Villaggi del Tci. È qui l'estate

Cristiano Bonora

A Marina di Camerota, sulla costa del Cilento, si trova uno dei Villaggi del Touring. Che dopo le preoccupazioni e le incertezze dei mesi scorsi, ha finalmente riaperto le sue porte e la sua magnifica spiaggia

Mai come quest’anno ci è mancato il mare. Lo diciamo ogni inverno, quando fa freddo, e a primavera, ogni volta che piove. Sogniamo l’estate, il caldo e il mare. Per noi e per le nostre famiglie. Ma quest’anno è stato diverso: chiusi in casa, l’estate sembrava non sarebbe mai arrivata. E ora, finalmente, eccola.

A Camerota il cuoco è Felice. È tornato dietro il bancone a guidare la sua brigata di dieci persone per preparare pranzi e cene agli ospiti del Villaggio Tci. Felice ha 34 anni, è di Camerota e quando arriva il martedì è la sua serata, quella in cui è consuetudine proporre la cucina tradizionale cilentana. Gli scialatielli, le alici, lagane e ceci. Le mozzarelle fresche... Felice le addita a due bambini che guardano il vascone delle mozzarelle – saranno più di cento – e chiede con finta severità: «Voi due, sapete perché si chiamano mozzarelle?». Sguardi perplessi. Silenzio. Felice mi guarda, poi sorride ai bambini. «Perché quando vengono preparate si parte da una pasta filante molto più grande, e vengono mozzate a mano. Mozzate, mozzarelle. Qua le cose si fanno a mano, con amore».

Ecco, questa è una delle cose che ho imparato, al Villaggio Tci di Marina di Camerota. Forse perché è una struttura piccola, rispetto ai grandi villaggi turistici, forse è perché si trova in un luogo dove il rispetto dell’ambiente è una priorità. Forse, anche, perché molto del personale è di qui, del Cilento, e ci tiene a far fare bella figura alla propria terra. E al proprio mare. Perché la proverbiale ospitalità del Meridione non è solo un luogo comune su cui a volte si ironizza, come fece Claudio Bisio nel film Benvenuti al Sud (ma alla fine da milanese burbero ne uscì conquistato). È orgoglio per la bellezza di quello che si vive ogni giorno. È consapevolezza di un territorio unico, dal punto di vista naturalistico-ambientale, ma anche gastronomico. Qui è dove è nata la Dieta mediterranea, patrimonio dell’umanità. E quando lo racconta, a Felice brillano gli occhi come se fosse merito suo. Ma se lui è il capocuoco, in fondo un po’ ha ragione.

La spiaggia del Villaggio Tci a Camerota è la più vasta del Cilento. Non lo è solo in larghezza: lo spazio fra la prima fila di ombrelloni e il mare è impensabile altrove, saranno cinquanta metri; ma anche alle spalle, verso il bar con i tavolini all’ombra, e verso l’area giochi, lo spazio è tanto. Non avevo mai visto una spiaggia così ampia, in Italia. Al chiosco del bar ormai da 14 anni c’è Mimmo, di Camerota, che è la memoria storica del villaggio ma anche colui che ci racconta i segreti del paese. Per esempio: si dice Camerota per brevità, ma si indica quasi sempre la frazione Marina di Camerota. Frazione si fa per dire, dato che ha molti più abitanti del Comune principale: 3.500, contro i circa mille di Camerota. Che si trova in collina, a sette chilometri dal mare e da Marina. Antichissimo, probabilmente di fondazione greca (il toponimo deriverebbe dal termine kamarotos, incurvato, che si riferisce alla presenza di numerose grotte nel territorio), è arroccato su una altura, in posizione panoramica, ed è dominato da un piccolo castello medievale (XII secolo) con una imponente torre normanna.

Come già detto, fin dall’antichità questo territorio era noto per le sue grotte. Per questa ragione presso il porto di Marina è nato il Muvip, Ecomuseo virtuale del Paleolitico, dove è possibile conoscere il territorio attraverso un plastico dell’area, scoprendone le caratteristiche. Il Muvip ospita anche una speciale sala immersiva, dove grazie a moderne tecnologie, le pareti sono sensibili al tocco e l’utente può scegliere il proprio percorso di scoperta delle grotte del territorio in realtà virtuale. Fra queste la grande Grotta della Cala, che è proprio alle spalle della spiaggia del paese. Abitata già 45mila anni fa, la grotta ospitò in epoche diverse sia sapiens sia uomini di Neanderthal. All’interno, alcuni diorami riproducono piccoli insediamenti umani preistorici, affiancati da reperti autentici e da pannelli esplicativi. Una visita affascinante, soprattutto perchè siamo proprio di fronte al mare e alla spiaggia di Marina: quanti musei possono vantare una simile cornice naturale?

Il Villaggio Tci dista pochi chilometri dall’abitato di Marina di Camerota, ma sia di giorno sia di sera è disponibile un servizio taxi che in pochi minuti porta gli ospiti avanti e indietro. Se Marina è la meta ideale per una passeggiata e un gelato dopocena, non si contano le destinazioni raggiungibili in un’ora o poco più di auto dal Villaggio, mete perfette di gite di una o mezza giornata. C’è la certosa di S. Lorenzo a Padula, la più grande certosa d’Italia, risalente al XIV secolo, con il suo straordinario patrimonio artistico e architettonico; c’è il sito archeologico magno-greco di Paestum, fra i più importanti e noti del Suditalia. Per gli amanti della natura, destinazioni di spicco all’interno del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni sono l’Oasi Wwf di Morigerati, con uno spettacolare percorso naturalistico che raggiunge la grotta del Bussento, e le grotte di Pertosa-Auletta, molto suggestive perché parte della visita sotterranea si svolge in barca.

