Controcanto. Ad Armungia, cent'anni dopo

In Sardegna, un secolo dopo l'altipiano di Emilio Lussu e il viaggio di Luigi Vittorio Bertarelli

«Per te, Sardegna! Quest’opera che il Touring Club Italiano commise alle mie modeste forze di comporre, nell’ora storica in cui la Patria contende al nemico il sacro suolo. Tu elevasti alla gloria imperitura i soldati tuoi figli, ignorati prima, circondati ora dalla ammirazione di tutta Italia. Il Touring che filialmente ti ama, qui ti propone in ogni tua bellezza, perché, quando la civiltà avrà ripresi i suoi diritti, possa più facilmentetutto il popolo italiano portarti, reverente, la quercia e l’alloro»

Luigi Vittorio Bertarelli, Guida D’Italia Sardegna del Touring Club Italiano, Milano 1918

Armungia, in mezzo a monti del Gerrei porta ancora la targa blu del Touring Club con il nome del paese. Ad Armungia ­– spopolata dall’emigrazione, poco più di 400 abitanti, senza periferie che ne abbiano deturpato la forma – ci si arriva per un numero infinito di curve. La prima guida della Sardegna è ancora attuale nella sua descrizione che lascia trasparire un Luigi Vittorio Bertarelli con gli occhialoni da pilota e la palandrana polverosa, nella piazza principale, a scrivere, a tambur battente, per portare a compimento la sua impresa in tutti i ruoli, da Presidente Tci a cronista. Il Lüis di Quel pasticciaccio brutto de via Merulana che, come dice Carlo Emilio Gadda, aveva riempito di cartelli le strade prima di tutti i dossi, cunette e curve pericolose che aveva ritenuto opportuno segnalare. Lui voleva ringraziare la regione i cui reggimenti avevano fermato gli Austriaci sull’altipiano di Asiago e, dopo Caporetto, sulla linea del Piave. Aveva personalizzato il viaggio pieno di ottimismo e trovando le risorse per poter viaggiare nonostante le restrizioni della guerra: «la carroz. con curve numerose sull’altipiano solitario, ha una forte discesa dopo Planu Scandariu, con curve molto strette a mezza costa della valle, girando attorno alle rupi dominate dal Nur. Scandariu e giunge ad Armungia m.366, km 7,5 ab.1272 in pittor. postura, sul fianco di un colle sopra il corso del Flumendosa.

L’abitato molto sparso, frammezzato d’orti e cerchiato di aranceti e frutteti, riesce una sorpresa dopo la valle selvosa e rupestre. Nell’abitato, a pochi metri dalla casa comunale un ben conservato nuraghe, il più bello di tutto il territorio. Durante la breve sosta dell’auto si ha il tempo di chiedere al Municipio la scaletta, per accedere all’alto della torre, passando sull’antica scala: quasi conservate la volta, le nicchie della porta e della cella principale. (...) La strada prosegue e con una lunga svolta discende al fondovalle del Flumendosa raggiungendo la strada Ballao Muravera».
Bertarelli si era infilato per quei monti forse attratto dalla tavola di Esterzili nel Museo di Sassari. Una epigrafe romana dell’imperatore Ottone dell’anno 69 con un decreto con l’ordine ai Gallilensi, abitatori della montagna, di allontanarsi dai terreni invasi nel piano, tra le città romanizzate, antichi barbari che davano così il nome di Barbagie alle loro valli. Come dice la guida del 1918, «i suoi abitanti furono sempre difficili da condurre (..) Questo territorio fu una delle zone più turbulente e delinquenti, ma le leggi dell’ospitalità e dell’onore vi sono nel maggior pregio ed il forestiero vi è rispettatissimo».

Ora il paese è come allora, salvo che per il museo Emilio Lussu, nella casa natale del capitano della Brigata Sassari che ha scritto Un anno sull’altipiano con ironia, fierezza e umana solidarietà verso gli ultimi, e poi, con Carlo Rosselli e Nitti, era fuggito dal confino di Lipari in motoscafo in Tunisia e poi in Francia, fondando con loro Giustizia e Libertà. Nel caffè del paese, come cento anni prima, appeso alla parete l’elenco dei premi della festa dei pastori: 1° premio una vitella, 3° premio una capra e 5° una pecora, lista modernizzata da un corso di autoscuola e un’autoradio. A fianco, la locandina della commedia S’Asuriu della compagnia teatrale Pagu Beni Nostu «tratta dal lavoro di trascrizione in lingua sarda della commedia L’avaro di Molière svolto dalla signora Assunta Cappai per dominigu, su 28 de austu (domenica 28 agosto, ndr) in piazza Nassirya».

Illustrazione di Franco Spuri Zampetti
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