

Credo che molte persone abbiano la necessità di sentirsi abbracciate e volute, ecco questa sensazione si può recuperare proprio nelle stanze di Casa Boschi Di Stefano. L’occhio può vagare dai panorami di Morandi alla Venezia di De Pisis, allo spazio infinito dei Fontana. L’Annunciazione di Savinio credo possa essere un quadro simbolico oggi: sembra quasi che sia l'arte a volersi affacciare sulla vita di tutti. D’altronde per noi l’arte è un diritto e cerchiamo di dimostrarlo ogni giorno.

Maria Fratelli, direttrice della Casa Museo Boschi Di Stefano

Sentiero Italia. Una lunga passeggiata per raccontare un Paese

Quando nel 2016 ho scoperto che esiste un sentiero lungo la dorsale montuosa d’Italia lungo più di seimila chilometri non ci potevo credere. L’alta via più lunga del mondo è il Sentiero Italia, è nel mio Paese e io non ne sapevo nulla. Mi sono messo a studiare e ho scoperto che è stata realizzata da centinaia di appassionati e volontari del Club Alpino Italiano tra il 1983 e il 1995. Ho condiviso con i miei amici Sara e Giacomo un sogno che poi è diventato il progetto Va’ Sentiero: percorrerlo tutto in una spedizione lunga un anno. Fin da subito ci siamo posti come obiettivo quello di non focalizzarci sull’aspetto sportivo della cosa, ma su quello culturale. Volevamo conoscere e scoprire le migliaia di realtà sociali differenti di persone che in montagna ci vivono. Siamo partiti il primo maggio del 2019 da Trieste documentando con video e foto ogni tappa che abbiamo poi messo sul nostro sito (vasentiero.org).

Già perché l’idea è di condividere il più possibile le storie che viviamo in cammino; per questo invitiamo chiunque abbia voglia a unirsi al nostro viaggio, magari anche solo per poche tratte. In sette mesi (ci siamo fermati all’inizio dell’inverno scorso per questioni meteorologiche), abbiamo coinvolto decine di persone e anche il Touring ha deciso di patrocinare la nostra spedizione. Saremmo dovuti ripartire lo scorso marzo per completare il Sentiero, ma l’emergenza sanitaria ce l’ha impedito. Ma manca poco alla ripartenza verso sud. In una delle ultime tappe, a Cantiano, borgo Bandiera Arancione del Touring nelle Marche, ho quasi pensato di fermarmi perché mi sono sentito a casa come non mai. Ci tornerò, ma prima voglio arrivare fino in fondo, ci sono ancora tanti chilometri e tante persone da incontrare lungo il Sentiero Italia.

Yuri Basilicò, ideatore del progetto Va' Sentiero

Le isole Tremiti, un arcipelago Covid free tra le mete da non perdere del Mediterraneo

Le Tremiti bisogna viverle per capirle. Bisogna vivere la forza della natura, fare una passeggiata immersi nel silenzio e provare a riconoscere i diversi profumi che il mare, gli alberi e le piante sanno regalare in ogni stagione. Chi ci vive sa che ogni giorno è diverso, sa anche che bisogna ascoltare un ritmo che non è quello urbano fatto di routine quotidiana, ma prendere e fare quello che la natura insegna. Ultimamente anche dall’estero hanno cominciato a capire che questo è un posto unico. Sui magazine inglesi e americani le isole di San Domino e San Nicola sono diventate le mete del Mediterraneo da non perdere. Mi fa piacere, ma io vorrei che fossero gli italiani a scoprirle. 

Il villaggio del Touring da anni ci promuove, con il passaparola degli ospiti, che da anni tornano, portano amici e parenti. È la pubblicità migliore per noi. L'ambiente marino incontaminato (l’arcipelago è Riserva naturale marina dal 1989, ndr) è da scoprire anche solo con maschera e boccaglio. È di pochi mesi fa la spedizione di un ricercatore biologo marino che proprio al largo di San Domino ha trovato una foresta di corallo nero unica al mondo. Ma qui c’è anche la storia, come dimostrano le tracce archeologiche ritrovate a San Nicola che risalgono all’età del Ferro, proseguono con l’epoca romana e arrivano fino agli insediamenti medievali dei monaci, prima benedettini poi cistercensi. Stiamo investendo molto anche sulla bonifica di Pianosa, che è disabitata e riserva naturale integrale; vorremmo diventasse un laboratorio di biologia marina per ospitare ricercatori e scienziati che, in questo paradiso, potrebbero lavorare tutto l’anno. Già perché se in estate è un luogo unico, nelle altre stagioni lo è ancora di più. 

