di Clelia Arduini
È entrata in carica in un anno molto difficile per tutto il pianeta, ma Katia Pizzi, bolognese di sangue, ma inglese d’adozione per studi, competenze linguistiche e culturali (dottorato di ricerca a Cambridge e Lecturer in diverse università), non si è persa d’animo e ha preso la barra del comando dell’istituto di Londra, con un progetto di fondo: ricordare agli inglesi che le loro radici sono europee. Brexit o non Brexit.
Quanti sono gli italiani a Londra e quanti frequentano l’Istituto?
Da stime attendibili gli italiani presenti a Londra a fine 2019 erano circa 700mila. Le cifre sono fluide, soprattutto perché ancora non si posseggono dati precisi sui rimpatri dovuti a pandemia e Brexit. Nondimeno si tratta di un serbatoio imponente di italiani, in larga parte giovani e altamente scolarizzati. La promozione culturale svolta dall’Istituto, che consiste di una biblioteca, corsi di lingua, concerti, mostre e convegni, sia in presenza sia online, beneficia un pubblico allargato anche anglofono che è impossibile quantificare.
Quali sono state in questi mesi le principali problematiche legate al virus?
Come tutti gli uffici l’Istituto è stato penalizzato dal virus in molte maniere, non ultima non permettendo al personale di recarsi al lavoro, costringendolo a svolgere molte delle proprie proprie mansioni in modalità agile. La problematica maggiore, tuttavia, è stata la temporanea sospensione degli eventi in presenza e la chiusura della biblioteca e degli spazi espositivi.
Quali programmi, eventi e iniziative per il 2021?
Il 2021 sarà caratterizzato dall’anniversario dantesco dal quale discenderanno numerose iniziative culturali, dall’editoria alle arti visive (la mostra Dante iper-reale), dalla staffetta dantesca in occasione del Dante dì (25 marzo) al ciclo di seminari danteschi. Ci saranno poi diverse altre mostre e concerti, in collaborazione con partners locali come la Royal Academy of Music, iniziative teatrali, talk relativi all’archeologia, interviste a italiani di spicco, proiezione di film e cortometraggi, lanci di nuovi libri e traduzioni. E il programma è sempre in fieri.
A quale prodotto culturale sono più affezionati gli italiani di Londra?
Gli italiani a Londra non sono un gruppo omogeneo per età, titolo di studio e orientamento culturale. Gli italiani di antica immigrazione apprezzano le tematiche geopolitiche e quelle legate ai territori di origine e alle bellezze del territorio. I più giovani amano iniziative accademico scientifiche, la moda, il made in Italy e le star del cinema, tv e canzone. Comune alle diverse categorie è l’amore per la letteratura.
La Brexit influenzerà il ruolo e i compiti del suo istituto?
Brexit rappresenta una sfida, ma soprattutto un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. L’Istituto potrà giocare un ruolo fondamentale, gettando ponti e consolidando i legami esistenti tra le due culture. L’opportunità di fare della cultura il volano della nuova configurazione post-Brexit, ricordando agli inglesi che la loro letteratura, da Chaucer a Shakespeare, respira da sempre un’aria italiana: le loro radici culturali rimangono europee.