di Maria Pace Lucioli Ottieri | Fotografie di Luigi Narici
Atelier di artisti internazionali e botteghe di esperti artigiani, opere d’arte a ogni angolo... la cittadina versiliana fra le Alpi Apuane e il mar Tirreno è un vero e proprio museo a cielo aperto
Un santone indù, Yogiraj Sarkar Godariwale Shri Nand Lal Ji, vissuto nel villaggio pakistano di Dhal-Dhola nel Gujarat, tra il 1874 e il 1940, è rinato a Pietrasanta (Lucca). La gigantesca statua in marmo che lo ritrae giovane nei fluttuanti abiti indiani è nata qui e presto sarà spedita in India, ad Hathras, dove sta sorgendo un luogo dedicato al santone indù: Pramshawar, l’Infinito.
La statua sarà l’anima dell’immenso santuario che avrà un’intera ala dedicata a Pietrasanta, per gratitudine verso Nicola Stagetti, lo scultore e marmista della cittadina lucchese che ha saputo cogliere ed esprimere la compassione del guru, avendo come unica ispirazione una fotografia sbiadita di cento anni fa. La sfida lanciata dal Trust che intende diffondere il messaggio di pace del santo era rivolta a una trentina di scultori in tutt’Italia. Stagetti ha perseverato: sei mesi per scegliere il blocco di marmo, una statua preparatoria in creta, due viaggi in India e infine un grandissimo disegno, la statua ha preso vita e i committenti indiani ne sono entusiasti. Fin dai tempi del padre di Nicola, Ivo Stagetti, grandi statue in marmo di Padre Pio, di Santi e di Madonne erano all’ordine del giorno nel laboratorio di famiglia; raffigurare il santone indù era un compito più esotico, ma a Pietrasanta nessuna richiesta spaventa e non ci si tira mai indietro.
Dodici monumentali statue in bronzo, opera dello scultore russo-americano Sergei Eylanbekov, sono partite quest’anno dalla Fonderia Mariani per il Dwight D. Eisenhower Memorial di Washington D.C. progettato da Frank Gehry: raffigurano Eisenhower bambino, comandante d’armata e infine presidente degli Stati Uniti d’America. La fonderia di Adolfo Agolini ha una lunga esperienza di opere colossali: anni fa ha fuso in bronzo a grandezza naturale la statua dell’elefante Shevu, il più grande esemplare del pianeta, dello scultore sudafricano Danie de Jager. Se si capita al momento giusto si può anche assistere allo spettacolo dei fonditori, il viso protetto da una maschera di lamina d’oro e stivali argentati a coprire le gambe, che versano il bronzo a 1.140 gradi centigradi nell’involucro di ceramica, e prima ancora di cera, della futura scultura.
Un artista trova a Pietrasanta ogni tipo di materiale e artigiani tra i più specializzati al mondo: marmo, bronzo, ceramica, ferro battuto, mosaici, terracotta, stamperie d’arte, restauro e perfino artigiani che fabbricano a mano strumenti per lavorare unici al mondo. Una tradizione che ha radici lontane. Nel Rinascimento, Michelangelo trovò alle Cervaiole, sulle pendici del monte Altissimo, a quasi 1600 metri, un marmo cristallino, fine come zucchero per la chiesa di S. Lorenzo a Firenze, ma non c’era la strada per trasportarlo: fu realizzata, ma i costi erano insostenibili, Papa Leone X lo sollevò dall’incarico e la chiesa non ebbe mai una facciata. Oggi una lapide in piazza Duomo ricorda la presenza del grande scultore a Pietrasanta nel 1518.
Per secoli la cava fu inattiva, finché nel 1820 Marco Borrini l’acquistò insieme al francese Jean Baptiste Alexandre Henraux, di mestiere ‘Soprintendente Regio alla scelta ed acquisto dei marmi bianchi per i monumenti pubblici di Francia’. Da allora la cava e l’omonima azienda, la Henraux, a cui si deve l’unico premio alla scultura in marmo nel mondo, sono punti di riferimento di moltissimi giovani artisti, i pochi che ancora scolpiscono a mano con scalpello e martello e i molti che si affidano per la realizzazione dei loro progetti alle macchine e ai programmatori capaci di far assumere al marmo le forme più impensabili.
Lo scultore sudcoreano Park Eun Sun è venuto studiare all’Accademia di Carrara nel 1992 e non se ne è più andato. Qui vive e lavora senza sosta ai suoi obelischi o alle grandi sfere che hanno fatto di lui un artista così importante da meritare in Corea, sull’isola di Shinin, un intero museo, progettato dall’architetto Mario Botta e in via di realizzazione. All’artista franco-polacco Igor Mitoraj e al colombiano Fernando Botero, che per primi scoprirono Pietrasanta, si sono aggiunti a decine gli artisti che vengono da tutto il mondo per lavorare assieme agli artigiani locali e finiscono per fermarsi: Gustavo Aceves, Gustavo Vélez, Daphné Du Barry, Bruto Pomodoro per citarne solo alcuni.
Nel tempo la cittadina si è popolata di gallerie d’arte che attirano i collezionisti, la mondanità della Versilia e tanti visitatori affezionati alla semplice bellezza di una piccola città ancora immersa in una campagna tessuta di filari, d’orti, alberi da frutta, viti, canneti. Pietrasanta e i suoi abitanti sembrano essere grati di tante fortune e lo dimostrano con l’alacre serenità che vi si respira.