E naturalmente le escursioni lungo la costa del Cilento, nei pressi del Villaggio, alla scoperta di cale, insenature e grotte marine di rara bellezza, come la famosa Grotta azzurra. Partono quasi tutti i giorni, verso nord e verso sud, su itinerari diversi ma ugualmente affascinanti, proprio dalla spiaggia del Villaggio. La costa del Cilento vista dal mare è ancora più bella: i colori sono più vivi, il blu così trasparente da diventare verde, e tutte le calette e le grotte, anche le più piccole, si rivelano. Qui c’è anche la baia degli Infreschi, per diversi anni votata come la spiaggia più bella d’Italia, preferita anche a luoghi meravigliosi di Puglia e Sardegna. E anche la spiaggia del Villaggio, vista dal mare, è ancora più bella. Anzi, ti rendi conto che è doppia, che quello sperone di roccia che la delimita sulla destra è più piccolo di quel che sembrava e che oltre c’è un’altra metà della vasta spiaggia (in verità un po’ più piccola) di ghiaia fine che si affaccia su questa insenatura.

Gerardo e Vincenzo, bagnini storici e fratelli, raccontano che gli ospiti (con qualche eccezione, sia chiaro) sono sempre gli stessi, habitué che ormai sono di casa e che «ci onorano della loro presenza». Anche qui, un’espressione che al mio orecchio milanese suona eccessiva: non ci sono abituato. E invece è tanto corretta quanto sincera. Ci si conosce, ci si ritrova, si prende un caffé o un aperitivo al chiosco da Mimmo, si partecipa alle attività organizzate da Andrea, animatore capo, che è qui con la moglie Giuliana ormai da diversi anni ed è un «pugliese naturalizzato cilentano», scherza. Quella del villaggio è un’animazione discreta, che propone senza assillare, che sa coinvolgere chi cerca qualcosa da fare, soprattutto i giovani, e lascia tranquilli tutti quelli, e sono molti, che passano le giornate in spiaggia sotto l’ombrellone. O sulla sdraio in veranda, fra gli ulivi, ad ascoltare nel silenzio un unico rumore, quello delle onde del mare che si intravede, poche centinaia di metri più in basso, fra le fronde degli alberi.

Ogni tanto passa una delle automobiline di servizio all’interno del villaggio, ma sono elettriche, silenziosissime. La lunga scalinata di legno che porta alla spiaggia, quasi completamente ombreggiata fra gli alberi, si percorre in una decina di minuti. Per chi preferisce, soprattutto al ritorno, per evitare la salita, c’è la navetta, anch’essa elettrica, che dalla spiaggia riporta in pochi minuti sotto la reception, accanto al ristorante. Il Villaggio di Marina di Camerota è un’oasi, a suo modo; isolato ma vicino a tutto, e questo permette di vivere la vacanza che si preferisce, adatta a chi vuole solo starsene tranquillo in spiaggia sotto il sole, e a chi non riesce a stare fermo e vuole scoprire nuovi posti e nuovi orizzonti. Anche il sentiero lungo la costa che porta all’abitato di Marina di Camerota, una mezz’ora buona di camminata (ma non fatela in ciabatte, servono scarpe chiuse comode), regala scorci di grande bellezza su questa costa che a livello nazionale non è celebrata come meriterebbe. E forse è un bene: troppa notorietà porta anche a un eccesso di turisti e non tutti hanno il rispetto che questi luoghi meritano e necessitano.

Un giorno, risalendo dalla spiaggia del Villaggio lungo la scalinata, i bambini si attardano. Quando ci raggiungono chiediamo dov’erano, cosa hanno fatto. Abbiamo visto una volpe, rispondono. Ci guardiamo. Li guardiamo. Siamo abituati a scuse fantasiose e il concetto di plausibilità è ancora distante, nella loro mente di seienni, però... Insistono. «C’era una volpe e le abbiamo dato da mangiare il gelato». E io che le credevo carnivore, le volpi. Con questo cambiamento climatico non si sa più dove andremo a finire, signora mia. I bambini non apprezzano l’ironia e si offendono. «Èvvero!», insistono.

Nel frattempo siamo entrati nella sala ristorante e Antonio, il responsabile di sala, ci sente discutere. Mi prende da parte: «Mi scusi, ma ha ragione il bambino. Due anni fa una volpe è scesa dai boschi del parco e ha fatto la sua tana fra le piante, all’inizio della scalinata, vicino alla camera 400. Ormai si è abituata agli esseri umani e non scappa. È un po’ la nostra mascotte, anche se non le abbiamo dato un nome. Ma c’è davvero...». Guardo i bambini, che per fortuna (mia) non hanno sentito e sono già altrove con la testa: «Qui ci piace un sacco, ci torniamo il prossimo anno?» Rispondo sì senza nemmeno pensarci: i bambini hanno sempre ragione.

Foto di Giacomo Fé