Evergreen. Fidiamoci dei vaccini

Perché i vaccini contro Sars-Cov-2 sono uno straordinario successo della scienza

I vaccini contro Sars-Cov-2 sono uno straordinario successo della scienza, forse una delle “scoperte” più grandi dell’ultimo secolo, soprattutto per il concorso di ricercatori di tutto il mondo e per i tempi brevissimi in cui lo si è ottenuto. Perché allora continua a esserci una diffidenza di fondo contro i vaccini? C’è senz’altro un diffuso pensiero antiscientifico, e certamente molte organizzazioni credibili, come Oms, hanno lanciato inizialmente messaggi contraddittori e confusi sulla difesa dalla pandemia. A questo aggiungiamo la manipolazione online dei mezzi di comunicazione che è diventata una informazione falsa, anche se forse non deliberatamente ingannevole, figlia di inganni e amplificazioni dei social: la cosiddetta misinformazione. Ma un vaccino è, in sostanza, un allenamento del sistema immunitario perché resista alla malattia, non è una cura. E nella stragrande maggioranza dei casi non porta alcun tipo di problema. Però esiste una minoranza, particolarmente aggressiva, di persone che teme i vaccini. Perché? Certamente qualunque sostanza introdotta nel nostro organismo può scatenare effetti collaterali. Provate a leggere il foglietto allegato alla Tachipirina, uno dei farmaci più diffusi in Italia, e vi spaventerete. Eppure non ne fate a meno, giusto? Ma, tra i farmaci, i vaccini sono i più sicuri e possono avere effetti gravi (fino alla morte) solo nel caso di qualche unità per milione di somministrazioni. Il rischio è bassissimo: la copertura dei vaccini per il Covid-19 è superiore al 90-95%. Come a dire un abisso tra il beneficio (enorme) e il rischio (remotissimo).
Però la diffidenza si tocca con mano e ha una radice più vecchia: nasce da una questione pregressa e da un nome, quello di Andrew Wakefield, un ex medico britannico la cui maggior fama è una pubblicazione scientifica del 1998 che sosteneva un legame fra la somministrazione del vaccino e l’autismo. La ricerca fu scoperta come inconsistente e l’articolo, bollato come fraudolento, fu ritirato. Ma aveva fatto i suoi danni, convincendo molti genitori disperati che la responsabilità dell’autismo dei propri figli ricadesse sui vaccini. Inoltre qualcuno teme che l’rna dei vaccini di nuova concezione possa modificare il dna di chi viene vaccinato, un errore che chiunque abbia almeno un diploma di scuola superiore non dovrebbe fare. La vita dell’rna è molto breve: una volta assolto il compito, il messaggio, come nei libri di spionaggio, si autodistrugge e non interagisce proprio con nulla.
Per queste ragioni c’è chi preferisce aspettare che prima si vaccinino gli altri perché ha paura degli effetti “a lungo termine”. Come fosse possibile, fra poniamo dieci anni, legare alla vaccinazione un decesso. Ma in realtà quegli effetti noi già li conosciamo: per esempio, la scomparsa del vaiolo o della poliomielite, il controllo del morbillo, l’eliminazione del tetano. La paura di un farmaco è naturale: durante la vaccinazione ogni tanto comparirà la notizia di qualcuno che ha avuto problemi. Mettiamolo in conto, soprattutto visto che si tratta di una vaccinazione di massa, ma non dimentichiamo che è assolutamente normale.

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