Antonio Fentini, sindaco delle isole Tremiti

La vacanza in bicicletta inizia dal portone di casa

Chi l’avrebbe mai pensato che un subdolo e imperturbabile virus avrebbe modificato giocoforza le nostre ormai radicate propensioni all’esotico? Chi avrebbe mai pensato di ricondurre a un orizzonte regionale, se non provinciale o addirittura municipale, le nostre fantasie di viaggi intercontinentali, e di spuntare sulle prenotazioni delle vacanze le voci Lovere, o Fregene, o Abbadia San Salvatore invece di Yucatan, Mauritius o Salvador de Bahia? Invece eccoci qui, a reinventarci il piacere del viaggio domestico, del turismo a chilometro zero, o “di prossimità”. Ma si sa che non tutti i mali vengono per nuocere: un bel ricondizionamento da globalizzazione pavloviana non può che farci bene. E fare ancora più bene anche ai destinatari delle nostre mete minori. Personalmente, da cicloturista, ho in testa un piano. Vorrei che la mia vacanza in bicicletta iniziasse sul portone di casa, senza trasbordi. Montare in sella e partire, tirandosi dietro la porta; e arrivare, giorni o settimane dopo, gambe stanche, didietro incallito, faccia e pelata abbrunita – così come il ben noto segno a mezza coscia e a mezzo braccio – di nuovo al portone domestico.

Il mio Giro di Lombardia, quest’anno, partirà dal centro di Pavia, sotto le rosse torri, e prenderà, a risalire la corrente, del Ticino e poi del Naviglio Grande, fino a raggiungere il lago Maggiore. Qui mi concederò l’eccezione di un trasbordo panoramico via battello per puntare al Verbano settentrionale, fino a Luino. Un saluto a Piero Chiara e poi via verso il lago di Lugano: ecco, il massimo dell’esotismo consentito – se i regolamenti “svisseri” lo concederanno – sarà quell’angolo di Canton Ticino tra Porto Ceresio e la val Mara, prima di planare dalla Val d’Intelvi sul lago di Porlezza, dove c’è un bellissimo bike hotel che mi aspetta: il Parco San Marco. Da qui, si ridiscende a Menaggio e si costeggia l’Alto Lario per entrare poi in Valtellina. Il lungo e rilassante Sentiero Valtellina mi accompagnerà fino a Bormio. Ma qui l’impresa si fa impresa: attraverso il temibile passo di Gavia – ma non c’è nessuno che mi corre dietro e, alla bisogna, si scende e si spinge –, buttarsi in val Camonica e scivolare giù in pianura lungo la ciclabile dell’Oglio, fino a incontrare il Po al ponte di barche di S. Matteo delle Chiaviche. Da lì in poi si costeggia il Grande Fiume lungo le strade arginali fino a Cremona e poi lo si lascia sempre seguendo vie d’acqua: prima naviglio Cremonese, quindi, da quel labirinto onirico ed escheriano delle Tombe di Genivolta, lungo la grande alzaia del canale Vacchelli, fino all’Adda. Superato il fiume a Rivolta, ancora un naviglio, la Muzza, fino a Cassano, e all’innesto con la Martesana, che mi riporterà dritto a Milano: cosa vuoi che sia mai, dopo tanto pedalare, attraversare il centro della metropoli, per andare a cercare la ciclabile del Naviglio Pavese che mi riporta a casa? Sono circa 750 km. Una settimana basterà.

Se invece al Giro di Lombardia si preferisce una “puntata” chirurgica, il consiglio è l’Oltrepò Pavese. Un vero parco ciclistico naturale, data la scarsissima densità automobilistica per le strade interne, intese non quelle a grande scorrimento – Stradella-Santa Maria della Versa, Stradella-Casteggio, Voghera-Varzi – che lambiscono il triangolo che s’incunea dall’Appennino verso la pianura. Qui, per chi non ha tantissimo allenamento, una bici a pedalata assistita può essere d’aiuto: come la guida Oltrepò Pavese. L’Appennino di Lombardia, pubblicata dal Touring nel 2018 che propone ben sei itinerari a pedali per tutti i gusti e tutte le... gambe.

Gino Cervi, appassionato di bicicletta ed esperto cicloturista, è autore di guide e libri Touring sul tema

ECCO COME DESTINARE IL 5x1000 AL TOURING

Non costa nulla Il 5x1000 è la quota dell’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) che si può destinare, al momento della dichiarazione dei redditi, a favore di organizzazioni no profit e con finalità di interesse sociale, come il Touring Club Italiano. È diverso dall’8x1000, ma come l’8x1000 non costa nulla. Non è un’imposta aggiuntiva: se non si esprime una preferenza resta allo Stato.
Per destinarla al Touring Club Italiano, basta inserire nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale dell’associazione 00856710157 e firmare nello spazio dedicato alle associazioni di promozione sociale. Anche quest’anno, al momento di compilare la dichiarazione dei redditi, ricordiamo di destinare il 5x1000 al Touring. Con un solo gesto gratuito possiamo fare molto.