di Annalisa D'Ascenzo
Dalla terre inesplorate alla Luna, i viaggi nello spazio contribuiscono ad allargare i campi del sapere e quelli della geografia
L’aviatore russo Jurij Alekseevič Gagarin è stato il primo cosmonauta della storia: il 12 aprile 1961, compiendo un’orbita completa della Terra a bordo della navicella Vostok 1, decretò il successo del programma spaziale sovietico. A 60 anni da quello storico volo, ci piace ricordare l’avvio dell’impresa spaziale umana ricollegandola ai viaggi e alle esplorazioni che nei millenni precedenti hanno permesso all’umanità di scoprire la forma e le dimensioni della Terra, così come le caratteristiche degli ambienti e delle civiltà presenti sulla sua superficie. Lo facciamo prendendo spunto da alcune frasi pronunciate dallo stesso Gagarin che, poco prima della partenza, volle sottolineare come da sempre la più grande felicità degli uomini coincidesse con il partecipare a nuove scoperte. Era chiaro per lui che la conoscenza e il sapere fossero strettamente legati alla sfida ai limiti geografici e tecnologici, che trovavano nell’immaginazione, nel desiderio e nella curiosità le spinte propulsive a muoversi per andare sempre oltre. Conscio di coronare il sogno di molte generazioni di uomini e donne, mentre orbitava intorno al pianeta, pronunciò poi quella frase semplice eppur definitiva che ancora oggi descrive il nostro pianeta nella sua unitarietà e lo caratterizza: «La Terra è azzurra».
L’acqua, infatti, è l’elemento che ha permesso lo sviluppo di tante e molteplici forme di vita, animale e vegetale, e sempre l’acqua è la risorsa imprescindibile che gli uomini cercano, oggi, nell’Universo per permetterne l’esplorazione e la colonizzazione. Gagarin, non a caso definito il “Cristoforo Colombo dei cieli”, aprì la strada dell’ultima frontiera i cui confini si dilatano continuamente. Da poco e contestualmente sono stati celebrati dal Centro Italiano per gli Studi Storico-Geografici e dal Laboratorio cartografico Giuseppe Caraci dell’Università Roma Tre il quinto centenario della partenza della spedizione che portò a termine il primo viaggio di circumnavigazione del globo, affidata a Ferdinando Magellano e conclusa da Juan Sebastián Elcano (e dal nostro Antonio Pigafetta) e i 50 anni del primo allunaggio degli astronauti americani con l’Apollo 11. Due ricorrenze che, nell’ottica della continuità fra i viaggi terrestri e quelli extraterrestri, risultano non solo in linea l’una con l’altra, ma anche eventi straordinariamente efficaci per portare i ragionamenti dei geografi e degli studiosi da ieri a oggi, dalla Geografia all’Esogeografia, dal mondo che conosciamo a quello esterno, tra le stelle, lì dove per primo si è avventurato il sorridente Jurij Gagarin.