Evergreen. Covid-19, no alla disinformazione

Il 47 per cento degli italiani non è in grado di riassumere in forma corretta un breve testo scritto dopo averlo letto: ci si può meravigliare che non si comprendano gli aspetti scientifici di una pandemia?

Purtroppo non possiamo ancora farlo a mente completamente fredda, perché nel mondo la pandemia Covid-19 è ancora in atto ed è ormai il secondo evento più grave che abbia mai colpito i sapiens in tempi moderni dopo l’Hiv, responsabile di oltre trenta milioni di morti. Ma è comunque il tempo di riflettere ancora su quello che è principalmente un fenomeno fisico e che, per questo, deve essere affrontato esclusivamente con metodo scientifico, sul terreno degli specialisti e degli scienziati. Invece, grazie a una disinformazione di cui non si sentiva alcun bisogno, molte persone sono piombate in uno stato di confusione che si riflette sulle loro scelte. Comprese quelle di buon senso che possono contribuire a mitigare gli effetti della pandemia.
Prendiamo per esempio le misure di distanziamento e di autoprotezione. Si tratta di tenersi ad almeno un metro da altri individui di cui non si conosce lo stato di salute e di utilizzare mascherine. Sono misure note dalla pandemia di influenza del 1918, l’evento più grave in assoluto sofferto dai sapiens, che comportò circa 50 milioni di morti: già allora i medici, pur ignorando l’agente patogeno, avevano ben compreso che bisognava frapporre distanza e tessuto fra il respiro (droplet) di chi era malato e chi era sano. Sono misure che funzionano ancora oggi e non procurano alcun danno a chi le utilizza, come possono dimostrare i milioni di medici chirughi che, in tutto il mondo, le usano per giornate intere senza avere alcun problema. Eppure molte persone rifiutano distanziamento e mascherina, ignorando che sono state proprio queste due misure ad abbattere la curva dei contagi di Covid-19 in ogni Paese.

C’è addirittura chi mette in dubbio che l’andamento delle curve epidemiologiche possa essere dovuto alle misure di lockdown e che sia stato magari il caldo estivo a migliorare la situazione. Non osservando che la stagione estiva non ha avuto alcun effetto su Sars-Cov-2 in Russia, India, Usa, Iran, Israele, Spagna, Gran Bretagna e in molti altri Paesi ben a nord dell’Equatore e dove il caldo si fa sentire. In realtà l’estate migliora il quadro complessivo delle malattie respiratorie in generale, dunque sottrae concause di aggravamento alla pandemia. Ma in nessun lavoro scientifico degno di questo nome, finora, sono stati valutati come positivi gli effetti delle alte temperature sul virus.
La realtà di una pandemia grave come Covid-19 è molto complessa e non sorprende che, di fronte alla complessità, ci si rifugi lungo scorciatoie pavimentate di complotti e di manipolazioni. Sorprende, semmai, che anche fra le persone colte e mediamente informate possa fare breccia un pensiero antiscientifico che non è molto distante dall’affidarsi a uno stregone o a un mago per guarire o prevedere il futuro. Per questo si guarda con sospetto anche a un possibile vaccino, nell’idea che dietro si nasconda chissà quale interesse, anche quando viene garantito gratuito per tutti.
Una recente indagine in tutti i Paesi europei mette in luce che in Italia l’analfabetismo funzionale arriva quasi alla metà della popolazione. Il 47 per cento degli italiani non è in grado di riassumere in forma corretta un breve testo scritto dopo averlo letto: ci si può meravigliare che non si comprendano gli aspetti scientifici di una pandemia?