di Tino Mantarro
Se si potesse usare una sola parola per parlare del Comune Bandiera Arancione di Chiavenna, si dovrebbe usare crocevia. Posta nel punto in cui la val Chiavenna si biforca in valle Spluga e val Bregaglia (che porta al Passo del Maloja e all’Engadina), con i suoi 7mila abitanti è il centro più importante della Valchiavenna, punto di partenza verso il lago di Como e la Valtellina, e stazione terminale della ferrovia che arriva da Colico. Da sempre luogo di transito e di commerci, come testimoniano i fastosi palazzi che si affacciano su via Dolzino che ancor oggi è l’animato cuore commerciale della città. Attraversata dal fiume Mera, Chiavenna è letteralmente incastonata tra le montagne che, sullo scosceso versante occidentale a favore di sole, sono coperte di terrazzamenti ancor oggi piantati a vigneto. Il versante opposto è coperto di boschi, ed è famoso per i suoi crotti, anfratti rocciosi che si sono originati in seguito ad antiche frane. Tra gli spiragli dei massi, spira costantemente una corrente d’aria fredda che proviene direttamente dal cuore della montagna, in dialetto si chiama Sorèl e ha una temperatura costante di 8 gradi, ideale per stagionare salumi (tra cui il violino di capra e brisaola), e conservare vino. Una volta quasi ogni famiglia aveva il suo crotto che fungeva da cantina, oggi molti sono diventati osterie.